A scuola con le coperte, prorogata la Dad al Passaglia. Gli alunni: “La Provincia non ci ascolta”

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Hanno dovuto portare il termometro in classe per misurare la temperatura nelle aule, fredde da giorni; facevano lezione con cappelli, piumini, coperte di lana e la situazione durava da giorni. C’erano dieci gradi.

Dopo uno sciopero bianco (a cui hanno aderito anche alcuni insegnanti), sostenuto anche dalla preside, la dottoressa Mencacci, è arrivata la decisione: le lezioni si svolgeranno in Dad. Gli alunni e le alunne del liceo musicale Passaglia sarebbero dovuti rientrare in presenza oggi (16 gennaio), dopo l’installazione di un nuovo impianto, più piccolo (e senza garanzie di funzionamento), ma così non è stato. Una circolare di ieri (15 dicembre) ha infatti comunicato che, su richiesta dell’amministrazione provinciale, le lezioni proseguiranno in Dad fino a data da definirsi.

Dopo i disagi nei container quindi, denunciati più volte dagli studenti del Paladini Civitali e approdati sulla tv nazionale, anche la caldaia nel complesso di Sant’Agostino (la sede più critica) non funzionano nonostante i recenti restauri (2017). Situazioni simili si sono verificate anche nelle altre sedi dell’istituto in piazza Napoleone e in via Fillungo dove però i problemi riguardano i termosifoni.

La caldaia non funziona, anzi, non ha mai funzionato – dicono gli studenti -. Ogni anno siamo costretti ad affrontare questo tipo di problema o a fare lezione con i giacchetti. La temperatura quando il riscaldamento si blocca non arriva alla soglia minima legale per svolgere le lezioni e per questo motivo abbiamo deciso di fare sciopero. Avere una sede adeguata è un nostro diritto”. A questo si aggiunge il problema dei protocolli anti-Covid-19: “Inoltre – dicono gli studenti – per la normativa anti-contagio, siamo costretti ad aprire porte e finestre per far circolare l’aria, una volta ogni ora, per cinque minuti. C’è un ghiaccio incredibile”.

Era il 2013 quando la Provincia elaborò il restauro dell’edificio del grande complesso di Sant’Agostino nel centro storico di Lucca con l’intento di trasferirvi, dopo l’accordo nel 2015 con il Demanio dello Stato, il Liceo Musicale Passaglia, ospitato prima di quel momento in via della Corticella. Il progetto, elaborato in accordo con la Soprintendenza, ha avuto il costo complessivo di un milione e 818mila euro (1milione stanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, 647mila euro da stanziamenti statali e 166mila euro da fondi diretti della Provincia). Ad aggiudicarsi la gara d’appalto fu la società A.T.I e la proposta progettuale si intitolava proprio La fabbrica dei musicisti (Gonews.it).

All’inaugurazione, il 9 gennaio 2017, la ‘nuova scuola’, oltre ad entrare nella classifica delle dieci scuole più virtuose d’Italia perché sapeva rispettare tradizione e storicità nell’innovazione (report di Legambiente pubblicato su Repubblica.it), fu presentata come l’edificio più all’avanguardia: aule moderne, struttura anti-sisimica, coibentazione termo-acustica delle murature e impianti che rispondevano “ai più avanzati criteri di efficienza energetica ed impiego di materiali ecocompatibili” (Gonews.it). In particolare, per il riscaldamento, l’impianto è stato realizzato con radiante a pavimento. Soddisfatto il presidente della Provincia, Luca Menesini, dichiarava: “Una giornata storica per Lucca e per l’intera comunità […]. Investire nell’istruzione, in cultura e in strutture scolastiche che siano belle, adeguate e funzionali rappresenta un dovere per le istituzioni, soprattutto in momenti di crisi economica come quelli che stiamo vivendo”.

Arrivati a dicembre 2021 però, di adeguato e funzionale nell’edificio sembra esserci rimasto ben poco. Sorge allora spontanea una domanda, che arriva direttamente dalla voce degli studenti uniti per la ‘loro’ scuola: “La Provincia dov’è? Dove sono gli operatori? Più volte abbiamo sollecitato invano gli enti competenti – dicono -. Ci ascoltano o fanno finta?”. Ancora non ci è dato di saperlo e, anche questa volta, tutti ne parlano ma del presidente Luca Menesini nessuna traccia.

Foto da Facebook

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