In Spagna c’è stato il fallimento del progetto culturale della destra, non del progetto politico della Meloni

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In queste ore sui giornali non si parla di altro.

“È fallito l’assalto dell’estrema destra”

“Il progetto politico delle destre europee è naufragato”

“Se si parla di Europa la destra non passa”

E via titolando o discorrendo, è un tripudio di prese di posizione che stigmatizzano il fallimento della destra (tutta, in tutta Europa, senza poi una vera distinzione) e la tenuta della sinistra.

Onestamente queste mi paiono posizioni un po’ faziose. Nei numeri, e limitatamente alla Spagna, la sinistra è scesa (meno del previsto, questo sì, ma scesa indubbiamente) e a destra il PP è aumentato (di molto) anche a scapito di VOX che è effettivamente calata.

Per la sinistra è già molto parlare di pareggio.

Ma c’è del vero nelle posizioni di chi, da sinistra, vede una vittoria. Non nei numeri. In quelli sinistra scende e destra sale.

Meno che mai nella prospettiva europea. I giochi si devono ancora fare e le ipotesi di maggioranze di centrodestra sono ancora sul tavolo, con tutti i problemi che c’erano anche alla vigilia del voto, quando si immaginava che la Spagna svoltasse più decisamente a destra.

La vera vittoria per la Sinistra è culturale.

Simmetricamente, la vera sconfitta per la destra è sullo stesso fronte.

Il tentativo di VOX è stato quello di disegnare un progetto culturale e comunicativo da opporre a quello della sinistra. Un progetto di contrasto a teorie del gender, a “famiglie non-famiglie” come status generale e a tutti gli stilemi della cultura progressista di origine statunitense-hollywoodiano che è ben rappresentata da noi dal segretario del PD. Quindi non solo una proposta di governo, ma una proposta di cambiamento culturale che partisse dalla tradizione (Corrida) per contrastare il “progetto culturale progressista”.

E quelli di VOX sono stati “fatti neri” dalla sinistra. Ma neri forte.

Se la sinistra ha rimontato, lo deve tutto (anche a detta della maggioranza dei commentatori) alla campagna di interdizione che ha montato contro le posizioni culturali “retrograde” di VOX. Ha funzionato la chiamata per la salvezza democratica contro i “progetti oscurantisti e liberticidi” di quella che hanno chiamato “ultra-destra”.

Ma perché questa chiamata alle armi, che fa un giorno sì e l’altro pure anche il PD nostrano, non ha attecchito in Italia?

Perché Meloni non ha brandito la clava della revisione del progetto cultura in Italia. Non ha ricercato, o lo ha fatto in maniera residuale, uno scontro sui temi della cultura main-stream. Quando lo fece (ricordate “sono una donna e sono cristiana”?) la fecero a pezzi. Sebbene quello che disse era qualcosa per cui non dovrebbe esserci che rispetto (dove è finito il diritto di professare la propria appartenenza ad un gruppo sia esso religioso o di genere?).

La destra italiana ha lasciato il campo della cultura. Lo si vede anche nei piccoli eventi della cronaca: per una uscita decisamente sessista e volgare (abbastanza in stile Libero come ha provato a difendersi il giornalista: “Una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa”) hanno fatto fuori Facci. Sandro Ruotolo (responsabile informazione del PD) ha tuonato “Il servizio pubblico è di tutti ma non può esserlo dei sessisti, dei razzisti e del pensiero fascista”.

Poi, quando Saviano dichiara (più volte su Twitter) che Salvini è “Ministro alla Mala Vita” e che è difeso da “bande parlamentari”, parte l’ovvia querela ma il posto in RAI dello scrittore non viene davvero messo in discussione.

Per inciso, per me il primo non è giustificabile; il secondo neppure. Ma io la RAI non la guardo più da tempo…

Se sia giusto aver abbandonato il campo della cultura o meno è argomento complesso. Di sicuro le persone per presidiarlo oggi non si vedono sul lato destro del parlamento. E altrettanto di sicuro la scelta di soprassedere ha garantito a Melloni l’accesso a Palazzo Chigi.

Ma prima o poi il tema culturale si porrà. E lo farà anche per tutta una parte di popolazione che si riconosce in valori che oggi sono derisi (compresi quelli religiosi). Perché l’insieme dei valori così detti tradizionali è fondamentale per la stabilità del paese. E la sottovalutazione di questi, o addirittura la loro derisione, porterà frutti sempre più amari per tutti.

Qualcuno, su entrambi i fronti, se ne rende conto. Ma, per ora, nessuno alza la voce.

Andrea Bicocchi @Andrea_Bicocchi

Foto di Santiago Abscal – leader di VOX (da Wikipedia)

Andrea Bicocchi
Andrea Bicocchi
Imprenditore, editore de "Lo Schermo", volontario. Mi piace approfondire le cose e ho un'insana passione per tutto quello che è tecnologia e innovazione. Sono anche convinto che la comunità in cui viviamo abbia bisogno dell'impegno e del lavoro di tutti e di ciascuno. Il mio impegno nel lavoro, nel sociale e ne Lo Schermo, riflettono questa mia visione del mondo.

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