Se le tartarughe non stanno alle Tagliate. Storia di come basta poco, e non lo facciamo.

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Salviamo le tartarughe è lo slogan e il nome – molto azzeccato! – del progetto di tutela ambientale promosso dal Consorzio di Bonifica Toscana Nord. Che c’entrano le tartarughe con il Consorzio di Bonifica delle nostre zone? Semplice: educare al rispetto dell’ambiente, mantenere i corsi d’acqua puliti e rimuovere i rifiuti, promuovere un mondo plastic-free, sono tutti modi per contribuire a migliorare globalmente l’ecosistema, quindi facendo bene (anche) alle tartarughe. Facciamo un esempio: se il reticolo minore (il sistema di canalizzazioni, rii, torrenti, fossi ecc.) viene usato come una discarica, prima o poi i rifiuti seguiranno la corrente e finiranno anche in mare. Il problema è particolarmente evidente nel caso delle microplastiche, un’emergenza di cui stiamo prendendo sempre più consapevolezza. La plastica non si degrada e anche se col tempo si sminuzza e si riduce in piccolissimi pezzettini, continua a rimanere sospesa nell’ambiente fino ad insinuarsi negli organismi degli animali e, a caduta, nei nostri cibi. È detto molto alla grossa, ma dovrebbe darci un’idea di cosa vuol dire disperdere la plastica, anche in luoghi che crediamo lontani dalle nostre case, e dove non ci sono tartarughe.

Alle Tagliate le tartarughe non ci sono, pare. C’è invece, da qualche anno, il mercato ogni mercoledì e sabato. C’è anche la sede della Sistema Ambiente, anzi sono praticamente nello stesso luogo (piazzale Don Baroni e adiacenze). Cosa c’entra il mercato con le tartarughe? C’entra, perché alla chiusura i commercianti abbandonano sul posto i rifiuti della giornata, in condizioni assai precarie. Durante il pomeriggio, in un orario compreso all’interno del periodo di chiusura al traffico (presidiata dai Vigili Urbani) mezzi spazzastrade, camionette e personale a piedi provenienti dalla prospiciente Sistema Ambiente provvedono poi a smaltire il tutto.

Se vi siete immaginati la scena (o se l’avete notata passando in zona) non dovrebbe essere necessario aggiungere altro. Ovviamente la plastica la fa da padrona, soprattutto quella leggera in forma di sacchetti e confezioni trasparenti. Ammucchiata a terra, spesso in sacchi strabordanti, oltre ad offrire una discutibile immagine della città ai visitatori che convergono nel grande parcheggio del piazzale Don Baroni, è facilmente preda del vento, che da noi non manca mai. In una zona così aperta, in pieno parco fluviale, i sacchetti si disperdono sui poggi, nelle pioppete e.. sì! L’avrete già capito: nelle fosse della zona. Così, alla fine del lavoro (ma non sempre), alcuni addetti muniti di rastrelli si dedicano all’ingrato compito di riacchiappare quello che il vento ha disperso, ovviamente non riuscendo mai a recuperare tutto.

Ora, è vero che alle Tagliate le tartarughe non ci sono. Ma ci sono i fossi e c’è n’è uno in particolare (tombato) importante per la canalizzazione delle acque. È c’è la Sistema Ambiente, che queste scene le ha sotto gli occhi due volte alla settimana, come minino.

È davvero impossibile pensare che in futuro si possa dotare l’area del mercato di contenitori ad uso dei commercianti, magari collocati temporaneamente da Sistema Ambiente (lo spostamento è nell’ordine di cento metri) onde evitare il ripetersi bisettimanale di questo scempio?

Le tartarughe, ne siamo certi, ringrazierebbero.

Foto di Richard Segal:

Andrea Bicocchi
Andrea Bicocchi
Imprenditore, editore de "Lo Schermo", volontario. Mi piace approfondire le cose e ho un'insana passione per tutto quello che è tecnologia e innovazione. Sono anche convinto che la comunità in cui viviamo abbia bisogno dell'impegno e del lavoro di tutti e di ciascuno. Il mio impegno nel lavoro, nel sociale e ne Lo Schermo, riflettono questa mia visione del mondo.

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1 commento

  1. Basterebbe obbligare gli ambulanti di lasciare l’ambiente come l’hanno trovato. Prima di andarsene devono ripulire tutto e lasciare i rifiuti selezionati negli appositi cassonetti messi a disposizione dal sistema ambiente.

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