“Per noi lavoratori dello spettacolo non c’è nessuna tutela!”: la critica della ballerina Marta Nannini

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Ballerina professionista, lucchese D.O.C. ormai stabilmente trapiantata a Milano per motivi di lavoro. È stata una presenza fissa nel celebre programma televisivo “Crozza nel Paese delle Meraviglie”, ha collaborato con Dolce&Gabbana, Trussardi e Cartier e ha fatto parte del corpo di ballo per le opere liriche del Teatro La Scala di Milano. Oggi, su Lo Schermo, Marta Nannini lancia un allarme a nome dei lavoratori del mondo dello spettacolo.

Dopo il COVID-19 qual è la situazione nel mondo dello spettacolo?

Rispetto a quando eravamo in pieno lockdown, purtroppo la situazione non è cambiata di molto. Eravamo fermi e lo siamo ancora oggi. Il mondo del teatro, degli eventi e della televisione è bloccato perché, in questo Paese, come sempre la prima cosa che viene tagliata è l’arte. Non c’erano grandi risorse prima, figuriamoci adesso! A livello teatrale, al momento, non c’è assolutamente niente. A livello televisivo qualche piccola cosa viene fatta ma, ad esempio, evitano di chiamare il corpo di ballo. Gli eventi non si possono fare e, per quei pochi che si terranno, c’è stato un gioco al ribasso clamoroso: chi organizza sa benissimo che sono tre mesi che noi lavoratori dello spettacolo non lavoriamo e, di conseguenza, i compensi sono scesi in maniera incredibile. Fanno leva sulla nostra necessità di lavorare! Personalmente non sono più una bambina, ho fatto le mie esperienze professionali e non ho nessuna intenzione di svendermi. Non ho più quell’ingenuità che avevo quando ho iniziato e, con tutte queste difficoltà, sinceramente anche l’entusiasmo mi sta un po’ passando.

Mi pare di capire che, al momento, nel tuo settore non ci sono grandi prospettive di lavoro.

Al momento no. Sembra che da Luglio cominceranno a fare qualche produzione teatrale all’aperto, con il rispetto del distanziamento sociale, ma questo è tutto ciò che sappiamo. Peraltro, per noi lavoratori dello spettacolo non è ancora arrivato neppure il bonus-sussidio del mese di Aprile. È una situazione difficile, è inutile negarlo.

In generale vi sentite poco tutelati?

C’è stato un senatore, Roberto Rampi, che durante l’emergenza coronavirus ha parlato delle difficoltà di noi lavoratori dello spettacolo. Credimi, è stato l’unico ad averci quantomeno nominato! Ha detto una cosa quasi scontata ma assolutamente vera, cioè che anche noi siamo dei lavoratori come tutti gli altri! Purtroppo proprio in Italia – ed è quasi paradossale, visto che dovremmo essere la patria dell’arte – siamo considerati lavoratori di serie B…ma stiamo scherzando?! Quindi, per rispondere alla tua domanda, noi non siamo assolutamente tutelati! Anzi, in questo senso mi sento di lanciare una proposta: sulla base di quanto avviene per altre categorie di professionisti, perché non istituire un Albo degli artisti e un organo che si faccia portatore delle nostre istanze? Di fatto se noi non lavoriamo non mangiamo, non abbiamo alcuna tutela…e questo è veramente grave. Quindi, in definitiva, diciamo che il COVID-19 ha reso ancora più evidente tutta una serie di criticità che c’erano anche prima, e che si sommano alle difficoltà strutturali che incontra chi sceglie di fare questa vita.

A che difficoltà ti riferisci?

Di per sé la nostra non è una vita semplice. Soprattutto se lavori facendo eventi, devi essere disposto a fare degli orari assurdi, a spostarti e a viaggiare continuamente. È un lavoro molto dinamico e magari, ad un certo punto della vita, uno sente anche l’esigenza di fermarsi, di farsi una famiglia. A maggior ragione per una donna, poi, è difficile conciliare queste due cose. Per quanto mi riguarda, ad esempio, se avessi un figlio non continuerei certo a fare questo lavoro. Mancano un po’ di sicurezze, un po’ di stabilità e un po’ di certezze.

Secondo te ci sono delle soluzioni a queste criticità?

Purtroppo questo è un settore talmente messo male che non mi sento di dare una risposta mirata e precisa. Le criticità sono tante, sia perché manca chi investe e sia perché chi lo fa tende sempre ad approfittare di chi lavora. Poi c’è anche un altro aspetto molto rilevante: ad esempio, a prescindere dalla lirica – che almeno nelle grandi città fa ancora dei buoni numeri – ci sono sempre meno persone che vanno a teatro. Questo all’estero non accade. In Germania e in Inghilterra un semplice musical dà lavoro per mesi ad un’intera compagnia, perché lo spettacolo fa sempre sold out. Qui no, si fa ogni giorno più fatica a mandare in scena anche i titoli più importanti! C’è una mentalità e un approccio allo spettacolo, all’arte, totalmente diverso. E questo è davvero triste, anzi direi grave.

Lasciando perdere il teatro, a livello di eventi come siamo messi?

In generale, in Italia, a livello di eventi siamo messi meglio. In realtà importanti, come Milano e Roma, c’è sempre un discreto volume di lavoro. Però, anche in quest’ambito, ogni volta è una lotta ed è sempre peggio. Ci sono un sacco di persone disposte a qualsiasi cosa pur di lavorare con un grosso nome ed avere un po’ di visibilità, soprattutto chi ha meno esperienza. Torniamo sempre lì: in questo settore, in generale, non c’è abbastanza tutela. Della serie: “Non ti sta bene questo lavoro? Avanti il prossimo!”. Come se nulla fosse, la persona e il professionista non sembrano avere più rilievo…

E invece in televisione?

Si lavora di più rispetto al teatro. Anche se i tempi d’oro, a quanto mi dicono, sono passati da un pezzo. Anche lì, però, magari ti prendono a lavorare per un’unica puntata senza nessuna garanzia e senza certezze. Fanno leva sulla visibilità, sul fatto che intanto ti fai il nome…e nel frattempo ti sfruttano!

Quindi, cosa c’è nel tuo futuro?

Sinceramente la quarantena mi ha fatto pensare a varie cose. Ho avuto tanto tempo per rivedere quelle che, fino a poco tempo fa, consideravo certezze. Sto anche pensando di lasciare Milano e di tornare a Lucca, perché dopo tanti anni fuori mi sta venendo un po’ di nostalgia. Mi piacerebbe cambiare prospettiva. Le mie esperienze le ho fatte e adesso vorrei ripensare il mio futuro, magari rimanendo nel mondo dello spettacolo, degli eventi, ma come organizzatrice e non più come ballerina. Diciamo che, nonostante il periodo difficile per tutti, ho deciso di cominciare a guardarmi intorno. Sono pronta ad affrontare un periodo di grandi cambiamenti.

Giovanni Mastria
Giovanni Mastria
Nato a Lucca, classe 1991. Scrivo con passione di cultura, attualità, cronaca e sport e, nella vita di tutti i giorni, faccio l’Avvocato. Credo in un giornalismo di qualità e, soprattutto, nella sua fondamentale funzione sociale. Perché ho fiducia nel progetto "Oltre Lo Schermo"? Perché propone modelli e contenuti nuovi, giovani e non banali.

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