Nessun dorma!

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La penosa vicenda delle Celebrazioni Pucciniane richiede un altro bollettino. Quello della passata settimana, intitolato “Adagio Biagio”, è stato variamente commentato con interventi perlopiù concentrati su due questioni. La prima: il rischio, sempre più concreto, che il Comitato non riesca a utilizzare i consistenti fondi che il Ministero ha messo a disposizione per celebrare degnamente il centenario della morte del Maestro (29 novembre 1924). Eventualità assolutamente imperdonabile la cui responsabilità ricadrebbe su quanti, a diverso titolo, esercitano un ruolo in questa città.

Un incubo di quel genere si aggira per Palazzo Orsetti. Ne sarebbe la prova il sempre più dilagante nervosismo che si registra nel rapporto tra il sindaco Pardini e il maestro Veronesi che presiede il Comitato in virtù della delega affidatagli dal primo cittadino. Voci sempre più insistenti che circolano negli ambienti bene informati danno per sicuro, o addirittura per già avvenuto il ritiro di quella delega, a più riprese reclamato dalle opposizioni.

Se sono rose fioriranno. Di una cosa però possiamo dirci certi: e cioè che la prospettiva di vedere uno straccio di programma delle Celebrazioni si allontana sempre più. E così siamo alla seconda delle questioni che occupano da mesi il centro del dibattito del Centenario. Su queste pagine ne abbiamo parlato più volte, ma anche la carta stampata le ha dedicato l’attenzione che merita. Segnalo a questo proposito il fondo di domenica scorsa del caporedattore della “Nazione Lucca” Meucci che si è lamentato per l’inconcludenza del Comitato ed ha sollevato alcune riserve sulla proposta di utilizzare i fondi ministeriali per il recupero del Caffè Caselli Di Simo.

Ne possiamo parlare, ma intanto dobbiamo riconoscere che messa a confronto con la latitanza di idee del Comitato Pucciniano quella proposta risponde effettivamente allo spirito delle Celebrazioni del Centenario.

Ad avversare il cammino operativo di questa proposta sono state avanzate opposizioni che hanno trovato coagulo intorno all’obiezione della non opportunità di utilizzare fondi pubblici su un bene di proprietà privata.

A questa obiezione si aggrappano tanti di coloro che, variamente collocati, partecipano a quella perniciosa compagnia dell’ostacolo e del rinvio che tanti danni ha già fatto alla nostra città. Concediamogli pure il beneficio della buona fede e proviamo rispondere alla loro obiezione.

Procediamo per punti, partendo dal primo quesito: il recupero del Caffè Caselli Di Simo e la sua trasformazione in un luogo di socialità pubblica, all’insegna di Puccini, dove svolgere un’attività culturale e artistica di buon livello rappresenta un beneficio per il complesso del sistema urbano storicamente identificato con la città di Lucca? In altre parole dal recupero del Caffe Caselli Di Simo l’identità pucciniana di Lucca ne esce arricchita? Ed ancora: la potenzialità attrattiva della città ha da guadagnare dall’offerta ai turisti di vivere un’esperienza unica quale sarebbe ritrovare il caffè frequentato dal Maestro?

Tutto il nodo della questione sta in questa catena di domande. Alle quali, nessuno dotato di un minimo di buon senso, darebbe un a risposta negativa.

Allora possiamo passare ad affrontare la questione delle questioni: i soldi pubblici impegnati su un bene privato. C’è poco da girarci intorno. Le cose stanno in questi termini: i locali del Caffè Caselli sono di proprietà privata. Dai contatti che l’assessore Mia Pisano ha intrattenuto con la proprietà è emerso che questa non intende procedere alla vendita dell’immobile, ma sarebbe interessata ad affittarlo ponendo la condizione della solvibilità e della serietà del soggetto che ne prenda la conduzione. Le infelici esperienze degli anni passati consigliano in tal senso la proprietà.

Fino a qui è arrivata l’assessore Pisano, alla quale va dato atto di essersi fattivamente impegnata per il recupero del Caffè di via Fillungo. Ora si tratta di fare altri passi in avanti. E sono i passi decisivi. La trattativa che è così iniziata deve procedere in un clima di reciproca fiducia. La mano passa al Comune e questi sono gli atti che deve compiere: costituire una società di scopo finalizzata alla gestione del Caffe Caselli che prenda in carico l’intera operazione, stabilisca i termini dell’accordo con la proprietà (durata, costo e regole dell’affitto), valuti l’entità delle spese per il recupero funzionale dei locali e per il restauro degli arredi. Interventi di una certa entità da coprire con i fondi del Comitato del Centenario che ridurrebbero l’impegno per l’affitto a carico della nuova Società emanazione del Comune. Che così si è assicurato per un periodo lungo – diciamo 20 anni rinnovabili – l’utilizzo di uno spazio destinato a funzione pubblica, che potenzia la rete del percorso pucciniano della città.

Non è finita. Ci rimane da pensare alla gestione del Caffè, che deve prevedere un’attività commerciale, della più alta qualità, e deve ospitare una qualificata iniziativa culturale ed artistica. A questa deve provvedere un Comitato di garanti, all’uopo costituito, sotto la presidenza del sindaco di Lucca e con la presenza di personaggi del tipo di Beatrice Venezi e Paolo del Debbio, e dei rappresentanti delle Fondazioni Bancarie, di quelle Culturali e del Teatro del Giglio.

Mi rendo conto che l’ho tirata troppo alle lunghe, ma una scossa andava data.

Nessun dorma!

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3 Commenti

  1. Prof altro Bollettino di Guerra di un’importanza Enorme per Lucca, non abbassiamo la guardia, tutte le cose da lei proposte cambierebbero il volto della Città, sono sicuro che i soggetti interessati, se stimolati adeguatamente, riusciranno a risolvere questa Fondamentale Diatriba! ANCORA GRAZIE!

  2. Sono contento che il prof.Sereni mi abbia fornito la posibilità di tacitare coloro che he mi ha
    hanno attccato per avervr mescoltato pubblico e privato; lui l’ha fatto in maniera molto più articolata della mia,proponendo anzichè solo parlando.Sulla formazione dl comitato da lui proposto,magari ci sarebbe da fare qualche obiezione,ma l’idea è crtamente d appoggiare.

  3. Si rinnova tramite il Professor Sereni l’ appello sull’ apertura dell’ ormai tormentato Caffè Di Simo. Leggendo l’articolo del Professore, dove mette in evidenza l’impegno dell’assessore alla cultura Mia Pisano per questo progetto, non riesco a capire però la difficoltà di poter investire una parte dei fondi destinati al ripristino dei luoghi di Puccini per il suo centenario, sul caffè Di Simo, luogo frequentato e amato dal compositore lucchese, luogo che ripristinato come centro culturale come era, porterebbe prestigio alla città e all’ amministrazione in carica, la quale verrebbe ricordata per aver ridato un luogo di cultura molto amato dai lucchesi.

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