L’altra faccia dei Comics

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In questi giorni abbiamo tutti negli occhi lo spettacolo dei ragazzi (e anche di non più così ragazzi) travestiti da personaggi di fumetti o dei racconti fantasy che girano per la città. Uno spettacolo di colori e allegria piacevole e tranquillo.

Ma appena fuori dal centro, questa festa ha un costo almeno in parte inevitabile. Parliamo delle attività produttive. Parliamo delle strade e della possibilità di spostarsi. E parliamo delle persone che hanno limitazioni di movimento per problemi fisici o di anzianità.

I Comics sono anche questo: 5 giorni in cui gran parte della popolazione di Lucca deve chiudersi in casa o subire significativi disagi nella propria vita lavorativa. E lo deve fare perché è materialmente impossibile andare a lavoro. O perché, per recarsi a lavoro deve impiegare un’ora per attraversare la città nella prima periferia (neppure abitasse a Roma o Milano). E magari, una volta a lavoro, deve stare là con il negozio o l’attività vuote. Sì perché la folla che viene non è mica vero che riempie tutti i negozi indifferentemente: se (forse) vale per tutti i negozi del centro storico, questo non vale per quelli della periferia che sono, in gran parte, vuoti dei clienti locali e snobbati da chi viene da fuori e certo non è interessato ad entrare in un negozio di abbigliamento; o in una mesticheria. Figuratevi in uno studio professionale… Moltissime attività produttive impongono ferie ai propri dipendenti viste le difficoltà logistiche. E pace se non tutti i dipendenti desidererebbero farle (le ferie) a metà autunno. Del resto non è che sia davvero una scelta…

Che cosa vogliamo dire con questo? Che sarebbe meglio che i Comics si facessero altrove, magari non nel centro storico di Lucca? O che un afflusso di mezzo milione di persone da fuori che si aggiungono ai residenti in un comune che normalmente ne ospita un quinto sono insostenibili?

Non esageriamo. Alla fine sono uno stimolo, ad una parte del tessuto produttivo, che ha un senso ed è oggettivamente significativo. Sono sì solo 5 giorni su 365 ma sono 5 giorni epici di prezzi alti e guadagni intensi. Intendiamoci: parliamo di un vantaggio per la minoranza del tessuto produttivo lucchese. Che che se ne dica, la nostra economia non è prevalentemente turistica (e per fortuna!). Ma parliamo anche di pochi giorni: alla fine, al netto dei 3 giorni medi di festività (sabato domenica e Santi), sono quasi sempre 2 giorni soli di problemi per gli altri settori in un anno. Un peso accettabile in una comunità in cui ci si viene anche incontro. 

Resta una consistente preoccupazione per gli effetti epidemiologici che una tale concentrazione di persone potrà avere sulla città nei prossimi giorni. È un tema che probabilmente non ha soluzione ma, non per questo, possiamo passarlo sotto silenzio.

Quello che invece non va è il blocco stradale imposto a tutta la città. Quest’anno invece la situazione del traffico è letteralmente esplosa. Macchine parcheggiate ovunque è la norma. Ma macchine che bloccano le strade, in palese divieto di sosta, magari dove è anche prevista la rimozione coatta, senza neppure che, non dico un carro attrezzi le rimovesse (visto anche la difficoltà logistica) ma neppure un ausiliare del traffico che facesse scorrere il traffico o facesse una multa, non credo che sia un vantaggio per la città. Non credo che sia giusto dire che in quei giorni tutto è permesso. Non credo che possiamo fare finta di nulla rispetto al disagio che comporta non dico la rinuncia ad una normale mobilità, ma la tecnica impossibilità di spostarsi. A qualsiasi ora. O di andare a comprare una medicina o qualcosa da mangiare perché non ci sono posti neppure nei parcheggi sotterranei dei supermercati (anche se questo è colpa dell’organizzazione del supermercato, non dell’organizzazione dei Comics o del comune). Certo, chi sta bene può sempre andare a piedi o in bici, ma chi ha problemi deambulatori o una emergenza?

Senza contare che questi giorni avrebbero anche un senso religioso per una quota importante della popolazione: sono i giorni dei morti e molti cittadini vorrebbero poter raggiungere il cimitero per fare una preghiera per i propri morti. Per molti questa è una possibilità preclusa.

Alcune strade, ieri, erano letteralmente interrotte o trasformate in “trappole” da cui uscire era quasi un esame di prodezza di guida. Vedere le foto della strettoia di via Sauro come esempio. Una via che, normalmente, è stretta e problematica e dove c’è un divieto di sosta e di fermata con rimozione coatta H24 e che era stracolma di macchine parcheggiate senza neppure una multa. O i marciapiedi e i pratini lungo la circonvallazione che erano pieni di macchine. E se era così ad un passo dalle mura, dove erano presenti agenti e organizzazione dei Comics, lascio a ciascuno pensare cosa fosse appena poco oltre. Lo lascio immaginare o, più semplicemente, ricordare. Giacché chiunque abita in zona ha visto simili esempi di inciviltà.

In passato venivano individuate aree di parcheggio e comunicate con maggiore efficacia. Magari venivano anche chiuse al traffico alcune strade secondarie della periferia per trasformarle in parcheggi gestiti (collegandole con delle navette) e il traffico in entrata deviato in quella direzione. I parcheggi sono stati fatti anche questa volta ma le cose stanno scappando di mano. Le cose che si possono fare sono molte ma ci vuole maggiore determinazione nel conseguirle.

Far rispettare un minimo di regole, magari un po’ più rilassate del solito ma non per questo del tutto rimosse, è però un fatto di correttezza per la città.

Andrea Bicocchi
Andrea Bicocchi
Imprenditore, editore de "Lo Schermo", volontario. Mi piace approfondire le cose e ho un'insana passione per tutto quello che è tecnologia e innovazione. Sono anche convinto che la comunità in cui viviamo abbia bisogno dell'impegno e del lavoro di tutti e di ciascuno. Il mio impegno nel lavoro, nel sociale e ne Lo Schermo, riflettono questa mia visione del mondo.

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1 commento

  1. Non so se questi commenti possono essere pubblicati o devono essere comunque approvati da qualcuno. Vorrei dire a tutti che a mio modesto avviso siamo di fronte ad un fatto clamoroso, quasi incredibile, preoccupante. La questione sollevata dal sig. Andrea Bicocchi calza purtroppo alla perfezione. Questa vicenda dei Comics, tra l’altro incrociantesi con quella della scoperta in Italia della festività importata pari pari dagli americani e di antichi riti celtici, del nord Europa, è diventata drammatica. Va benissimo offrire al popolo “panem et circenses”, ma non paralizzare una città’ con tanti divieti, impedimenti, stravolgimenti come per i Comics. Va benissimo per i festanti, fa benissimo per le casse comunali, ma e’ inaccettabile per i responsabili del Comune autorizzare, acconsentire a tanto dispregio dei cittadini in genere; non si può’ assoggettarli a tanta folla, anche perché per non pochi e’ un danno. Va bene aiutare la cassa comune a far soldi, ma non gravando tanti altri. Forse non se ne rendono conto, abbacinati dalla favorevole iniziativa, peraltro interessante, ma da organizzare bene e prima che ce la portino via (attenzione!!), per cui confidiamo vivamente che per il prossimo anno gli Uffici competenti provvedano tempestivamente a organizzare la manifestazione come ormai s’impone. Ma c’e’ anche un altro grande pericolo. credo tuttavia già percepito da molti. Quello che un ente pubblico, a suo giudizio, o meglio di chi ne e’ pro-tempore autorizzato, possa decidere in merito a riduzione dei diritti fondamentali dei cittadini, sempre con la motivazione di superiori interessi finanziari come nel caso di specie, o altro similare! Un giorno potrebbero dirci che per favorire la circolazione tutti i pedoni vadano per strada solo nelle ore pari, oppure che per aiutare i corniciai (fossero tanti e importanti), o per maggior decoro degli ambienti, tutti coloro che hanno in casa appeso disegni, fotografie o quadri senza cornici di almeno un centimetro i primi due e cinque i quadri, provvedano a proprie spese in conformità alla ordinanza tal dei tali entro giorni 30. D’accordo, sono casi limite (ma quanto proprio non saprei!), però l’invito e’ a riflettere seriamente su quel che sta accadendo, perché potrebbero essere prodromi di pesanti errori, inaccettabili e ingiusti. Grazie.
    Pier

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