La Linea Gotica, il grande paradosso!

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Concludiamo la grande Storia della Linea Gotica.

Siamo quasi alla fine, nella prossima puntata, l’ultima, vedremo la piccola storia, la nostra.

La “battaglia di Rimini” dal 25 agosto al 30 settembre 1944 è considerata la più grande battaglia di mezzi mai combattuta in Italia, al prezzo di 100.000 perdite tra morti, feriti, dispersi (compresi i civili italiani).

La vera battaglia della Linea Gotica è in effetti questa. Ma non “parte” in pieno.

Complice una pessima situazione metereologica che la rallenta, la impantana e blocca la spinta offensiva dei carri armati nel settore adriatico.

Ma soprattutto fallisce per la mancanza di una vera forza americana nel settore centrale.

Stalin, intuita la manovra geopolitica di Churchill, senza mettere nessuno in difficoltà, con una abile mossa di strategia, la fa “saltare”!

Semplicemente, durante la conferenza di Teheran, chiede insistentemente a Roosevelt, l’apertura di un secondo fronte francese, con forze sottratte dal fronte italiano (5° Armata) che verrebbero imbarcate e fatte sbarcare nel sud della Francia per collegarsi poi a Digione con l’avanzata da Nord, dal fronte della Normandia.

La foto la dice lunga. Infatti mostra uno Stalin sornione e soddisfatto accanto all’alleato Roosevelt, e un depresso Churchill assai pensieroso. Anche la “fisicità” della foto è emblematica; i due sono infatti Presidenti, mentre Churchill, posto leggermente ma significativamente più in basso, è un Primo Ministro; ancorché Plenipotenziario, non è un Capo di Stato come gli altri due…

L’apertura di un secondo fronte nella porzione d’Europa più ad occidente possibile, secondo Stalin avrebbe spezzato l’unità operativa della Wehrmacht in due tronconi molto lontani fra loro, impossibilitati ad aiutarsi manovrando per linee interne e, “incidentalmente”, ma neanche troppo avrebbe lasciato all’Armata Rossa campo libero ad Est, in modo da sovietizzare ogni metro quadrato di terreno riconquistato.

Questo sbarco è conosciuto come Operazione “Anvill-Dragoon”.

Semisconosciuta dalla Storia, perché perfettamente inutile.

Gli Alleati invadono la Francia da Sud, risalgono il Rodano e si congiungono a Digione entrando nella Linea Sigfrido.

Inutile strategicamente, ma utile solo a sguarnire, indebolire pretestuosamente, e rendere poco operativa la 5° Armata nel settore tirrenico; la 5° Armata così viene privata delle sue sette migliori divisioni, 3 americane e quattro francesi (meno male quelle…).

In questo tempo si inserisce anche la storia dell’ingresso in guerra del Brasile, che invia un primo contingente di 25.000 uomini, precipitosamente mandati a rafforzare l’esiguo allineamento difensivo Alleato, entrando in combattimento a Massarosa-Camaiore.

Così come arriveranno precipitosamente in linea, sempre nel settore tirrenico, zona di Lucca Valle del Serchio, anche gli afroamericani della 92 Divisione “Bufalo”. Inizialmente erano stati destinati per la semplice sorveglianza degli aeroporti alleati nella penisola salentina, da dove partivano giornalmente i grandi bombardieri per colpire gli obiettivi strategici del Nord, con l’Operazione Strangle .

La nostra gente, i nostri nonni, li confonderanno, chiamandoli semplicemente “i mori” senza praticamente distinzioni geografiche, peraltro sconosciute ai più.

I nuovi arrivati non sono inizialmente all’altezza operativa del compito assegnato.

Senza le Divisioni trasferite per la invasione del Sud della Francia, la puntata offensiva sperata da Churchill non avrà effetto.

Il piano fallisce… si sgonfia, si arresta; gli americani arrivano a vedere Bologna, ma la spinta offensiva si ferma!

I Tedeschi reggono, arretrano sulla Linea 2, predisposta già da tempo, e resistono, tengono.

L’Operazione Olive finisce, male.

I Comandanti americani per una serie di motivi, non ultima la vecchia ruggine colonialista britannica, tendono a ignorare/sorvolare le richieste e i piani britannici.

Gli americani stringono alleanze con Stalin, anche segrete, come nel pomeriggio dell’8 febbraio 1945 quando a Yalta si tiene un incontro segreto tra Roosevelt e Stalin, accompagnati solo dai rispettivi ambasciatori Harriman e Molotov, al quale non partecipa e non viene invitato Churchill, per concordare la data in ingresso in guerra dell’URSS contro il Giappone!

Roosevelt condivide con Stalin una visione “bipolare” del Mondo futuro, in netto contrasto con la visione “tripolare” di Churchill, nella quale l’Europa dovrebbe conservare un ruolo di “cerniera” tra i due mondi, americano e sovietico.

Roosevelt non era un ingenuo. Aveva capito che dopo la guerra, la Gran Bretagna avrebbe perduto molto della sua importanza e che gli USA avrebbero dovuto fare i conti con l’Unione Sovietica. Per questo cercava l’amicizia con Stalin, e andava più d’accordo con lui che con Churchill. Stalin e Roosevelt si erano già spartiti l’Europa sulla carta: nessuno dei due aveva interesse a contravvenire ai patti… (Arnol Toynbee – “Se gli usa fossero sbarcati nei Balcani” – Milano – Il Giorno nov. 1974).

La Grande Strategia di Stalin è esposta da Kruscev nel suo “The Glasnost Tape”. “Questo noi speravamo. Come la Russia, uscita dalla Guerra Mondiale, fece la rivoluzione, stabilì il potere sovietico, così noi, dopo la catastrofe della 2ª Guerra Mondiale, speravamo che l’Europa diventasse sovietica”.

Il clima di gelida avversione verso il Regno Unito da parte americana è così forte, che durante un incontro conviviale, il presidente Roosevelt rifiuterà di alzarsi e brindare a Re Giorgio mettendo in serio imbarazzo Churchill e anche lo stesso Stalin!

In una lettera al figlio Elliot a Teheran nel novembre del 1943, Roosevelt scrive:” Ogni volta che il Premier sosteneva l’invasione nei Balcani, era chiaro a ciascuno il significato delle sue parole; egli era soprattutto ansioso di conficcare un pugnale nel ventre dell’Europa per tenere l’Armata Rossa lontana dall’Austria, dalla Romania, e possibilmente perfino dall’Ungheria. Stalin lo sapeva, lo sapevo io e ognuno lo sapeva! Io non vedo il motivo di rischiare la vita di soldati americani, per proteggere gli interessi reali o immaginari dei britannici nel continente europeo!” (E. Roosevelt: “As he saw it”, pp.184-6)

Ma Churchill non demorde, ha la sua visione.

Continua a perseguire il suo piano e cerca il consenso da tutti.

È a Roma il 23 agosto; dove incontra in udienza privata il Santo Padre PIO XII; un incontro di portata storica tra i due più grandi avversari del comunismo.

l’argomento principe dell’incontro – scrisse il Premier – fu lo stesso che avevo avuto con il Papa Pio XI diciotto anni prima; il pericolo del comunismo, verso cui ho sempre avuto la più grane avversione (dislike); se avessi l’onore di un altro incontro con il Sommo Pontefice, non esiterei a parlare dello stesso argomento.

Churchill euforico per il felice esito dell’incontro, telegrafa subito a Re Giorgio per informarlo e riferire gli auguri del Santo Padre a Sua Maestà e alla Regina.

All’indomani della grande battaglia di Rimini, nella quale si ripongono tutte le speranze della Operazione OLIVE, per fermare tatticamente i tedeschi, ma strategicamente l’avanzata del comunismo in Europa, il Santo Padre PIO XII, perfettamente consapevole di ciò, effettuerà, un radiomessaggio il 1 settembre 1944:

“Il quadrante della storia segna oggi un’ora grave e decisiva per tutta l’umanità! Da cui dipende la sorte della civiltà cristiana nell’Europa e nel Mondo… Un mondo antico giace in frantumi. Veder sorgere al più presto da quelle rovine un mondo nuovo, più sano, giuridicamente meglio ordinato, più in armonia con le esigenze della natura umana, tale è l’anelito dei popoli martoriati. Quali saranno gli architetti che disegneranno le linee essenziali del nuovo edificio. Quali i pensatori che daranno ad esse l’impronta definitiva? Ai dolorosi e funesti errori del passato succederanno, forse, altri, non meno deplorevoli e il mondo oscillerà indefinitivamente tra un estremo e l’altro? Ovvero si arresterò il pendolo, grazie all’azione di saggi reggitori di popoli, su direzioni e soluzioni che non contraddicono al diritto divino e non contrastino con la coscienza umana e soprattutto cristiana? Dalla risposta a questa domanda dipende la sorte della civiltà cristiana nell’Europa e nel mondo.”

Ma come abbiamo detto, purtroppo il piano di Alexander fallisce!

Churchill vede così svanire il suo progetto di salvare l’Europa dal Comunismo.

Le nostre forze indebolite in Italia furono fermate e gli eserciti russi dilagarono nell’Europa orientale” (Churchill).

L’inizio della Guerra Fredda. La Linea Gotica. Il suo paradosso.

Mentre i tedeschi si irrigidiscono arroccandosi su di essa, la sfruttano al massimo, determinati a non cedere neanche un metro di terreno prezioso per la salvaguardia del fianco sud della Germania, la sua estrema resistenza impedisce il salvataggio successivo di terreno ad est, da parte delle truppe britanniche, opposte ai sovietici!

La funzionalità della Linea Gotica, condanna la stessa Germania ad un destino crudele e beffardo!

Una successiva divisione tra due nazioni, la Germania Federale e la Germania dell’Est che rimarrà fino al 1989!

Più che i tedeschi si irrigidiscono, più che resistono, e più che il fallimento del piano Olive, lo sfondamento ad est, per anticipare le orde sovietiche avanzanti, consegna ai russi proprio il territorio che i tedeschi che stanno inutilmente proteggendo da Sud!

Più resistono e più impediscono di salvare la Germania e la Mittleuropa dall’invasione sovietica.

Lo sa anche Kesserling… che è di fatto costretto a una difesa assurda, ostinata e drammatica…

Una tragedia nella tragedia

È il grande paradosso della Linea Gotica.

La Linea Gotica che si ritorce contro gli stessi ideatori.

Del fallimento della Operazione OLIVE, lo storico Bohemler ha affermato: “i Capi di Stato maggiore americani, appoggiati in pieno da Eisenhower, gettarono via una “vittorio d’oro” nel Mediterraneo. Invece che a Lubiana andarono a Marsiglia. I soldati americani sono caduti invano a Cassino, sulle coste e sulle montagne d’Italia. I loro generali hanno sciupato la vittoria sgorgata dal sangue dei G.I.”

Il successo della Gotica condanna l’Europa ad oltre 40 anni di divisione.

Essa è a tutti gli effetti il prodomo della Guerra Fredda.

Anche un successivo piano strategico sempre studiato da Churchil, l’Operazione “Gelignite”, nel tardo autunno del ‘44 non approderà a niente.

Il sogno di Churchill naufraga definitivamente.

L’Europa è persa.

La Linea Gotica funzionando perfettamente come potente ostacolo difensivo, ha in realtà bloccato e impedito l’unica possibilità per fermare l’invasione sovietica in Europa.

Saranno 40 anni di Guerra Fredda.

Per il colmo, Stalin, perfido e maligno, il 4 Febbraio ’45 dice a Churchill: “Ormai non è più probabile che i tedeschi pensino ad attaccarci. Non si potrebbe lasciare alcune divisioni in Italia e trasferire le altre qui in Yugoslavia ed in Ungheria per dirigerle verso Vienna? Qui esse si ricongiungerebbero con l’Armata Rossa aggirando i Tedeschi a sud della Alpi…”

Non gli costava niente dire questo, adesso, – osserva Churchill – ma io non feci alcun commento… Dissi solo: l’armata Rossa potrebbe non darci il tempo di completare le operazioni.” (Churchill – Yalta , Plans for World Peace in Triumph and Tragedy )

Questa è la Grande Storia della Linea Gotica. Il suo grande paradosso.

Adesso è tempo di scendere nella piccola Storia, la nostra.

Nell’ultima, prossima, puntata.

Vittorio Lino Biondi
Vittorio Lino Biondi
Sono un Colonnello dell'Esercito Italiano, in Riserva: ho prestato servizio nella Brigata Paracadutisti Folgore e presso il Comando Forze Speciali dell'Esercito. Ho partecipato a varie missioni: Libano, Irak, Somalia, Bosnia, Kosovo Albania Afganistan. Sono infine un cultore di Storia Militare.

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2 Commenti

  1. bellisima la sua ricostruzione dei fatti che hanno portatao alla divisione dell’Europa per più di 40 anni.
    Le segnalo però una piccola svista: Il big red one era la prima divisione americana di fanteria e non di cavalleria.

    • è vero; è un refuso di battitura, chiedo scusa e faccio ammenda. A volte (errando) si tende a trascrivere e sovrapporre la parola “armored” intesa come blindata/corazzata con la parola cavalry ( di fatto è una differenza operativamente solo lessicale, per questo…), e si incorre nell’errore; oggettivamente la divisione di fanteria in parola ha nel suo organico, in realtà, alcuni reggimenti di cavalleria ripartiti in squadroni, e questo ha portato alla errata semplificazione. ma nominativamente è di “fanteria”. Provvedo alla correzione.
      vittorio

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