Ex Manifattura: campo di battaglia per le prossime amministrative?

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Non c’è tregua per quella che, a ormai un anno dall’inizio della vicenda, si rivela ancora la battaglia più infuocata degli ultimi tempi: la rigenerazione della Manifattura Sud.
Da una parte la società civile, i tecnici, i cittadini stessi e parte dell’opposizione non da tregua e, a colpi di comunicati stampa, documenti e video chiarificatori, cerca in tutti i modi di colmare quelle lacune, dettate dalla poca trasparenza, che ancora rendono questo progetto non convincente. Dall’altra un’Amministrazione comunale che ha sempre tenuto il freno tirato sulla questione, senza mai esporsi troppo, anche se – c’è da dire – il Sindaco Tambellini, qualche settimana fa, ha finalmente deciso di pubblicare un video sulla sua pagina facebook in cui ha dato tutte le risposte che i cittadini chiedevano da tempo: risposte – però – che non hanno convinto proprio tutti.

Un po’ di tempo fa scrivemmo un pezzo per puntualizzare quanto per noi la Manifattura non avesse colore politico – cosa di cui siamo ancora fortemente convinti – ma oggi, guardandoci intorno, quello a cui assistiamo sembra solo ed esclusivamente un campo di battaglia tra fazione politiche che giocano a rincorrersi e sferrare pugni agli avversari di turno.
Interessa davvero ancora a qualcuno la rigenerazione del complesso della parte sud della Ex Manifattura Tabacchi, o tutta la questione si è ridotta solo al teatrino politico in vista delle prossime amministrative 2022?
Che un argomento di così grande portata possa scombinare gli equilibri e diventare una questione, non solo urbanistica, ma di carattere politico è ovvio, ma è inevitabile chiedersi se si è trasformata nella cartina tornasole delle prossime elezioni.

E’ chiaro che il centrosinistra stia cercando di accorciare i tempi con tutte le sue forze, nella folle rincorsa a quella firma che segnerebbe la fine – che poi in realtà è solo l’inizio – di quel dannato progetto che a fine mandato dovrebbe far apparire il Pd come il salvatore della città. Viene però da chiedersi se portare a termine il tutto non si riveli poi un grandissimo autogol da parte del Pd stesso che, se dovesse tornare a governare la città tra un anno e mezzo, si troverebbe con un nuovo sindaco che dovrebbe inevitabilmente gestire una bella gatta da pelare, con un’opinione pubblica inferocita e con quella credibilità che, vuoi o non vuoi, è stata fortemente minata dalle dinamiche di gestione della cosa. Parlando in termini strategici, è quindi giusto affidare una decisione di così grande portata a un Sindaco uscente?

L’amministrazione comunale, targata Pd, è ad oggi vista come la principale responsabile di quel mancato coinvolgimento della città, una città che in questi ultimi anni -a detta anche, e soprattutto, dei simpatizzanti della fazione politica stessa – si è sentita tagliata fuori dai processi decisionali, come a dire che gli amministratori si siano chiusi nei loro palazzi di potere senza dar spazio a quelle voci che avevano riposto fiducia e speranza in loro. A tal proposito non è passata inosservata la negazione di un processo di confronto sul tema proprio della Manifattura, portato in Regione dalla Consigliera Lega Elisa Montemagni che, considerando il grande caos sulla vicenda, auspicava alla creazione di un tavolo partecipativo in modo da districare tutti i nodi della questione. Il no secco del Pd ha sorpreso perchè, se già sarà difficile un domani mettere a tacere le polemiche sulla Manifattura e la dubbia gestione, ancora più complesso sarà convivere e rialzarsi dalla decisione di escludere a priori chi ha idee differenti, negando così la partecipazione e la discussione: valori di cui il Pd si fa portavoce, o almeno si faceva.

Se guardiamo dall’altra parte, non è che le cose siano più chiare: il centrodestra carico, ora come non mai, di aspettative da parte di una città che attende quell’unione tale da poter vedere alternative valide, si presenta come un insieme di schegge impazzite che, senza logica talvolta, cercano di imbucare il corridoio giusto per conquistare quelle tanto ambite poltroncine di velluto. Significativa la spaccatura di Fratelli D’Italia dove ogni giorno si dice tutto e il contrario di tutto, sinonimo inevitabile di uno scarso interesso reale al tema e di una smodata voglia di visibilità. Ed è così che tra possibili futuri candidati sindaco, consiglieri comunali e esponenti di quella parte politica, c’è chi ha deciso di non esporsi, chi ha cambiato idea radicalmente per motivazioni che non possiamo sapere – ma che ci è facile immaginare -, chi ha deciso di aspettare spiando dall’angolo in attesa di capire da che parte stare e chi si è esposto, anche troppo e a sproposito.

Un anno e mezzo – il tempo che manca alle prossime elezioni -, politicamente parlando, potrebbe sembrare un tempo tale per ribaltare ogni cosa e forse è così anche se, ad oggi, la questione Manifattura si presenta sempre di più come quella dirimente per l’ascesa del nuovo sindaco. Gli equilibri sono ancora molto labili, i giochi stanno iniziando a formarsi e le parti stanno ancora valutando il percorso da intraprendere e tutto ciò è indubbiamente giusto.

“In amore e in guerra tutto è lecito”: e la battaglia politica è effettivamente una guerra anche se ogni tanto sarebbe bene ricordarsi che da grandi poteri derivano grandi responsabilità, tanto per restare in tema di citazioni.
Quindi via alla corsa per affermarsi, via ai bluff e via alle strategie: che però i personalismi e le ambizioni personali non diventino l’unico motore perchè, se la furbizia e la lungimiranza sono indispensabili per avere visione di ciò che sarà, il restare fedeli a se stessi e il rispetto umano restano sempre le uniche prerogative per affermarsi, o almeno si spera.  

Bianca Leonardi
Bianca Leonardi
Classe 1992, Lucca. Una laurea in giornalismo e tanta voglia di dar voce a chi troppo spesso resta in silenzio. Lavoro da anni nella comunicazione e nell'organizzazione di eventi, saltando tra musica, teatro e intrattenimento. Perché "Lo Schermo"? Perché siamo giovani, curiosi e affamati di futuro.

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