La piccola storia della Linea Gotica

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Probabilmente la Grande Storia della Linea Gotica è poco conosciuta dalla piccola Storia.

Adesso che conosciamo la strategia della Linea Gotica, è possibile ed importante scendere verso il basso, come guardando attraverso una lente di ingrandimento, fino ad arrivare al dettaglio locale, nella Piccola Storia; la nostra storia, quella tramandata dai nonni, dalle storie di famiglia, parzializzata ma vissuta dalle nostre famiglie. Vissuta, sopportata, sofferta.

Le piccole storie della gente comune, alla quale la battaglia di Rimini non dice niente, che non sanno l’ampiezza generale della Linea Gotica, la sua importanza geopolitica, del grande paradosso. Non sanno neanche cosa significhi, perché per la piccola Storia questo non importa.

Non importa molto. Per la gente comune quello che conta, che importa, che segna, è la vita quotidiana con il pezzo di Linea Gotica che hanno di fronte, nel quale sono immersi.

Che vivrà le stragi, quelle dirette, sanguinose e dolorose.

La nostra Linea Gotica è quella dei tedeschi nelle campagne, delle stragi, degli stupri, dei saccheggi, delle requisizioni. È quella dei soldati italiani che scelgono volontariamente o forzatamente di passare nella Repubblica Sociale Italiani, la R.S.I; un dramma sul dramma, un Italia spaccata in due. Famiglie contrapposte, fratelli che si combattono. È una storiaccia che ancora oggi ci portiamo dietro. Non passa.

La linea Gotica della piccola Storia è la servitù nei lavori, la carestia, la limitazione dei movimenti, i controlli dei documenti, l’oppressione, la repressione. 

È l’occupazione militare; è la Resistenza, quella dei 7 mesi di “stasi operativa”. È lo sconcertante radioproclama del gen. Alexander del 13 novembre del 1944:… «Patrioti! La campagna estiva, iniziata l’11 maggio e condotta senza interruzione fin dopo lo sfondamento della linea gotica, è finita: inizia ora la campagna invernale. In relazione all’avanzata alleata, nel periodo trascorso, era richiesta una concomitante azione dei patrioti: ora le piogge e il fango non possono non rallentare l’avanzata alleata, e i patrioti devono cessare la loro attività precedente per prepararsi alla nuova fase di lotta e fronteggiare un nuovo nemico, l’inverno. Questo sarà molto duro per i patrioti, a causa della difficoltà di rifornimenti di viveri e di indumenti: le notti in cui si potrà volare saranno poche nel prossimo periodo, e ciò limiterà pure la possibilità di lanci; gli alleati però faranno il possibile per effettuare i rifornimenti.

È il segno che sarà lunga… che sarà dura… che la guerra sulla Linea Gotica continuerà nell’inverno.

La Linea Gotica sono i bombardamenti devastanti della operazione “Strangle”, le missioni dell’O.S.S. e del S.O.E., quella dei lavori forzati e organizzati dalla Organizzazione Todt, dei rastrellamenti, dei bandi, degli sgomberi, della occupazione.

La Linea Gotica è il cibo razionato e condiviso con i soldati occupanti; multietnico per forzosa necessità; sul fronte tirrenico la generosa e naturale disponibilità americana faceva da contrasto con la stridente rigidezza britannica, sul settore adriatico.

L’abbondanza di razioni americane “K” (da nome del loro ideatore, il fisiologo Ancel “K”eys), che avevano al loro interno addirittura il caffè!

Quello vero, perché in giro, lungo la Linea Gotica, ormai si trovava solo il cosiddetto “surrogato”, la “ciofega” ricavata dall’orzo come direbbe Totò nel celebre film “I due marescialli”.

La Linea Gotica è il “coprifuoco”, la limitazione al movimento notturno dalle 22 alle ore 4; era prevista addirittura la fucilazione per chi contravveniva! È l’oscuramento notturno, con i vetri sbarrati dalla carta adesiva per evitare le schegge in caso di esplosione, e i controlli del capocaseggiato che non filtrasse la luce da fuori. Ridicola e inutile misura di sicurezza. Sono i segni degli idranti e dei rifugi sui muri. Ancora oggi in città se ne vedono.

La Linea Gotica qui in Lucchesia erano i bandi di clemenza e di intimidazione del Capo della Provincia Piazzesi, per i ribelli e i loro favoreggiatori, emessi per dissuadere i ribelli.

O quelli per precisare, intimorire e spaventare con continui avvertimenti di fucilazione i renitenti e i disertori.

La Linea Gotica era quella degli avvisi colorati nelle scuole di non toccare ne maneggiare oggetti a forma di giocattoli lanciati dagli aerei, in realtà ordigni pericolosi.
La linea Gotica erano le mine e gli ordigni inesplosi: vera e sanguinosa piaga che colpirà ancor più le popolazioni civili, e i bambini.

Fino agli anni ’70 nelle nostre scuole erano appesi ben visibili i manifesti colorati in rosso che sensibilizzavano i bambini sul pericolo di toccare ordigni inesplosi sempre frequenti nelle nostre campagne.

Ci vorranno decenni per mettere in sicurezza i terreni, e ancora oggi quasi settimanalmente i nostri artificieri intervengono per rimuovere ordigni rinvenuti e ancora attivi! L’ultima mina antiuomo è stata rimossa, funzionante, qualche mese fa, a pochi metri dall’abitato di Sommocolonia.

La Linea Gotica erano i piloti americani e inglesi degli aerei abbattuti e tenuti nascosti dalla gente.

Era l’obbligo di denuncia del bestiame, dell’ammasso dei raccolti, delle castagne, del vino e dell’olio,  pena la confisca. Questo bando era uno dei più odiati dalla popolazione che viveva proprio di pastorizia e agricoltura.

Era quella della ricerca degli ebrei. Era quella dei delatori

Odiosa pratica, la delazione, sempre perpetrata nella nostra memoria, purtroppo.

La Linea Gotica era quella delle stragi efferrate, sistematiche, dolorose, pesanti. Troppe.

Era quella dei campi di internamento e di concentramento.

In Socciglia, presso Borgo a Mozzano, vi era quello dei lavoratori della Todt, a Bagni di Lucca e Aa Castelnuovo Garfagnana quello degli ebrei internati. Da lì il 3 dicembre verranno caricati sui vagoni ferroviari e via Castelnuovo tradotti in Germania, per la soluzione finale. Definitiva.

La Linea Gotica era il “fronte”.

Una zona di incerta estensione, che delimitava due posizioni del terreno ben precise: quella dove c’erano gli Alleati, e quella dove c’erano le forze dell’Asse, i tedeschi e la Divisione Alpina “Monterosa” della R.S.I., i cosiddetti “Repubblichini”.

Nel mezzo, la “no man’s land”, la terra di nessuno. Zona di “confrontazione”.

Famiglie, paesi, terreni divisi, separati. La tragedia della guerra.

La Linea Gotica che divide. Alla fine, come abbiamo visto, si ritorce su se stessa, come un serpente. Non serve.

Per noi, sottosettore Valle del Serchio, si parla inizialmente della zona che va a Nord di Ponte a Moriano (Brancoli), fino a Borgo a Mozzano.

Le fortificazioni murate furono materialmente realizzate dalla Organizzazione Todt, che localmente aveva gli uffici presso Villa Morando, a Borgo a Mozzano.

Era diretta dall’Ingegner Hosenfield, che per accellerare i lavori impiegava anche ditte locali di costruzioni per affidargli, a cottimo, la realizzazione di alcune opere, quali strade, sterri e riporti di terra ecc.

Ma la massa dei lavori erano svolti da lavoratori coatti rastrellati e internati in un campo di concentramento in Socciglia, poco prima di Anchiano.

Una grande pietra, lungo la SS 12 ricorda questo luogo di dolore.

Le opere difensive iniziali, tra le quali l’inutile muro anticarro, sono in effetti assai distanti da quella che sarà la posizione finale di resistenza, quella sulla quale gli Alleati si attesteranno per 7 lunghi mesi, dal Settembre del ’44 all’Aprile del ’45.

Nel “sottosettore Valle del Serchio”, le difese murate e predisposte, erano state pensate utilizzando al massimo la morfologia del terreno, proprio per risparmiare tempo e costi. 

Iniziavano poco dopo Ponte a Moriano, già sul Monte Pittone, dominante altura che sorveglia dall’alto la S.S. 12 e la S.R. Lodovica, due importanti strade operative che corrono parallele al fiume Serchio, in una gola stretta e senza possibilità di aggiramenti.

In realtà, a causa della mutuabilità degli eventi bellici, per la quale ad un piano preliminare ben studiato non corrisponde mai una realtà operativa conseguente, queste imponenti difese non verranno assolutamente utilizzate! Nelle opere difensive della Gotica di Borgo a Mozzano non si sparerà neanche una fucilata! Gli Alleati, penetrati rapidamente verso il nord del Pistoiese, lungo la S.S. 66 che porta alla LIMA, raggiungono il 26 settembre i paesi del pistoiese di Stiappa, Pontito e Avaglio; quindi sono a poca distanza dall’importante incrocio sulla SS 12 “del Brennero”, dal quale con poco sforzo, potevano scendere verso Bagni di Lucca e prendere i tedeschi arroccati verso sud a Borgo a Mozzano, alle spalle. Come l’operazione della Linea Maginot!

Ma i tedeschi non sono i francesi. Al momento che realizzano il pericolo, si ritirano rapidamente dopo aver distrutti i ponti, (tranne quello Del Diavolo!) rapidamente verso nord ovest, di circa 20 km e si arroccano su una forte posizione ortografica naturale e definitiva: l’allineamento che dalla Pania scende verso Ponte di Campia, sale al Colle di San Quirico, il Ciocco; poi in Lama e quindi raggiunge il Monte Romecchio e prosegue sul crinale appenninico.

In questa nuova operazione di rischieramento non vi è il tempo materiale di costruire postazioni murate, e quindi si ricorre a trincee in terra, con legname e ripari naturali. Da scavare e occupare subito.

La Linea Gotica sono i piani dettagliati e manoscritti, ricopiati dal Geometra Silvano Minucci, che mentre lavorava su incarico per la Todt ricopiava e spediva la mappa delle fortificazioni agli Alleati. A rischio della fucilazione come spia.

Carta conservata ISREC Lucca.

Il 29 e 30 settembre le truppe Alleate, composte dal I e III Battaglione della FEB, occupano Borgo a Mozzano e Fornoli, ricongiungendosi a Nord con una colonna americana della Task Force “Wood” che è scesa dalle Pizzorne-Benabbio a Bagni di Lucca.

La linea Gotica per la gente è la commistione di soldati di colore brasiliani, i “piracjnas” brasiliani, e i successivi afroamericani della 92°Div. Buffalo; molte volte la gente del posto, per la naturale ignoranza geografica, addirittura non si renderà conto di questo “overlapping” operativo.

La Linea Gotica per la gente della valle del Serchio sono i “mori”, i “neri”.

Sono i “Repubblichini” della G.N.R. la 36° Brigata Mussolini “Lucca”. Triste primato.

Inutilmente cattivi, crudeli e tragicamente finiti.

Sono i partigiani del Gruppo Valanga, sono i patrioti della “XI Zona”, quella comandata da Manrico Ducceschi, “Pippo”. Anche lui scomparso nel ‘48 in circostanze misteriose, qui a Lucca.

La Linea Gotica è la “Wintergewritten”, il Temporale d’Inverno, la riuscita puntata offensiva che le forze dell’Asse fanno scattare il 26 Dicembre del ’44, sfondando il fronte nella zona di Barga. 

Arriveranno fino a Fornaci-Ponte all’Ania.

E dopo due giorni i tedeschi risaliranno sulle vecchie posizioni, senza modificare di un millimetro le sorti del conflitto, né della linea Gotica. Fino all’Aprile del 1945.

Per la mia famiglia, come per tante altre, troppe, la Linea Gotica è mio nonno Vittorio Biondi, decapitato da una mina tedesca a strappo, nell’agosto del ’45 a guerra finita in Lama, sulle trincee della Linea Gotica; è mio zio Adelmo Biondi, scampato alla guerra, e morto il 13 maggio 1946 in Piazza San Rocco a Sommocolonia, mentre toglieva dalle mani di un bambino, un razzo anticarro tedesco residuato della Linea Gotica. Un gesto di valore che soltanto la sensibile intelligenza del Sindaco Sereni ha accreditato 60 anni dopo, con la posa di una pietra ricordo. È mio padre Bertino Biondi ferito in combattimento da tre fucilate il 20 ottobre del ’44 sopra Sommocolonia, in piena Linea Gotica; è mio zio Paolo Biondi, che ha perso un occhio dallo scoppio di una granata il 30 ottobre del ’44 in Piazza San Rocco a Sommocolonia, mentre imperversava la Linea Gotica. È mio zio Santino ferito da una scheggia di mortaio al collo.

La mia famiglia ha dato, su questa maledetta linea Gotica.

La Linea Gotica sono io, che ho rimosso una delle ultime granate di artiglieria inesplosa in Mologno- Barga.

Sulla Linea Gotica.

Vittorio Lino Biondi
Vittorio Lino Biondi
Sono un Colonnello dell'Esercito Italiano, in Riserva: ho prestato servizio nella Brigata Paracadutisti Folgore e presso il Comando Forze Speciali dell'Esercito. Ho partecipato a varie missioni: Libano, Irak, Somalia, Bosnia, Kosovo Albania Afganistan. Sono infine un cultore di Storia Militare.

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5 Commenti

  1. Grazie Colonnello, per averci spiegato la linea Gotica che passava da Borgo Mozzano dove non è stato sparato un colpo. E di aver messo in luce la battagli di Sommocologna.

  2. Bellissima questa sua ricostruzione delle battaglie sulla Line Gotica. In particolare mi fa piacere che ricordi il contributo dei soldati alleati. A questo proposito vorrei sottolineare la presenza nel nostro territorio anche della X divisione da montagna, gli alpini americani. Uno di loro, Bill Ferguson, fu incontrato dai miei genitori e da allora le nostre famiglie si sono sempre tenute in contatto. Dopo la guerra divenne professore alla Stanford University e tutte le volte che sono stato in California, ha sempre voluto ospitarmi nella sua bella villetta di Los Gatos, vicino a S. Francisco. E’ scomparso due anni fa, ma ancora oggi mantengo relazioni epistolari con la moglie e i figli. Era una persona di grande valore umano e un naturalista autore di numerosi libri. Sono orgoglioso di averlo conosciuto.
    massimo di grazia

  3. Bell’articolo …è giusto spiegare alle giovani generazioni ( e non solo) gli avvenimenti tragici degli ultimi mesi di guerra , accaduti anche nei nostri territori.

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