Caserme di Lucca.

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La presenza militare a Lucca, negli anni passati, è stata costante fino al 2000, anno nel quale l’ultimo reparto dell’Esercito Italiano ha lasciato la città per trasferirsi a Pisa.

A Lucca da quel momento, come “militari”, sono rimasti i Carabinieri e fuori le mura la Guardia di Finanza; a Viareggio è presente la Marina Militare con la Capitaneria di Porto.

L’ultimo reparto dell’Esercito a lasciare la città, è stata la Compagnia Genio Guastatori Paracadutisti “Folgore” che alla fine del 1999 ha chiuso definitivamente il portone della Caserma “Lorenzini” in San Romano. Il Genio Militare ha formalizzato il passaggio di possesso con l’Amministrazione, e i penosi risultati successivi della destinazione della infrastruttura son sotto gli occhi di tutti. Un disastro gestionale pari alla Manifattura, che non a caso è lì adiacente…

Come in un viaggio a ritroso nel tempo, che parte per motivi di spazio dall’inizio del ‘900, il “Secolo breve”, cerchiamo le tracce delle infrastrutture militari nella nostra città; vedremo successivamente i vari reparti che si sono alternati in città, e le loro interessanti “peculiarità” storiche, a volte davvero incredibili e sconosciute. La memoria invero a volte difetta in questa città…

Cominciamo con la più nota e già citata Caserma “Lorenzini”, con l’ingresso carraio al civico 35 di Corso Garibaldi. L’ingresso cosiddetto d’Onore era invece il grande portone di legno in Piazza San Romano.

Il nome “Lorenzini” è stato cambiato nel dopoguerra, con la “ri-titolazione” di quasi tutte le opere pubbliche e infrastrutture demaniali che erano intitolate inizialmente a personaggi di statura “monarchica”; nel dopoguerra, in seguito al Referendum Monarchia/Repubblica, prevalendo quest’ultima forma di ordinamento statale, i nomi furono cambiati con altri più… “repubblicani”. 

La caserma “Lorenzini”, inizialmente (dal 9 febbraio 1906) era stata intitolata Caserma “Umberto I”, in onore del “Re Mitraglia”.

Prima ancora era conosciuta come Caserma “San Romano”!

Caserma Lorenzini interno

Tutto il quartiere dei fabbricati militari dislocati nella zona sudovest della città, erano identificati come “Quartiere Cavallerizza”, dalla presenza dei reparti di Cavalleria ivi acquartierati…

Questo quartiere comprendeva la caserma di “San Romano”, l’antistante Magazzino/Deposito successivamente denominato Caserma “Garibaldi”, e lo “Stabile Parenzi” in Via Vittorio Emanuele sede del Comando Distretto/Presidio.

Gli edifici ed i cortili del San Romano erano già dal 1500 un Convento Domenicano. Poi con la legge del 7 Luglio 1866 sull’incameramento dei beni ecclesiastici, parte del complesso fu acquisito parzialmente dal Demanio e destinato ad uso militare. Rimase esclusa la Chiesa. Verosimilmente avevano intuito che a Lucca era meglio non esagerare con gli espropri ecclesiastici!…

Quindi, nel secondo dopoguerra, la “Umberto I” fu ri-titolata ad un Generale decorato di Medaglia d’Oro, tale Orlando LORENZINI , un pisano nato a Guardistallo (PI) e morto in Africa Orientale Italiana, in combattimento a Cheren, il 17 marzo 1941.

Si vede mancavano i decorati di Medaglia d’Oro a Lucca…

Sulla facciata della caserma in piazza San Romano due targhe in marmo ricordano la presenza in Lucca dell’Arma di Cavalleria e di altri reparti che qui si sono succeduti.

Una curiosità: sulle pietre della pavimentazione esterna di Piazza San Romano (di fianco all’ingresso della Chiesa omonima) si vedono ancora incisi dei nomi, Nestore ecc…Sono i nomi dei cavalli o muli che nella Caserma ebbero casa assieme ai loro cavalieri o conducenti.

Il lungo edificio prospicente in Corso Garibaldi è un robusto corpo di fabbrica che corre parallelo alle Mura lato sud; questo vanta una vita militare risalente al 1400 con un legame diretto all’Arma di Artiglieria. Infatti era parte integrante della Fonderia delle Artiglierie della Repubblica di Lucca. Non a caso una fornace delle artiglierie è stata rinvenuta, lì vicino, proprio sopra la porta carraia della Lorenzini. Questo manufatto parzialmente intatto, è un “documento” di eccezionale storicità, purtroppo inosservato e non valorizzato nonostante le ripetute assicurazione da parte dei vari Assessori et similia, segnalazioni, articoli sui quotidiani, su riviste specializzate del settore, richiami, ultimamente anche su Youtube, ai vari Enti preposti, e un importante convegno di Archeologia industriale tenutosi a Lucca nel 2011… Si intuisce che non interessi ai vari-cosiddetti-cultori della Storia della città. Peccato.

Questo ritrovamento, unico in Europa (!) potrebbe divenire con poco una eccezionale risorsa turistica, in quanto si tratta di una unica fornace fusoria pressoché integra per la colata delle bocche da fuoco. Ci saranno delle priorità per quanto riguarda le scelte di investimento e promozione da fare da parte delle Amministrazioni, ma a volte, proprio, non si capiscono.

Successivamente questo stabile diventerà un Deposito militare, conosciuto come “Caserma Garibaldi”.

Proseguendo la nostra visita infrastrutturale militare di Lucca, si incontra un’altra grande caserma nella zona Est della città, denominata Caserma “Principe Amedeo”. Anche questa caserma fu intitolata a lui nel 1906, perché originariamente era meglio conosciuta come Caserma “San Francesco”, dall’omonimo convento francescano del quale faceva parte integrante.

Successivamente del dopoguerra, anch’essa verrà ri-titolata dedicandola ad un personaggio decisamente meno monarchico; Caserma “Mazzini”, che incorpora anche il grande fabbricato fronte mura lato est, conosciuto come Palestra Bacchettoni, ma originariamente denominato “Cavallerizza”, destinato allo “sgambatoio” coperto dei cavalli militari in caso di maltempo. Vi è al riguardo una leggera confusione su questa denominazione “Cavallerizza” per la presenza di altre due infrastrutture similari in città; una situata presso il Real Collegio (recentemente ristrutturata) e una in Piazzale San Donato. In realtà erano tutte destinate allo scopo sopracitato, stante la forte presenza equina in città; oltre 400 cavalli di razza Persano che equipaggiavano i vari reparti di cavalleggeri che erano di stanza a Lucca. Per questo necessitavano di molti spazi coperti per poter effettuare il rimessaggio e la necessaria attività motoria anche nei periodi di brutto tempo.

Un “Galoppatoio” allo scoperto era situato nel grande prato a Nord delle Mura, tra il Baluardo San Martino (a destra di Porta Santa Maria) e Porta IV Novembre (Porta San Iacopo). Similmente un altro sgambatoio all’aperto era nel cosiddetto Prato del Marchese, dentro Porta San Donato, di fronte alla Cavallerizza e uno era anche di fronte alla porta Carraia di Corso Garibaldi, nell’attuale parcheggio sotto la salita del baluardo San Paolino. Questi ultimi però provocavano per la cittadinanza, più problemi che gioie, stante la copiosa produzione di deiezioni posteriori da parte dei cavalli in addestramento che ammorbavano l’aria e il terreno, creando non poche difficoltà e imbarazzi alle lunghe gonne fruscianti delle signore di Lucca, che passeggiavano sul prato. Questa cosa è ripetutamente segnalata in una copiosa corrispondenza tra l’amministrazione comunale e il Comando dei reparti, dove si invitano i militari a… far sgambare fuori le Mura urbane!

La presenza dei canali vicini assicurava un ottimo abbeveratoio naturale per i cavalli.

Poco oltre, verso Nord, dove c’è l’attuale Ospedale Campo di Marte c’era la prima aviosuperficie di Lucca, da dove, fino al 1932, atterravano e decollavano i primi aerei. Successivamente questa attività di volo si sposterà in località “Le Bozzane” in prossimità di Tassignano, dove sorgerà il “campo di fortuna Enrico Squaglia”.

Adiacente alla caserma “San Francesco” sempre in Via della Quarquonia, esattamente dove adesso c’è l’anonimo edificio moderno del Genio Civile, vi era un’altra grande caserma chiamata “Caserma Cappuccini”; anche questa, nel 1906, fu re-intitolata, questa volta intestandola al condottiero lucchese “Castruccio Castracani”; ogni tanto una botta di campanilismo.

Proseguendo poco dopo sempre sullo stesso della strada, sull’angolo di Via del Bastardo, c’era la caserma dei Civici Pompieri.

Più a sud, c’è il complesso benedettino di San Ponziano, dove oggi è sistemata la Scuola Carducci e l’I.M.T.; per alcuni anni, dopo il 1920, questo complesso venne “affittato” dal Ministero della Guerra per trasferirvi, nella ri-denominata Caserma “San Ponziano”, la Scuola Ufficiali e Sottufficiali di Complemento.

Numero Unico Caserma San Ponziano Scuola A.U.e Su. Si nota la garitta della sentinella accanto al portone laterale lato Chiesa.

Qualche anno prima, intorno al 1911-‘13 quello stesso stabile era stato destinato a luogo di prigionia per i soldati turchi catturati nella Guerra di Libia.

Seguendo le mura verso ovest incontriamo presso il Chiostro di Sant’Agostino, la triste caserma della 86° Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale.

Proseguendo, davanti all’Ospedale San Luca, successivamente conosciuto come Galli Tassi dalla omonima via, immediatamente a ridosso interno delle mura, si trova il già citato Maneggio Coperto “Cavallerizza”.

Nel centro storico si trovava, come oggi, il Comando dei Reali Carabinieri in Cortile degli Svizzeri; adiacente ad esso, sullo stesso lato verso l’ingresso di Piazza Napoleone vi erano gli uffici della Opera Nazionale Balilla che gestiva il vicino “Campo Sportivo “Balilla”, dove con una serie di tramezzi parapalle, era stato realizzato il primo poligono del Tiro a Segno Nazionale di Lucca; successivamente fu costruito un nuovo poligono di tiro in fondo a Via del Tiro a Segno a S. Anna.

Il Tiro a Segno originario sul Campo Balilla

Sempre in Cortile degli Svizzeri, sopra il Museo del Risorgimento, al primo piano della attuale Prefettura, vi erano gli Uffici e le camerate della Pubblica Sicurezza.

Abbiamo terminato questa prima visita delle infrastrutture della città; successivamente parleremo dei reparti che vi presero “stanza”, con alcune interessanti curiosità storiche “locali”.

Un sincero e sentito ringraziamento va al Geom. Bruno GIANNONI per la copiosa e sistematica ricerca di tutte le notizie che ho condensato in questo articolo.

Vittorio Lino Biondi
Vittorio Lino Biondi
Sono un Colonnello dell'Esercito Italiano, in Riserva: ho prestato servizio nella Brigata Paracadutisti Folgore e presso il Comando Forze Speciali dell'Esercito. Ho partecipato a varie missioni: Libano, Irak, Somalia, Bosnia, Kosovo Albania Afganistan. Sono infine un cultore di Storia Militare.

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3 Commenti

  1. Grazie Colonnello per averci raccontato con descrizione direi perfetta un pezzo di storia della caserma Lorenzini. Sono d’accordo per le condizioni pietose in cui versa oggi.

  2. L’ultimo reparto dell’Esercito a lasciare la città, è stata la Compagnia Genio Guastatori Paracadutisti “Folgore” che alla fine del 1999 ha chiuso definitivamente il portone della Caserma “Lorenzini” in San Romano. Il Genio Militare ha formalizzato il passaggio di possesso con l’Amministrazione, e i penosi risultati successivi della destinazione della infrastruttura son sotto gli occhi di tutti. Un disastro gestionale pari alla Manifattura, che non a caso è lì adiacente…

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