La manifestazione di chi non si arrende mai. L’intervista ad Andrea Lanfri, l’atleta che ha sconfitto la meningite e ha scoperto una nuova vita

-

Nel mondo è bello vedere e scoprire persone che riescono a dare esempi positivi per gli altri, la loro testimonianza può essere d’aiuto per non arrendersi mai, nemmeno davanti alla peggiore delle avversità. Andrea Lanfri fa parte della categoria di coloro che si ribellano alle negatività e riprendono la propria vita in mano, donandole altre sfumature, prima impensabili. Andrea è un ragazzo nato a Lucca nel 1986, ma nel 2015 il destino gli gioca un brutto scherzo, una meningite fulminante con sepsi meningococcica gli porta via entrambe le gambe e sette dita delle mani. Questo però non gli ha impedito di sorridere alla vita, dandosi degli obiettivi via via sempre più importanti, conquistando strada facendo medaglie nell’atletica leggera e scalando vette montane di oltre 7.000 metri, persino sull’Himalaya. Noi abbiamo avuto il piacere di intervistarlo e di scoprire qualcosa del suo passato e quali sono i progetti per il suo futuro.

Sei un grande esempio di chi non si perde d’animo e affronta la vita con determinazione, ma quanto tempo la tua mente ha impiegato per adattarsi al nuovo corpo?

La mia mente è stata pronta fin da subito, addirittura quando mi trovavo ancora in ospedale avevo dentro di me una grande voglia di ripartire. Il mio fisico invece ha avuto bisogno di un po’ di tempo in più. Nell’agosto del 2015, poco tempo dopo che ero uscito dal ricovero e con solo due settimane di protesi sulle spalle, decisi di andare sul monte Prado, la vetta più alta della Toscana, sull’Appennino. Purtroppo quel giorno non sono riuscito a fare più di 1/5 dell’intero sentiero, il mio corpo non me lo permetteva. Pesavo solamente quaranta chilogrammi e la mia muscolatura era davvero ridotta dopo tutti i mesi passati a letto. Però non mi sono perso d’animo, ho cominciato a fare sentieri più facili, vicino casa, e a praticare anche altri sport come sitting volley, bicicletta, cyclette, tapis-roulant che mi hanno permesso di riprendere tanto tono muscolare.

Qualcosa poi è cambiato anche a livello fisico…

Il momento di svolta è stato quando decisi di affrontare da solo il sentiero che porta in cima al Monte Grondilice, sulle Alpi Apuane. In quel momento mi giocai il tutto per tutto, era il settembre del 2015. In quel caso sono arrivato fino alla vetta ed è stato il trampolino di lancio per le mie nuove ambizioni.

Le protesi hanno un grande costo, il crowdfunding ti è stato utile per avere i fondi necessari per ottenere un’attrezzatura migliore?

Quando andai sulle Apuane, lo feci con le protesi che mi aveva dato l’Asl, che sono normali. Non potevo permettermi quelle da corsa, che hanno un costo elevato. Così quando arrivai in vetta, scattai una foto per far partire una campagna di crowdfunding, utile per arrivare a una cifra che mi avrebbe consentito di acquistare delle protesi più professionali. La soglia che avevo fissato era di 13.000 euro e un mese dopo l’avvio della campagna, ci sarebbe stata la scadenza. Tra l’altro nel giorno 26 novembre, che è anche il mio compleanno. Fu una bella sorpresa scoprire che la raccolta fondi arrivò ben oltre le aspettative, perché raccolsi addirittura 32.000 euro. Questa cifra mi ha consentito di acquistare due protesi da corsa, che ho utilizzato fino allo scorso anno, e piedi migliori da sfruttare in qualunque frangente possibile, dall’atletica all’alpinismo. Questi piedi hanno un costo di circa 3/4.000 euro l’uno, mentre ad esempio l’attrezzatura che ti fornisce l’Asl, quindi protesi e piedi, hanno un costo totale di circa 6.000 euro.

La montagna e le sfide sono da sempre una parte di te, ma l’atletica leggera è una disciplina sportiva che hai scoperto successivamente nella tua vita?

Il mio ritorno ufficiale in montagna è stato a cavallo tra il 2017 e il 2018, a volte facevo qualcosa ma la fatica era tanta. L’atletica, invece, è stata una nuova scoperta, perché in un certo momento per me risultava più facile correre che fare alpinismo. Allenandomi ho scoperto questo sport e ho trovato un nuovo me stesso, mi sono spinto oltre i miei limiti. Successivamente tutto ciò mi ha consentito di andare oltre anche nell’alpinismo.

Hai conquistato molti record italiani nell’atletica leggera, hai ottenuto prestigiose medaglie agli europei e ai mondiali, dopo la beffa dell’Olimpiade di Rio de Janeiro del 2016, sei pronto per la prossima Olimpiade di Tokyo?

Non aver partecipato alle Olimpiadi di Rio del 2016 è stata una grossa delusione, non solo per me ma per tutto il team, perché avremmo potuto toglierci delle soddisfazioni, specialmente nella staffetta 4×100. Per la prossima Olimpiade di Tokyo sono pronto, già a dicembre e a gennaio di quest’anno avevo messo da parte l’alpinismo per concentrarmi solo sugli allenamenti per questo appuntamento, ma con tutto quello che è successo e con il conseguente rinvio al prossimo anno delle Olimpiadi, sono ritornato in montagna. A gennaio del 2021 tornerò a pensare solamente agli allenamenti per Tokyo, anche se ci potrebbero essere alcuni intoppi riguardanti il cambiamento del regolamento che potrebbero compromettere la mia partecipazione, ma vedremo.

L’alpinismo è la tua grande passione, sei stato sul vulcano Chimborazo in Ecuador, poi sulla Puntha Hiunchiuli in Nepal, che tipo di esperienze sono state?

Il vulcano Chimborazo (6.292 metri) è stato un primo test per vedere la reazione del mio corpo all’alta quota. Abbiamo fatto da 0 a quasi 6.300 metri in 3 giorni, eravamo una spedizione di una ventina di persone con tanta attrezzatura di supporto, come la camera iperbarica. Solo otto di questi venti escursionisti sono arrivati fino alla vetta, e io ne facevo parte. Avrei dovuto fare qualche prova sulla climatazione, ma in tre giorni non è stato possibile. A quel punto ho pensato di alzare ancora l’asticella e di puntare all’Everest, l’unico intoppo è che per raggiungere la vetta più alta del mondo serve una sorta di curriculum, in cui devono essere presenti almeno una cima da 6.000 metri e un’altra da 7.000. Per questo motivo, lo scorso anno, abbiamo optato per la Puntha Hiunchiuli (7.246 metri) sull’Himalaya, un percorso tosto soprattutto a livello logistico, ma l’ho superato e non ho avuto problemi con la quota. In Nepal ho provato anche vari tipi di protesi per capire quale sia la migliore per arrivare poi fino all’Everest.

Come ti prepari per affrontare una sfida del genere? Qual è il tuo tipo di allenamento?

Faccio molta bicicletta, soprattutto in salita. Vicino casa ho il monte Serra, che salgo e scendo per due tre volte di fila. La bicicletta era uno strumento che adoperavo pochissimo, se non per pochi chilometri, adesso invece è basilare per il mio training. Oltre alla bici, faccio molta corsa in pendenza e il nuoto, specialmente in apnea.

Quali sono i programmi e i progetti per il tuo prossimo futuro?

Ho molti programmi in serbo, uno di questi si chiama From Zero to Zero, una sorta di Triathlon senza soste. La prima tappa prevede un percorso da fare in bicicletta, che dal mare, vicino a La Spezia, porta al Monte Pisanino sulle Apuane. Una volta giunto alle pendici del monte, salgo fino in vetta e poi scendo. A quel punto si riparte a corsa verso il mare. A ottobre vorrei riproporre lo stesso format, però in un altro contesto, quello dell’Etna. A fine 2021, invece, vorrei aumentare il livello di difficoltà, quindi partendo da Genova raggiungerei le pendici del Monte Rosa in bicicletta (oltre 250 km), salirei fino in cima, mi dedicherei a un po’ di riposo per poi scendere e fare sei giorni di maratona a corsa per ritornare nella città ligure. Un altro progetto è il K to K, Kenya-Kilimangiaro e poi il Seven Summit, quello di raggiungere le sette vette più alte del pianeta, partendo proprio dalla più alta, l’Everest. Vedremo poi come affrontare queste nuove avventure.

Palmarès

  • Europei Paralimpici 2016, Grosseto: 4×100 m T42-47, medaglia di Bronzo con un tempo di 46″23
  • Mondiali Paralimpici 2017, Londra: 4×100 m T42-47, medaglia di Argento con un tempo di 43″32
  • Europei Paralmpici 2018, Berlino: 200 m piani T62, medaglia di Bronzo con un tempo di 24″82
  • Europei Paralmpici 2018, Berlino: 4×100 m T42-T47/61-64, medaglia di Argento con un tempo di 44″17

Campionati nazionali

2016

  •  Oro ai campionati italiani assoluti (Rieti), 100 m piani T43 – 12″11
  •  Oro ai campionati italiani assoluti (Rieti), 200 m piani T43 – 24″67
  •  Oro ai campionati italiani assoluti (Rieti), 400 m piani T43 – 58″08

2017

  •  Oro ai campionati italiani assoluti (Isernia), 100 m piani T43 – 11″88
  •  Oro ai campionati italiani assoluti (Isernia), 200 m piani T43 – 24″16
  •  Oro ai campionati italiani assoluti (Isernia), 400 m piani T43 – 56″65

2018

  •  Oro ai campionati italiani assoluti (Nembro), 100 m piani T62 – 11″52
  •  Oro ai campionati italiani assoluti (Nembro), 200 m piani T62 – 23″10
  •  Oro ai campionati italiani assoluti (Nembro), 400 m piani T62 – 53″07

Tommaso Giacomelli
Tommaso Giacomelli
Giornalista e giurista, le passioni sono per me un vero motore per vivere la vita. Sono alla ricerca inesausta della verità, credo nel giornalismo libero e di qualità. Porterò il mio contributo a "Lo Schermo" perché si batte per essere una voce unica, indipendente e mai ordinaria.

Share this article

Recent posts

Popular categories

Recent comments