‘Mr.Arbitrium’ sorregge o distrugge? In San Michele la statua più chiaccherata dell’anno

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Installata in piazza San Michele, è già molto chiaccherata da tutti i lucchesi. Mr.Arbitrium, è questo il nome che lo scultore Emanuele Giannelli ha dato alla sua statua, riempie i social di meme con la Torre di Pisa e commenti tra chi sostiene di non capirne il significato, chi dice che la collocazione non è delle migliori e chi, invece, ne apprezza l’arte. Poco c’entrano le problematiche condizioni strutturali della chiesa, già più volte poste all’attenzione degli enti responsabili, perché, come spiega l’artista contemporaneo, il fatto che sembri sorreggerla è semplicemente una provocazione.

E’ lo spettatore infatti a decidere se l’uomo spinge o sostiene l’edificio, una chiesa, in questo caso quella di San Michele, simbolo della cultura occidentale. Alto 5,4 metri, Mr.Arbitrium, in resina, ha la muscolatura in tensione perché rappresenta lo sforzo necessario a sorreggere le aspettative di un mondo occidentale veloce, senza scrupoli, fatto di caos, oppure quello necessario a distruggere il ritmo imposto tornando ‘liberi’. Mr Arbitrium perché in latino ‘arbitrium’ significa scelta e solo lo spettatore può scegliere se resistere o no. Già esposta a Seravezza, Carrarare e Pietrasanta, dopo Lucca, sarà messa in mostra anche a Firenze e Milano.

“Un sentito grazie a chi ha voluto Mr.Arbitrium in questa splendida città: Alessandro Tambellini sindaco di Lucca, l’assessore all’arredo e decoro urbano Gabriele Bove – scrive Giannelli – e a Ilaria Boncompagni, Funzionaria Storica dell’Arte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa-Carrara”.

Emanuele Giannelli. Nato a Roma nel 1962, poco prima dei vent’anni si trasferisce a Carrara, capitale del marmo, e nel 1984 si diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti con il massimo dei voti. È in quegli anni che si avvia il progressivo distacco dalle correnti classiche, parallelamente a un sempre più stimolante avvicinamento alla scultura contemporanea influenzato dalle “mode” del tempo. Un’unica narrazione lo caratterizza: la figura umana in preda al caos della contemporaneità e alla trasformazione.

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