Ludopatia: una dipendenza senza sostanza

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La ludopatia, conosciuta anche come gioco d’azzardo patologico, non implica l’uso di sostanze chimiche ma i suoi effetti devastanti sulla vita delle persone coinvolte la collocano in modo inequivocabile nel quadro delle dipendenze. È una condizione caratterizzata da un impellente desiderio di giocare d’azzardo, la perdita del controllo sul gioco e il fallimento nel riuscire a smettere, nonostante le conseguenze negative. Mentre molte persone associano la dipendenza solo all’uso di sostanze come droghe o alcol, è importante riconoscere che la dipendenza senza sostanze è altrettanto reale e dannosa. La ludopatia segue uno schema simile ad altre dipendenze, con una fase di desiderio, una fase di consumo e una fase di ricerca di piacere. I giocatori d’azzardo patologici sperimentano una spinta irresistibile a giocare, spesso spendendo ingenti somme di denaro, e cercano costantemente di riuscire a ottenere quel piacere effimero che il gioco d’azzardo può offrire. Questa compulsione è così potente da distruggere relazioni, carriere e finanze personali. Può manifestarsi in una varietà di forme, tra cui scommesse sportive, slot machine, poker, lotterie e casinò.

L’Italia è una delle nazioni europee con una lunga tradizione di gioco d’azzardo. Secondo i dati forniti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel 2021, il giro d’affari complessivo del settore del gioco d’azzardo in Italia è stato di oltre 100 miliardi di euro. In Toscana il gioco d’azzardo è particolarmente popolare, con numerose sale slot e punti di scommesse sparsi in tutta la regione. Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze italiani, nel 2021 la Toscana ha registrato un giro d’affari di oltre 3 miliardi di euro nel settore.

“Il dato per la nostra provincia è impressionante e molto preoccupante: nel 2021 i lucchesi hanno giocato quasi 1.500 euro a testa ha spiegato Enzo Alfarano, presidente del Circolo ACLI di Lucca “La radice delle idee” che, insieme ad ACLI Pisa, ha organizzato lo scorso 24 ottobre un appuntamento dedicato ai giovani per diffondere la consapevolezza sul problema della dipendenza da gioco d’azzardo. QUIZ’ACLI, IL GIOCO GIUSTO! è un’iniziativa di ACLI che si inserisce nella più ampia progettualità di contrasto al gioco d’azzardo in Toscana: “grazie a questo sforzo, il 97% dei Circoli ACLI è oggi SLOT-FREE”, hanno spiegato gli operatori ACLI ai molti giovani intervenuti.

L’appuntamento organizzato al Caffè Dhea si è svolto con una breve presentazione seguita da una simpatica gara tra squadre, che si sono misurate in un quiz in cui si mescolavano domande di cultura generale e sul problema della ludopatia. L’invito è stato rivolto anche ai ragazzi impegnati nel loro anno di Servizio Civile, che hanno risposto numerosi. Al termine dell’evento, ACLI ha offerto un aperitivo a buffet a tutti.

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2 Commenti

  1. Scrivo di cosa di cui nulla conosco, salvo quanto leggo rispetto ai risvolti dannosi.
    Nulla conosco, scrivo, in quanto il gioco mi annoia tremendamente, la mia propensione al rischio è praticamente nulla, e non solo in riferimento al gioco: non rischierei nulla per un affare finanziario propostomi che mi offra anche il 5%, e se mi si dicesse dal promotore che il rischio è praticamente nullo, garantisce tit, e pure tot… Preferisco “perdere” la percentuale di inflazione.
    So che per legge il gioco d’azzardo tra privati è vietato, stop.

    Mi chiedo come mai, in un Paese dove chi, lecitamente e con denaro di provenienza, eventuale, dimostrata lecita, come nel caso di stipendi e pensioni domiciliati (per legge) in banca o Posta, da “alcuni” media siano state fatte campagne mediatiche da parte di ospiti che, usando, naturalmente, formule premesse da “in generale” e altro teso a non generalizzare per non offendere come giusto gli spettatori che, pur usando contanti, siano onesti rientrando nei parametri suddetti, a volte, quasi, sembrino considerare chi, nel rispetto del tetto al contante previsto per legge, usi il denaro coniato dalla Zecca di Stato o dalla BCE, invece dei mezzi elettronici offerti da privati, quasi alla stregua di mafiosi, terroristi, riciclatori, evasori fiscali…
    Mentre, forse, più banalmente, alcune persone, nel rispetto della legge, preferiscono, per vari motivi, l’uso del contante, ritenendolo più semplice e meno esposto a truffe informatiche.
    Si è arrivati a legiferare che, chi sopporti spese mediche, nei limiti del tetto previsto al contante, presso strutture private (onde non rischiare di attendere mesi per una visita urgente presso il SSN), se paghi in contanti, non possa scalare tali spese dal 730, anche se, naturalmente, tali spese sono perfettamente tracciate nella loro regolarità da regolare fattura che attesta il pagamento delle imposte. Questa cosa non riesco a capirla.

    Perché questa premessa?
    Lo spiego:
    Se esiste per legge un tetto al contante per prevenire eventuali, veri, malaffari, allora, mi chiedo:
    se la ludopatia, quella relativa ai giochi permessi dalla legge, è un danno che poi potrebbe rischiare di costare alla collettività, perché non prevedere anche un
    “tutto al gioco”
    e prevedere che, per giocare, venga stabilito anche un “tetto al contante zero”, e l’uso di una carta apposita da richiedere per giocare, carta che preveda un tetto mensile o giornaliero da non superare; naturalmente se ciò fosse costituzionale; è solo una mia proposta estemporanea per cercare di risolvere il problema.
    Sarebbe un buon motivo per una campagna di alcuni media in merito.

    In pratica, come per il tetto alo contante, si potrebbe stabilire un modo per controllare un tetto al gioco .

  2. Errata corrige in riferimento al mio precedente commento:
    Laddove scrivo:
    “… Perché questa premessa?
    Lo spiego:
    Se esiste per legge un tetto al contante per prevenire eventuali, veri, malaffari, allora, mi chiedo:
    se la ludopatia, quella relativa ai giochi permessi dalla legge, è un danno che poi potrebbe rischiare di costare alla collettività, perché non prevedere anche un
    “tutto al gioco”
    e prevedere che, per giocare, venga stabilito anche un “tetto al contante zero”, e l’uso di una carta apposita da richiedere per giocare, carta che preveda un tetto mensile o giornaliero da non superare; naturalmente se ciò fosse costituzionale; è solo una mia proposta estemporanea per cercare di risolvere il problema.
    Sarebbe un buon motivo per una campagna di alcuni media in merito.

    In pratica, come per il tetto alo contante, si potrebbe stabilire un modo per controllare un tetto al gioco . …”,

    correggo in :

    Perché questa premessa?
    Lo spiego:
    Se esiste per legge un tetto al contante per prevenire eventuali, veri, malaffari, allora, mi chiedo:
    se la ludopatia, quella relativa ai giochi permessi dalla legge, è un danno che poi potrebbe rischiare di costare alla collettività, perché non prevedere anche un
    “tetto al gioco”
    e prevedere che, per giocare, venga stabilito anche un “tetto al contante zero”, e l’uso di una carta apposita da richiedere per giocare, carta che preveda un tetto mensile o giornaliero da non superare; naturalmente se ciò fosse costituzionale; è solo una mia proposta estemporanea per cercare di risolvere il problema.
    Sarebbe un buon motivo per una campagna di alcuni media in merito.

    In pratica, come per il tetto al contante, si potrebbe stabilire un modo per controllare un tetto al gioco.

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