Una storia di soldati, italiani. 10 settembre 1943…

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Colle di Compito, Capannori, Lucca;

Campo per Prigionieri di Guerra “P.G” nr. 60 località “Al Pollino” ai piedi dei Monti Pisani, versante Nord.

Vi sono richiusi circa duemila prigionieri di guerra, inglesi, sudafricani, indiani…

Il campo, del tipo “attendato”, è sotto la responsabilità di sorveglianza e custodia dal Regio Esercito Italiano; comandante del piccolo gruppo di soldati di guardia è il Colonnello Vincenzo Cione, da Bagnoli (Avellino), un richiamato di 63 anni, già decorato della Grande Guerra…

Il Campo di Prigionia era fisicamente dislocato su una porzione di terreno brullo e disabitato, zona est del laghetto; a sud era delimitato da una piccola linea ferroviaria secondaria, la Lucca-Pontedera, che aveva lì vicino la stazioncina di “Colle di Compito”.

Al mattino del 10 settembre 1943, verso le 11,30, due giorni dopo l’armistizio del disastroso giorno 8, il Comandante assieme al Capitano Massimo De Felice, di Palombaro ( Chieti) e il Soldato Domenico Mastroippolito di S. Buona (Chieti), va incontro agli avieri tedeschi della Luftwaffe di stanza all’aeroporto di Tassignano, venuti a “prelevare” i prigionieri nemici.

Il Colonnello Cione aveva però i suoi ordini, e ben chiaro il codice comportamentale del soldato.

Aveva chiara soprattutto la legge Morale, che è superiore a tutte le leggi, civili, militari e religiose,

Si oppose, con forza e determinazione, alla consegna dei prigionieri, dei quali rispondeva personalmente, in obbedienza alla consegna ricevuta

E per questo, nel corso di una decisa collutazione, mentre resisteva alla pretesa tedesca, fu ucciso da una scarica di mitra, assieme al Cap. De Felice e al Soldato Mastroippolito. Alcuni altri soldati rimasero feriti.

Non prima però, visto il degradarsi della situazione, di far permettere la fuga dei prigionieri dalla parte nord della recinzione,  dando loro la possibilità di salvarsi. I soldati in fuga si nascosero, protetti dalla popolazione nelle colline circostanti del Compitese.

Storie della guerra, poco conosciute, ogni tanto…un po’ di cerimonie, ogni tanto qualcuno la ritira fuori, ma la maggioranza non sa neanche di cosa si parla. La Memoria dimenticata, perduta.

Viene facile un parallelo con un vero “Eroe”; il Vicebrigadiere dei Carabinieri Salvo D’Acquisto che si immola, si sacrifica, per salvare la popolazione della sua Stazione destinata allo sterminio; ma questa tragedia del Campo nr.60 assume un valoro di eroismo addirittura più alto!

Il sacrificio di chi si immola per difendere, paradossalmente, addirittura i suoi “nemici”, i prigionieri inglesi, che in quel momento sono inermi, affidati alla custodia e responsabilità degli italiani; in totale obbedienza alle leggi di guerra, alla legge dell’onore militare e alla legge morale; difendono i loro “nemici”, che hanno un dovere di custodia, fino alla morte!

Che arriva, impietosa.

Il tempo ha ucciso due volte Il Colonnello Cione il Capitano De Felice e il Soldato Mastrippolito, piano piano dimenticati…

Addirittura per il soldato Mastroippolito saranno necessari altri 50 anni per localizzarlo e identificarlo, perché era stato creduto disperso in Russia.

L’anno successivo questo campo sarà riattato e “baraccato” per accogliere altri sfortunati, ebrei, internati ecc. assieme ad altri campi di internamento nella provincia, tra i quali quello di Bagni di Lucca.

Ringrazio di cuore il prof. Cipollini, Presidente dell’A.N.P.I. di Pietrasanta, storico locale di elevato spessore, che mi ha generosamente condiviso le sue informazioni in materia, con la precisa richiesta di diffonderle e riportare via questa storia.

Ogni tanto, per la verità, qualcuno arriva con qualche “progetto” (si va avanti a “progetti” in questo paese…), il recupero della Memoria, i Luoghi della Memoria, il Percorso della Memoria…

Nel 1973 il Consiglio Comunale di Bagnoli Irpino ha intitolato una via nel nuovo rione di Vigna dei Monaci al Col. CIONE.

Quest’anno, il 10 settembre 2022, un gruppo di paracadutisti d’Italia della Sezione A.N.P.d.I. di Lucca ha provveduto alla pulizia del cippo commemorativo “al Pollino” e alla posa di un mazzo di fiori, per far si che il sacrificio e l’impegno dei tre soldati italiani non rimanesse nel dimenticatoio e nell’oblio dii una fugace memoria dei progetti.

Col. Cione

Motivazione della Medaglia d’argento al valor Militare del Col. CIONE:

Comandante di un campo di prigionieri di guerra Anglo – Americani per quanto in situazioni di assoluta inferiorità per uomini e mezzi, tentava di opporsi ai Germanici che procedevano all’occupazione del Campo. In tale eroico tentativo, venne ucciso mentre estraeva dalla fondina la pistola per reagire contro l’azione dei Tedeschi, onorando con la sua morte il nome dei soldati d’Italia.”

Per gli altri due sfortunati, solo il ricordo della nostra buona Memoria.

Vittorio Lino Biondi
Vittorio Lino Biondi
Sono un Colonnello dell'Esercito Italiano, in Riserva: ho prestato servizio nella Brigata Paracadutisti Folgore e presso il Comando Forze Speciali dell'Esercito. Ho partecipato a varie missioni: Libano, Irak, Somalia, Bosnia, Kosovo Albania Afganistan. Sono infine un cultore di Storia Militare.

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3 Commenti

  1. Davvero interessante e commovente questa storia. Questa rubrica mi piace molto e spero che possa continuare fornendoci informazioni storiche che sinora non conoscevamo
    Complimenti al Colonnello Biondi per il suo rigore storico e documentale.

  2. Un grazie al colonnello Biondi che con precisa e maniacale ricerca riesce a dare informazioni di storia e fatti avvenuti durante la 2 guerra mondiale sul nostro territorio. Grazie Vittorio per il tuo impegno.

  3. Articoli sempre più interessanti e storicamente documentati e precisi , il Col.Biondi sa scegliere con cura le sua fonti e si attiene al fatto storico senza retorica o revisionismi . complimenti alla rubrica

Rispondi a Mariacristina Pettorini Betti Cancella la risposta

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