Ringhiere sulle mura, Siamo Lucca non ci sta e i lucchesi aprono un sondaggio. Gli ultimi sviluppi

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Ancora loro, le mura. Al centro del dibattito fra cittadini lucchesi e amministrazione ci sono di nuovo i lavori di valorizzazione e messa in sicurezza delle mura urbane. Il Comune ha presentato nei giorni scorsi alcuni disegni del progetto che prevede appunto l’installazione di ringhiere di ferro (barriere anti-caduta); disegni che però non convincono fino in fondo né i cittadini né una parte dell’opposizione.

In particolare, è il gruppo Siamo Lucca ad avere un parere contrario, a partire dall’ex candidato sindaco del centrodestra, Remo Santini, che su Facebook scrive: “L’impatto ci sarà e notevole. Ma davvero si deve intervenire così sul nostro monumento simbolo? Giudicate voi stessi. Io non ci sto!”. L’esponente aveva già chiesto al Comune un accesso agli atti per conoscere meglio il piano: “E’ grave che il Comune abbia approvato il progetto nascondendolo alla città, non coinvolgendo i lucchesi su una scelta così importante”.

Da parte loro, i cittadini hanno invece aperto due sondaggi sui Social chiedendo agli altri utenti presenti nei gruppi se fossero o meno d’accordo con l’installazione delle ringhiere. Il primo ha ottenuto, ad ora, 1775 ‘no’ e 60 ‘si’; il secondo 244 ‘no’ e 5 ‘si’.

Dopo aver visto il progetto, Siamo Lucca interviene ancora, chiedendo un incontro con la Soprintendenza e non solo: “Innanzitutto, se non avessimo fatto richiesta di accesso agli atti il 10 febbraio, il Comune non avrebbe ancora divulgato alcuni dettagli, con la doverosa trasparenza che la città si merita – affermano i consiglieri Remo Santini, Serena Borselli e Alessandro Di Vito -. La prima valutazione che facciamo è che dalle cartine emerge come l’impatto delle protezione sia purtroppo invasivo”, e confidando da un lato che l’amministrazione integri il progetto nel corso della conferenza dei servizi ancora in corso, i consiglieri valutano anche di lanciare anche una petizione popolare.

Secondo il gruppo, le soluzioni proposte dall’amministrazione per la messa in sicurezza sarebbero troppo impattanti: “Non neghiamo che ci siano situazioni di pericolosità in alcuni tratti, che però sono sempre esistite. Crediamo che la cartellonistica potenziata, i controlli della Polizia Municipale e mini interventi laddove davvero ci sono situazioni al limite del rischio siano più che sufficienti, senza stravolgere l’immagine delle mura. Fra l’altro ricordiamo che c’è un processo a carico di due dirigenti del Comune e dell’ex presidente dell’Opera. Non vogliamo assolutamente entrare nel merito della vicenda giudiziaria, ma è chiaro che la decisione di inserire ringhiere in numerosi punti delle mura solo adesso, è un’ammissione di colpevolezza da parte del Comune che, con il suo comportamento, avalla il ragionamento in base al quale avrebbe potuto farlo anche prima. Mentre tutti invece sappiamo che il monumento è sempre stato così e non si merita di essere ingabbiato in quel modo e in vari tratti. A tal proposito, ribadiamo qui la nostra intenzione di candidare le mura a patrimonio dell’umanità”.

Dall’altra parte i cittadini: “Sappiamo che la decisione è stata approvata anche dalle Belle Arti – dice Marco B., 37 anni, in rappresentanza dei lucchesi – ma fino ad oggi niente era stato condiviso con noi. Un dibattito aperto avrebbe potuto essere un’occasione per scegliere insieme alcune soluzioni alternative, come appunto quella dei cartelli in diverse lingue e di segnalazioni chiare ed evidenti dei punti più pericolosi. Anche se sarebbe di buon senso comune non avvicinarsi proprio agli spalti. Non è una questione politica per noi, semplicemente non riteniamo giusto il modo di operare, il non essere stati informati adeguatamente e speriamo in un dialogo costruttivo fra gruppi pro e contro per una maggiore chiarezza. La maggior parte di noi è a conoscenza della causa penale che coinvolge il Comune dopo la caduta del bambino francese, ma siamo sicuri che le ringhiere di ferro, dopo molti anni, siano l’unica soluzione? E perché non si è intervenuti in tempo per segnalare i pericoli? Non è una questione di resistenza o di sola polemica, è che le mura sono il segno della nostra appartenenza”.

Da una parte dunque una causa giudiziaria nei confronti del Comune, che richiede un intervento immediato e propone come unica alternativa ‘legale’ all’installazione delle ringhiere una diminuzione della fruibilità delle mura; dall’altra un’opinione pubblica che lamenta un mancato coinvolgimento, incalzata dalle opposizioni. Ma alla luce di questi ulteriori chiarimenti in merito ai lavori previsti e alle vicende legali che da quasi tre anni a questa parte coinvolgono l’amministrazione, l’effettivo impatto a livello ambientale sarebbe davvero così ‘esagerato’? A voi le riflessioni.

Cosa prevede definitivamente il progetto?

Come illustrato nei disegni presentati dall’amministrazione comunale e in aggiunta a quanto già scritto, il progetto da 2 milioni di euro prevede la risagomatura dei parapetti su tutto il perimetro esterno, intervento che non prevede alcuna modifica eccessiva della conformazione delle mura. Saranno inoltre restaurate piccole parti murarie nei punti di raccordo tra le cortine e i baluardi. Nella parte interna delle mura saranno invece estesi a quasi tutto il perimetro del monumento (fatta eccezione per il tratto compreso fra Porta San Iacopo e la casa del Boia) parapetti metallici come quelli già esistenti in alcuni tratti (ringhiere di ferro). Gli stessi parapetti metallici saranno inseriti anche all’interno dei baluardi, in corrispondenza delle cannoniere e dei punti scoscesi meno visibili. Il tutto sempre in ottica di valorizzazione del ‘paesaggio’ e maggiore fruibilità in sicurezza del perimetro senza stravolgere la bellezza del monumento. Verranno poi rimossi tutti i cartelli esistenti e sostituiti con una tipologia nuova di cartelli chiari e informativi. Ricordiamo che la conferenza dei servizi (con la Soprintendenza archeologia, Belle arti e paesaggio per le Province di Lucca e Massa Carrara) si concluderà solo agli inizi di marzo. A seguito l’approvazione del progetto definitivo.

La vicenda del bambino francese

Il tutto, ricordiamo, nasce dopo la caduta del bambino francese, che precipitò con la bici nella cannoniera del baluardo San Regolo il 21 agosto 2018. Successivamente anche il padre, che stava guidando un risciò, cadde da un’altezza di sei metri. Entrambi riportarono lesioni e, in particolare, al bambino fu certificata un’inabilità permanente (stimata fra il 2 e il 5 per cento). Stando a quanto dichiarato dalla famiglia francese che denunciò il Comune, prima del limite da non oltrepassare, sarebbe stato presente ‘un dosso’ in grado di illudere ad una continuità del terreno. Un punto pericoloso che sarebbe dovuto essere segnalato da cartelli che però erano solo in italiano. Il Pm delle indagini aveva chiesto l’archiviazione del caso, alla quale era seguita una doppia opposizione della famiglia francese, fino ad arrivare al 21 luglio dello scorso anno (2020) quando il gip del tribunale di Lucca, Simone Silvestri, dispose l’imputazione coatta a carico di due dirigenti del Comune e dell’ex presidente dell’Opera. L’accusa, che sarà discussa in tribunale, è quella di lesioni personali colpose, unita a quella di non essere intervenuti in tempo nella manutenzione della zona del cannoniere. Secondo quanto affermato infatti, il dosso che il bambino ha percorso prima di cadere nel vuoto può essere considerata un’insidia che sarebbe dovuta essere segnalata adeguatamente. L’udienza è fissata per il 16 settembre prossimo.

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