Quei minuti fatali. Una vita salvata grazie al BLS-D.

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Quattro minuti: questo è il tempo che il nostro cervello può rimanere senza ossigeno prima di cominciare a subire danni. Quando il cuore si ferma per arresto cardiaco, il sangue non circola più e l’ossigeno non viene più trasportato verso i nostri organi. Il cervello è il primo a cedere, perché non può stare senza ossigeno: dopo i primi quattro minuti possono verificarsi danni cerebrali che diventano probabili dopo sei minuti, con possibili sofferenze permanenti anche in caso di rianimazione. Dopo appena dieci minuti la morte cerebrale è probabile. Anche una tempestiva chiamata al 118 può risultare inutile perché nella maggior parte dei casi l’arresto cardiaco avviene a casa, in situazioni non monitorate; per questo il 90% degli arresti cardiaci in ambiente non ospedaliero ha un esito fatale. Eppure se la persona colpita è assistita da qualcuno in grado di praticare la rianimazione cardiopolmonare (rcp), avrà una probabilità su due di sopravvivere.

Nel 2009 Mirco Ungaretti aveva 33 anni quando un’aritmia cardiaca improvvisa lo ha ucciso. Era un volontario di Protezione Civile, responsabile della Sala Operativa di Misericordie d’Italia, allenava i bambini, era sposato. Da questa tragedia è nato nel 2012 un grande progetto, la Mirco Ungaretti Onlus (ora OdV) per sensibilizzare le persone “comuni” al primo soccorso e diffondere l’uso del defibrillatore semiautomatico (BLS-D). Perché per praticare la rianimazione cardiopolmonare non occorre essere dei sanitari: qualsiasi cittadino con un’adeguata formazione può salvare la vita di una persona colpita da arresto cardiaco e la Mirco Ungaretti OdV pensa che ogni cittadino dovrebbe ricevere questo tipo di formazione. In questi dieci anni l’associazione ha promosso il progetto “Il cuore batte per Lucca” per far diventare Lucca una città interamente cardioprotetta installando molte postazioni pubbliche dotate di defibrillatore, e con il progetto “Impariamo ad Aiutare” ha insegnato la BLS-D ad oltre 40mila studenti del nostro territorio. In occasione del decennale della fondazione, ha promosso per il prossimo 26 novembre al Real Collegio un importante convegno: “A scuola con il cuore. Come insegnare a salvare una vita – istituzioni e volontariato a confronto”.

A Lucca ci sono anche altre esperienze, per fortuna. Una “scuola di soccorso” per gli studenti di ogni ordine e grado, dalle elementari alle superiori, che culmina con un corso avanzato di formazione all’uso del defibrillatore, riservato agli studenti degli ultimi due anni delle superiori: è il progetto “ASSO” nato nel 2017 da un’intesa tra le Misericordie della Toscana e l’Ufficio Scolastico regionale. Ma programmi di addestramento all’utilizzo “laico” del defibrillatore sono offerti anche da Croce Verde, Croce Rossa, Azienda USL nord ovest e molti altri enti. Il Centro Provinciale Sportivo Libertas ad esempio si prodiga da anni perché in ogni palestra, centro sportivo e luogo dove si pratica sport sia presente un DAE e qualcuno addestrato all’utilizzo. Di recente, il Comune di Lucca in collaborazione con La Mirco Ungaretti ha promosso l’installazione di un DAE anche presso il campo sportivo polivalente nel cortile del carcere di San Giorgio. Anche il Centro Nazionale per il Volontariato ha attivato da alcuni anni un modulo formativo BLS-D per centinaia di ragazzi in Servizio Civile che ogni anno collaborano con le associazioni e gli enti del territorio.

I protocolli di soccorso vengono continuamente aggiornati e per un’efficace prevenzione la BLS-D dovrebbe essere ripetuta ogni due anni. Per questo è importante che le occasioni di formazione siano numerose e diffuse nei luoghi di lavoro, di socializzazione e anche nel privato della nostra vita di tutti i giorni: tutti dovrebbero ricevere l’opportunità di avere questo tipo di formazione, e ognuno dovrebbe sentire il dovere di parteciparvi.

Centro Nazionale per il Volontariato

Andrea Bicocchi
Andrea Bicocchi
Imprenditore, editore de "Lo Schermo", volontario. Mi piace approfondire le cose e ho un'insana passione per tutto quello che è tecnologia e innovazione. Sono anche convinto che la comunità in cui viviamo abbia bisogno dell'impegno e del lavoro di tutti e di ciascuno. Il mio impegno nel lavoro, nel sociale e ne Lo Schermo, riflettono questa mia visione del mondo.

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