Rabat – Dall’inizio del XXI secolo, il Marocco ha intrapreso un percorso di riforme significative, cercando di bilanciare modernizzazione e tradizione. Sotto la guida del re Mohammed VI, salito al trono nel 1999, il paese ha vissuto cambiamenti rilevanti in ambito politico, sociale ed economico. Tuttavia, nonostante i progressi, persistono sfide legate ai diritti civili, religiosi e politici, nonché al livello di sicurezza e al tenore economico della popolazione.
Evoluzione politica e riforme costituzionali
All’inizio del secolo, il Marocco era ancora segnato dagli “anni di piombo”, un periodo caratterizzato da repressione politica e violazioni dei diritti umani durante il regno di Hassan II. Con l’ascesa al trono di Mohammed VI, si è aperta una nuova era di riforme. Il re ha avviato un processo di liberalizzazione politica, culminato nella riforma costituzionale del 2011, in risposta alle proteste del Movimento 20 Febbraio, ispirato dalla Primavera Araba. La nuova costituzione ha ampliato i poteri del Parlamento e del Primo Ministro, rafforzando la separazione dei poteri e riconoscendo una serie di diritti civili e politici.
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Tuttavia, nonostante queste riforme, il re mantiene un ruolo centrale nel sistema politico marocchino, con ampi poteri esecutivi e religiosi. La monarchia continua a esercitare un’influenza significativa sulle istituzioni statali, limitando in parte l’effettiva democratizzazione del paese.
Diritti civili e libertà individuali
Il Marocco ha compiuto passi avanti nel riconoscimento dei diritti civili, ma permangono limitazioni significative. La libertà di espressione, sebbene garantita formalmente, è spesso soggetta a restrizioni. Giornalisti e attivisti che criticano le autorità o affrontano temi sensibili, come la monarchia o la questione del Sahara Occidentale, possono essere perseguiti legalmente. Organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno denunciato casi di detenzione arbitraria e processi iniqui.
La libertà di associazione è anch’essa limitata. Le ONG devono ottenere l’approvazione delle autorità per operare legalmente, e quelle che trattano temi considerati delicati possono incontrare ostacoli burocratici o essere sciolte. Le manifestazioni pubbliche sono spesso soggette a restrizioni, e le forze di sicurezza hanno talvolta disperso proteste pacifiche con l’uso della forza.
Diritti religiosi e pluralismo confessionale
Il Marocco si presenta come un paese tollerante e promotore del dialogo interreligioso. La costituzione riconosce l’Islam come religione di Stato, ma garantisce la libertà di culto per tutte le fedi. La comunità ebraica marocchina, sebbene ridotta, gode di riconoscimento ufficiale e protezione.
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Tuttavia, la libertà religiosa ha dei limiti. Il proselitismo non musulmano è vietato, e i convertiti al cristianesimo o ad altre religioni possono affrontare pressioni sociali e legali. Nel 2017, il Consiglio Superiore degli Ulema ha emesso una fatwa che ha rimosso la pena di morte per l’apostasia, segnando un passo avanti nel riconoscimento della libertà di coscienza. Tuttavia, la società marocchina rimane in gran parte conservatrice, e i cambiamenti legislativi non sempre si traducono in una piena accettazione sociale della diversità religiosa.
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Sicurezza e lotta al terrorismo
Il Marocco ha affrontato minacce terroristiche, in particolare negli anni 2000. Gli attentati di Casablanca del 2003 hanno spinto le autorità a rafforzare le misure di sicurezza e a implementare strategie di prevenzione del radicalismo. Il paese ha adottato una politica di “Islam moderato”, promuovendo un’interpretazione tollerante della religione e formando imam e mourchidates (guide religiose femminili) per diffondere messaggi di pace e coesione sociale.
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Queste misure hanno contribuito a mantenere una relativa stabilità interna. Tuttavia, le autorità sono state criticate per l’uso eccessivo della forza e per le violazioni dei diritti umani nel contesto della lotta al terrorismo. Organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato casi di detenzione arbitraria e tortura di sospetti terroristi.
Tenore economico della popolazione
Dal 2000, l’economia marocchina ha registrato una crescita moderata, con un tasso medio annuo del PIL del 3,52% fino al 2024. Il paese ha investito in infrastrutture, energia rinnovabile e industria manifatturiera, cercando di diversificare l’economia e ridurre la dipendenza dall’agricoltura e dal turismo.
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Nonostante questi sforzi, il tenore economico medio della popolazione rimane basso. La disoccupazione, in particolare tra i giovani, è elevata, e le disuguaglianze regionali sono marcate. Le aree rurali soffrono di povertà e mancanza di servizi essenziali, mentre le zone urbane affrontano problemi di sovraffollamento e disoccupazione. La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente aggravato la situazione economica, colpendo settori chiave come il turismo e l’export.
Conclusioni
Il Marocco ha compiuto progressi significativi nel corso degli ultimi due decenni, avviando riforme politiche e sociali che hanno migliorato alcuni aspetti della vita dei cittadini. Tuttavia, persistono sfide importanti legate ai diritti civili, alla libertà religiosa e politica, alla sicurezza e al benessere economico della popolazione. Per consolidare i progressi e affrontare le criticità, sarà fondamentale un impegno continuo delle autorità marocchine nel promuovere una governance più inclusiva, rispettosa dei diritti umani e orientata allo sviluppo sostenibile.
Eduardo
Foto di David Peterson da Pixabay