#StateSereni Bollettino di guerra n. 7 PRIMARIE

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Parliamo un po’ delle primarie. Le notizie ormai durano poco. Basta un giorno e già sono messe parte, incalzate da altre notizie destinate a fare la stessa fine. Un continuo frullatore che impedisce di fare quelle riflessioni alla ricerca del senso delle cose che invece merita svolgere. Se vogliamo cercare di andare più a fondo e se intendiamo capire cosa si muove dietro quello che vediamo.

Anche le primarie del PD che hanno deciso il nuovo segretario di quel partito hanno fatto quella fine: un po’ di forforello tra domenica sera e lunedì mattina quando sono stati resi noti i risultati e poi sono scomparse dalle cronache. A rimpiazzarle ci ha pensato, con la sciagurata dichiarazione sulla strage di migranti a Crotone l’improbabile ministro Piantedosi che nella gara a chi è il peggio del governo Brancamelone ora tallona il collega Valditara, il ringhioso molosso che ha latrato contro la preside fiorentina. Con il risultato di mobilitare il fronte della scuola che per sabato prossimo si è dato appuntamento a Firenze dove, se non mi trattengono impegni familiari, intendo andare anch’io.

Per ora ritorniamo alle primarie PD per guardarle tanto sulla scena nazionale come nell’ambiente lucchese. I due piani hanno coinciso nel risultato finale: affermazione della candidata Elly Schlein e sconfitta di Stefano Bonaccini. Che c’è da dire su questo risultato che ha ribaltato il responso del voto degli iscritti? Una cosa semplice: per la Schlein sono andati a votare gli “astensionisti”. Quelli che delusi da anni di arretramenti, disorientati dalle pratiche inconcludenti e perdenti in cui si sono specializzati i gruppi dirigenti, mediocri e supponenti (stile generale Cadorna per intendersi) esclusi dalle conventicole che si sono impossessate del PD e l’hanno ridotto ad un bunker di fedelissimi dove era impossibile entrare, non attendevano altro che l’occasione per mandare un segnale di vitalità e di volontà. Tra il raybanato governatore emiliano che dall’alto della sua indimostrata saggezza (tortellini, lasagne e lambrusco) garantiva la continuità di quell’andazzo ormai insopportabile ed Elly Schlein che invece voleva fare piazza pulita gli elettori delle primarie non hanno avuto dubbi: meglio, mille volte meglio, rialzare la schiena, riprendere a combattere, ritornare in campo. 

In Italia è andata così. E così è andata anche dalle nostre parti: anche se le primarie lucchesi avevano qualche peculiarità che le distingueva dal resto d’Italia. Insieme al nuovo segretario nazionale a Lucca, come in Toscana, si votava anche per indicare il nuovo segretario regionale. La situazione qui era complicata dal fatto che uno dei due sfidanti alla competizione regionale era la lucchese Valentina Mercanti (area Bonaccini). E così Valentina Mercanti ha finito per fare le spese della disfatta bonacciniana.

Fin qui stiamo alla superficie delle cose: se proviamo a scavare più a fondo arriviamo al nocciolo della questione e riusciamo a individuare le spinte sotterranee, ma non troppo, che hanno condizionato il risultato lucchese.

A chi ha seguito le primarie non è certo sfuggito che a Lucca la competizione Bonaccini – Schlein si svolgeva come un aggiornamento del decennale conflitto che vede contrapposti gli schieramenti in relazione ai loro collegamenti con Andrea Marcucci. Per la componente del PD lucchese, erede dell’esperienza di Vivere Lucca, una componente molto agguerrita e consistente, Andrea Marcucci è sempre stato considerato un’inaccettabile ingerenza e così il suo ruolo nel Partito è stato vissuto come uno strumento per controllare e dirigere le cose lucchesi: incarichi, presidenze, assessorati e giù giù fino alla minutaglia dei favori.

È assai facile immaginare con quanta soddisfazione da queste parti sia stata apprezzata la rimozione di Marcucci dal suo incarico di capogruppo al Senato prima e poi la trombatura alle elezioni di settembre che lo hanno escluso dal Parlamento.

Forti di queste premesse gli antimarcucciani hanno colto al balzo l’occasione delle primarie per portare un ultimo attacco alle posizioni dell’ex senatore che si era schierato con Bonaccini. E così nel mirino è finita anche la neobonacciniana Valentina Mercanti.

Mi dicono, e non ho motivo di dubitare della veridità di questo racconto, che il commento prevalente nelle stanze del PD lucchese ai risultati delle primarie sia stato questo “è finito il potere di quello di Barga!”

Sulla base della mia esperienza e della mia mai negata frequentazione di Andrea Marcucci mi permetto di raffreddare un po’ quegli entusiasmi. Il tempo dirà chi ha ragione.

Foto di Element5 Digital da Pexels

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1 commento

  1. Giusta analisi del professore Sereni. Aggiungo che per qualcuno si possono contare i giorni, come la stecca da militare.

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