Il Volto Santo tornerà alla sua colorazione originaria, con il restauro saranno rimossi gli strati superficiali scuri

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Sono passati 885 giorni dalla conferenza che si tenne nella chiesa cattedrale il 28 dicembre 2021 e soltanto venerdì scorso, 31 maggio, è stato diffuso un comunicato ufficiale che annuncia quello che sarà il futuro del Volto Santo, anche dal punto di vista della colorazione.

«L’impegnativo intervento di restauro del Volto Santo – promosso dall’Ente Chiesa Cattedrale di San Martino, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e coordinato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze d’intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per province di Lucca e Massa Carrara – è giunto a un momento decisivo. A conclusione della campagna diagnostica – si legge nel comunicato stampa – il Comitato scientifico ha potuto valutare le diverse opzioni di intervento, condivise dal Comitato promotore e volte ad una restituzione dell’opera che garantisse il rispetto della sua valenza religiosa e devozionale insieme alla doverosa attenzione nei confronti della materia di un manufatto storico unico. Nei prossimi mesi si procederà perciò alla rimozione degli strati superficiali scuri, costituiti da una miscela di carbone, oli essiccativi e cera d’api che nel tempo hanno annerito l’opera coprendone le originarie cromie e occultandone la plasticità dei volumi e la preziosità della materia».

Un dipinto che mostra gli antichi colori del Volto Santo

«Torneranno così leggibili la tunica di colore blu scuro, costituita da un composto di lapislazzuli e olio, e le dorature decorate sul bordo delle maniche, dello scollo e dell’orlo della tunica. I capelli e la barba del Cristo riacquisiranno la cromia giallo/bruna originaria conferendo maggior risalto al modellato. Gli incarnati torneranno ad avere le tonalità più chiare testimoniate sino alla fine del Seicento dai numerosi dipinti e affreschi raffiguranti il Volto Santo presenti sul territorio. A causa della perdita di gran parte degli strati di azzurrite più superficiali della croce – prosegue il comunicato – verrà recuperata la preziosa policromia sottostante, più antica, ben conservata e costituita da pigmento rosso con decorazioni bianche e bordi a lapislazzuli. Nell’ottica di garantire adeguata stabilità ad un’opera imponente e composta da più parti, si è provveduto allo stacco del corpo del Cristo dalla croce, mantenendo tuttavia inalterato il sistema dei perni di ancoraggio esistenti. La separazione permetterà di approfondire ulteriormente la conoscenza della tecnica costruttiva, anche al fine di elaborare il progetto di ricollocazione nel tempietto di Matteo Civitali all’interno della cattedrale».

Colore dell’incarnato zona del collo

Dunque il Volto Santo torna alla colorazione originale che non è quella scura dovuta agli strati più superficiali, costituiti da una miscela di carbone, oli essiccativi e cera d’api. Saranno sei i colori che vedremo alla fine del restauro, quando la sacra effigie sarà riportata nel tempietto del Civitali. I tempi del restauro e quindi del ritorno nel tempietto sembrano confermati per il settembre 2025.

La lunga fase diagnostica, iniziata nel dicembre 2022, che ha portato alle decisioni del «Comitato scientifico» condivise dal «Comitato promotore», ha fatto emergere i seguenti colori:

pelle, capelli e barba – gli incarnati, dunque il volto, le mani e i piedi torneranno ad avere le tonalità più chiare, tendenti al rosa, testimoniate sino alla fine del Seicento dai numerosi dipinti e affreschi raffiguranti il Volto Santo presenti sul territorio. I capelli e la barba del Cristo riacquisiranno invece la cromia giallo/bruna originaria, conferendo maggior risalto al modellato.

Tunica – tornerà ad avere un colore blu scuro, costituita da un composto di lapislazzuli e olio, ci saranno inoltre le dorature decorate sul bordo delle maniche, dello scollo e dell’orlo della stessa tunica. La colorazione tenderà dunque al blu di Prussia con tendenza verso lo scuro per effetto dell’olio che utilizzato.

Croce – la perdita di gran parte degli strati di azzurrite più superficiali della croce impone il recupero della preziosa policromia sottostante, più antica, ben conservata che è costituita da un pigmento rosso con decorazioni bianche e bordi a lapislazzuli.

Già nel convegnodel 16 settembre 2023 vennero mostrate ai presenti nella chiesa di san Giovanni alcune immagini che evidenziavano i vari e più antichi strati ritrovati sul Volto Santo, a cominciare proprio dagli incarnati di viso, mani e piedi, ovvero gli strati di ridipinture di tonalità rosa poi coperte dalle stesure oleose che si sono imbrunite nel tempo. Anche la veste che ci siamo abituati a vedere di colore scuro per la presenza di almeno due ridipinture, in passato aveva altra colorazione: lo strato più antico aveva una tonalità blu costituita da lapislazzuli, pigmento preziosissimo presente anche in uno strato di ridipintura intermedio misto a nero e quindi più scuro. Il 17 aprile scorso c’era stata una riunioneper avviare il percorso di restauro del Volto Santo dopo la fase diagnostica. Oltre alrestauro dell’antico e venerato crocifisso è in corso anche quello dell’interno del tempietto del Civitali.

Ricordiamo le varie tappe di questo importante restauro.

Colore dell’incarnato zona del naso

13-14 settembre 2021 – In occasione della tradizionale grande festa della «Esaltazione della Santa Croce» viene confermata la delicata condizione della sacra effigie che impone anche con una certa urgenza un importante intervento di restauro.

28 dicembre 2021 – Nella chiesa cattedrale vennero convocati i cronisti per l’annuncio del restauro. Presenti fra gli altri: l’arcivescovo Paolo Giulietti, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Marcello Bertocchini, l’allora sindaco Alessandro Tambellini, la soprintendente Angela Acordon. «Il Volto Santo, opera d’arte celebre in tutto il mondo e reliquia meta di pellegrinaggi fin dal Medioevo, divenuta nel corso dei secoli simbolo di Lucca stessa, verrà restaurato. Il crocifisso- venne spiegato – era datato dalla maggior parte degli storici dell’arte al XII-XIII secolo. Le indagini al carbonio 14 recentemente realizzate hanno dimostrato la sua antichità, spostando la datazione alla fine dell’VIII o XI secolo, e l’indagine svolta ha certificato il bisogno di un restauro conservativo soprattutto dello strato pittorico. Il delicato restauro sarà svolto a titolo gratuito dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, eccellenza italiana nell’ambito della conservazione e restauro dei beni artistici, grazie al sostegno della Fondazione CRL e in accordo con la Soprintendenza ABAP di Lucca. Durante il restauro, che comincerà nei primi mesi del 2022, il crocifisso tanto amato dai lucchesi, il cui volto secondo la tradizione sarebbe stato realizzato per intervento divino, non lascerà la Cattedrale: dopo le prime operazioni preliminari di consolidamento del colore, il Volto Santo sarà spostato dalla cappella del Civitali in un laboratorio appositamente creato nel transetto della Cattedrale, dove un monitor e un’apposita finestra consentiranno la visione del restauro. L’Ente Chiesa Cattedrale in accordo con la Soprintendanza ABAP, l’Arcidiocesi di Lucca, la Fondazione Cassa di Risparmio e l’Opificio delle Pietre Dure, ha deciso di creare due appositi comitati per il restauro di un’opera tanto importante: uno promotore, di cui faranno parte anche la Provincia e il Comune di Lucca, e uno scientifico. Oltre alle operazioni finalizzate alla conservazione del manufatto, sarà intrapresa una campagna diagnostica per conoscere meglio i segreti di quella che ad oggi è la scultura lignea monumentale più antica d’Europa».

18 luglio 2022 – Inizia l’allestimento nel transetto nord di San Martino del laboratorio dove avverrà il tanto atteso restauro del Volto Santo, opera d’arte e icona riconosciuta in tutto il mondo. Ma la sacra effigie resta nel tempietto in occasione della grande festa del 13 e 14 settembre 2022.

19 settembre 2022 – Iniziano, come programmato, le operazioni di messa in sicurezza del Volto Santo all’interno del tempietto del Civitali, compresa la rimozione dei vari arredi presenti che saranno a loro volta oggetto di manutenzione e restauro. Queste operazioni fanno parte della seconda fase dei lavori e sono preparatorie al trasporto dell’effigie lignea dal tempietto al laboratorio di restauro allestito nel transetto nord della cattedrale.

1 dicembre 2022 – Alle 12:30 di giovedì 1 dicembre 2022 si conclude la delicata movimentazione del Volto Santo dal tempietto del Civitali, dove era conservato da secoli, al laboratorio di restauro appositamente allestito nel transetto nord della cattedrale. La sacra effigie viene posta sopra dei cavalletti in posizione orizzontale e iniziano le analisi diagnostiche per poi procedere ad un restauro accurato e basato sulla conoscenza più approfondita del simbolo della Chiesa e della città di Lucca.

15 – 16 settembre 2023 – Prima una conferenza stampa, il giorno dopo l’importante convegno nella chiesa di san Giovanni. Si parla delle attività di studio e restauro del Volto Santo promosse dall’Ente Cattedrale grazie a un accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara e l’Opificio delle Pietre Dure e al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. La scultura si trova infatti nell’area di cantiere appositamente predisposta all’interno della cattedrale di san Martino ed è stata sottoposta a un’attenta campagna di indagini scientifiche per approfondirne gli aspetti tecnici e materiali e alle prime operazioni necessarie a mettere in sicurezza la pellicola pittorica, grazie a un gruppo di lavoro multidisciplinare che comprende storici dell’arte, esperti scientifici e restauratori specializzati.  Nell’ambito delle indagini, sia diagnostiche che condotte de visu in cantiere a integrazione di quelle effettuate a più riprese tra il 2012 e il 2021, sono emersi dati nuovi e importanti, relativi sia al Volto Santo che al tempietto che abitualmente lo custodisce. In particolare, per la prima volta, è stata presa in esame anche la croce del Volto Santo, rimasta finora ai margini dell’attenzione, e documentata per la prima volta in una miniatura, nel codice della Fraternità del Volto Santo dei primi del Trecento. Le analisi realizzate con il Carbonio 14, la rivelano in realtà molto più antica, di epoca altomedioevale come il Cristo. Altra grande sorpresa è giunta dalla analisi delle specie legnose della croce che ha rivelato la presenza nella croce di due legni diversi: castagno per l’asse verticale e cedro per il braccio orizzontale. Mentre il castagno è una pianta di ampia diffusione europea, il cedro venne trapiantato in Europa, dal Medio Oriente, solo nel XVI secolo. Si tratta quindi di un reperto di importazione, il cui utilizzo per la croce del Volto Santo fu probabilmente dovuto a una finalità simbolica, nell’intento di confermare la provenienza dalla Terra Santa di quello che era ritenuto il veridico ritratto del Salvatore scolpito dal discepolo Nicodemo. Attestano l’antichità della croce, al di sotto della tardiva tinteggiatura scura attuale, anche i diversi strati di colore che la rivestono, ed è stata rilevata la presenza di vere e proprie decorazioni a contorno della figura del Cristo.

La campagna diagnostica ha permesso di acquisire nuove importanti informazioni sulla tecnica di realizzazione del Volto Santo: al corpo, ricavato da un unico grande tronco di noce interamente scavato all’interno dalla testa ai piedi, sono innestate le braccia tramite un sistema di giunti (tenoni) che si inseriscono in appositi alloggi (mortasa). La giuntura delle braccia è rafforzata da una fascia di tessuto mentre l’unione del crocifisso alla croce è garantita da 6 perni (4 in rovere e 2 in cedro che fissano le braccia alla croce sottostante). Inoltre, dato importante, è confermata l’antichità del Cristo ligneo (VIII-IX sec.) da nuove analisi al Carbonio 14 effettuate sulla fascia di tessuto all’altezza della giuntura del braccio sinistro con il torso del Crocifisso.

Le indagini hanno poi rivelato due interventi di restauro, finora sconosciuti dalle fonti: un rifacimento in antico di parte della punta di entrambi i piedi, forse consumati dalla devozione dei fedeli, e un più recente rifacimento di pollice e indice della mano sinistra del Cristo.

Sotto lo strato scuro che ora riveste interamente la veste, in corrispondenza del collo e della parte terminale delle maniche si è riscontrata la presenza di dorature con motivi vegetali contornate da una decorazione formata da puntini a rilievo rossi e bianchi.

Il Volto Santo che siamo abituati a vedere scuro negli incarnati, nella croce e nella veste è stato ridipinto più volte nel corso della sua millenaria esistenza, celando la sua colorazione originaria. Per la comprensione delle policromie che si sono succedute in antico sulla scultura, come pure per le tinteggiature brune applicate a più riprese in epoca più recente sul Volto Santo, un supporto essenziale viene dalle analisi chimiche in corso, che caratterizzano gli strati pittorici nei loro materiali compositivi, comprensivi dei supporti preparatori, pigmenti cromatici e leganti. Queste hanno rilevato i diversi pigmenti impiegati, tra cui spiccano i lapislazzuli utilizzati dal primo strato che conferivano una colorazione blu alla veste. Molti sono stati i leganti individuati, grazie alle indagini chimiche, nei diversi strati pittorici che vanno dalla colla animale, all’albume d’uovo fino agli oli essenziali.

Queste indagini, che ci permettono di comprendere la composizione di ogni strato, così come le riprese radiografiche, stanno assolvendo a un duplice intento: la conoscenza di una storia complessa sviluppatasi nel lungo percorso di quest’opera antica di milleduecento anni, e il necessario supporto all’intervento di restauro in atto, sia per i metodi che per le scelte operative, con particolare riferimento alla delicata fase di pulitura alla quale si sta per dare avvio. Finora si è provveduto alla fermatura del colore che si stava sollevando in più punti, a trattamenti anossici per preservarlo da attacchi biologici e ad una prima pulitura superficiale sia dell’interno che dell’esterno della scultura. Adesso con le acquisizioni sulla composizione degli strati pittorici e sulla tecnica costruttiva si potrà entrare nel vivo della seconda fase del restauro.

Un’acquisizione inaspettata quanto importante è emersa nel tempietto del Civitali durante le operazioni preliminari alla movimentazione del Volto Santo quando si è resa necessaria la rimozione del fondale di legno rivestito di stoffa che faceva da sfondo al Volto Santo. Questa operazione ha rivelato la parete retrostante, costituita da una struttura muraria a conci lapidei, ben diversa dalle pareti marmoree del Civitali. Sulla parete di sfondo al Volto Santo è emersa una pittura murale frammentaria, con un partito decorativo aniconico a losanghe, girali vegetali e ruote che fiancheggiano una croce color ocra. Si tratta di un assetto finora sconosciuto e inaspettato del tempietto e dell’allestimento del Volto Santo, che per caratteristiche formali e materiali pare precedente il sacello di Matteo Civitali edificato tra 1482 e 1484.

Le indagini in corso, sia sulla muratura che sulle fondamenta sono finalizzate a chiarirne caratteristiche e datazione: l’ipotesi è infatti la preesistenza della parete al tempietto del Civitali, e la sua verosimile appartenenza alla cappella medioevale, ricordata dai documenti e in parte raffigurata in una miniatura degli inizi del Trecento. La sua conservazione nella sistemazione quattrocentesca del venerato Crocifisso si può intendere come la “sacralizzazione” di un elemento che essendo stato a contatto con il Volto Santo era diventato esso stesso preziosa reliquia.

Le indagini, estese nell’occasione all’intero tempietto, e il recupero delle pitture murali (comprensivo dello studio di un sistema che ne consenta un’accessibilità almeno parziale una volta ricollocato il simulacro ligneo) saranno oggetto di un ampliamento del progetto per il Volto Santo, coordinato dai tecnici dell’Opificio delle Pietre Dure. D’accordo con l’Ente Cattedrale, i dati raccolti durante il cantiere, inerenti sia il tempietto che la scultura, potranno essere restituiti al pubblico attraverso una piattaforma informatica dedicata, che consentirà, anche con l’ausilio della modellazione 3d, di fruire a diversi livelli di approfondimento delle tante storie che questo oggetto straordinario continua a raccontarci.

Nel convegno del 16 settembre 2023 venne fuori che il Volto Santo che tornerà nel tempietto del Civitali alla fine del restauro non avrà la stessa colorazione cui eravamo abituati. D’altra parte non sarà nemmeno clamorosamente diversa. Il convegno nella chiesa di San Giovanni ha fornito molte notizie interessanti e chiarito molti aspetti del restauro in corso, finora nella fase della diagnosi, ma ovviamente non è arrivato a rispondere a tutte le domande, a cominciare proprio dalla colorazione finale. Doveva esserci una data, il 25 settembre 2023, che doveva essere quella definitiva per avere il dettaglio delle stratigrafie dei vari colori. Ma poi siamo arrivati alla prime riunioni del comitato promotore soltanto nell’aprile 2024.

17 aprile 2024 – È la data della riunioneper avviare il percorso di restauro del Volto Santo. Non ci furono comunicazioni ufficiali alla fine dell’incontro del “Comitato promotore” che ha il compito di stabilire l’aspetto del Volto Santo da restituire alla venerazione dei fedeli. In pratica il 17 aprile sono stati forniti soltanto gli esiti della diagnostica, dunque le diverse possibilità di restauro del Volto Santo da parte di componenti del “Comitato scientifico”. Sul tavolo anche il tema della futura colorazione. Oltre alrestauro dell’antico e venerato crocifisso deve essere affrontato anche quello dell’interno del tempietto del Civitali. Per quanto riguarda i tempi si parla ormai della conclusione del grande restauro verso la fine dell’estate 2025, ragionevolmente in tempo per rivedere il Volto Santo nel suo tempietto in occasione della tradizionale processione della luminara di Santa Croce la sera del 13 settembre.

E così siamo arrivati al comunicato stampa di venerdì scorso 31 maggio, in attesa delle prossime fasi del restauro vero e proprio.

La comunità lucchese viene aggiornata sull’avanzamento dei lavori di restauro non solo con le conferenze stampa ma anche con periodici bollettini, video e immagini, pubblicati sul sito www.voltosantolucca.it

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Chi fa parte dei due Comitati.

Comitato promotore: Paolo Giulietti, arcivescovo di Lucca; Michelangelo Giannotti, vicario generale dell’Arcidiocesi di Lucca; Marco Gragnani, rettore della Cattedrale; Mauro Viani, Capitolo della Cattedrale; Marco Pardini, sindaco del Comune di Lucca; Marcello Bertocchini, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca; Luca Menesini, Presidente Provincia Lucca; Angela Acordon, Soprintendente ABAP Lucca; Emanuela Daffra, Soprintendente Opificio pietre dure.

Comitato scientifico: Marco Gragnani, Ente Cattedrale; Annamaria Giusti, Ente Cattedrale; Francesco Niccoli, Ente Cattedrale; Ilaria Boncompagni, Soprintendenza ABAP Lucca; Maria Elena Fedi, INFN; Maria Perla Colombini, Università di Pisa; Nicola Macchioni, IBE/CNR; Raffaella Fontana INO/CNR; Salvatore Siano, IFAC/CNR; Sandra Rossi e Simone Porcinai, Opificio pietre dure. Fino alla morte, avvenuta nell’aprile scorso faceva parte dei due comitati anche Marco Ciatti, già Soprintendente dell’Opificio pietre dure.

Soggetti attivi nel restauro

Committenza: Ente chiesa Cattedrale di San Martino d’intesa con l’Arcidiocesi di Lucca.

Finanziamento: Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca

Progetto di restauro: Settore Scultura Lignea Policroma con la collaborazione del Reparto Supporti Lignei, Opificio delle Pietre Dure di Firenze

Direzione del restauro: Dott.ssa Sandra Rossi, Sara Bassi, Opificio delle Pietre Dure;

Alta sorveglianza: Dott.ssa Ilaria Boncompagni, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Lucca Massa e Carrara.

Restauro della scultura lignea: Dott.ssa Francesca Spagnoli

Restauro del baldacchino e fondale: Lo Studiolo snc Lucca

Restauro dei bronzi e argenti: Svèta Gennai

Movimentazioni: Arterìa

Collaborazione allo smontaggio: La bottega di Nello, Lucca

Progettazione del laboratorio di restauro. Ing. Pietro Capone, Ing. Tommaso Giusti

Direttore dei lavori: Arch. Marta Conforti

Coordinatore della sicurezza: Ing. Tommaso Sorbi

Imprese esecutrici del cantiere: Nannini Costruzioni S.R.L., TecnoService S.R.L.,

Progetto grafico del laboratorio: Studio Centoundici

Stampa digitale: C.I.V.A.S. Pubblicità SRL.

Documentazione fotografica: Foto Alcide SRL

Documentazione video: Roberto Giovannini

Addetti Stampa: Andrea Salani (Fondazione CariLucca), Lorenzo Maffei (Arcidiocesi di Lucca)

Sito Web. Studio Centoundici.

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1 commento

  1. Articolo interessante che illustra bene le fasi del lavoro , le modalità e gli esiti finali attesi del restauro del Volto Santo, caro alla sensibilità del popolo di Lucca, credente o meno. L’auspicio è che siano rispettati i tempi per tornare a vedere e adorare la preziosa effigie nel suo luogo primigenio, il tempietto del Civitali.

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