Chiedo per un’amica – Puntata 2:”Il potere contrattuale nella coppia”

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Il potere contrattuale, in ambito economico e giuridico, è la peculiarità o il virtuosismo di una delle due parti che si trovano contrapposte nella formulazione di un contratto; è la credibilità con cui tale parte minaccia l’altra di ritirarsi dalla trattativa. Il potere contrattuale può quindi far conseguire alla parte più forte numerosi vantaggi.

Questo concetto può essere esteso anche all’ambito delle relazioni. Soprattutto nella fase iniziale, infatti, c’è sempre una parte emotivamente più forte dell’altra; si tratta del classico “coltello dalla parte del manico”, ed è proprio chi lo detiene ad avere maggiore potere.

Quando una relazione è appena nata, è molto difficile che entrambi i partner diano l’esatto 50%, in tal caso significherebbe che la coppia abbia trovato il perfetto equilibrio. Contrariamente, c’è sempre qualcuno che mette qualcosa in più, proprio per colmare le mancanze dell’altro; ed è esattamente in questo modo che si concede all’altro il potere sopra citato.

Chi lo detiene, infatti, conduce le regole del gioco. È colui che, in qualche modo, influenza e dirige la relazione. Non si tratta affatto, però, di una posizione di comando, quanto di leadership. Chi possiede il potere contrattuale è infatti colui che è in grado di motivare, persuadere e indirizzare il partner.

A questo punto la domanda sorge spontanea: come possiamo fare per avere il potere contrattuale? Esistono regole precise?

Più che di regole, forse, potremmo parlare di tattiche, piccoli accorgimenti che potrebbero aiutarci a far ribaltare la situazione.

Chiaramente non dobbiamo incombere nell’errore di generalizzare troppo, ma in realtà, in amore, ci sono dei meccanismi che funzionano in modo universale ed oggettivo. Uno di questi è che l’attrazione naturale e il desiderio di ciò che non abbiamo. Almeno una volta nella vita è capitato ad ognuno di noi: chi lo nega, mente. Quante volte ci siamo allontanati quando l’altra persona mostrava troppo interesse? Avete notato invece che più una persona è sfuggente, misteriosa, distante, più siamo attratti da lei?

Non a caso, un famosissimo proverbio, cita: “In amore vince chi fugge”. Con questo modo di dire si vuole proprio sottolineare il fatto che, in una relazione, il vincitore è colui che si fa desiderare di più. Lo sappiamo tutti, il corteggiamento fa parte del gioco e non avere certezze renderà tutto molto più piccante. Sapere già come andrà a finire, invece, toglie tutto il divertimento.

Una delle strategie, soprattutto se ci troviamo all’inizio di una relazione, è quella di mantenere un’aria di mistero, il segreto è non svelarsi mai completamente! Lasciate sempre qualcosa di implicito, di non detto. Fate in modo che lui non abbia mai la sensazione di avervi completamente. Ricordate: siamo attratti da ciò che non abbiamo!

Se decidiamo di intraprendere questa strada, ecco che la Spagna corre in nostro aiuto. E come? Semplicissimo, si chiama la “regola delle quattro C”, ovvero café, cena, copa, cama. Tradotto in italiano significa non andare a letto con un uomo prima di un caffè, di una cena e di un cocktail. Ovviamente se fate tutto nella prima settimana, non vale!

Dovrete essere voi quindi a gestire tempi e modalità. Non concedersi e non mostrare tutto e subito,  è infatti l’unico modo non solo per mantenere vivo l’interesse e l’entusiasmo, ma anche per far sì che lui vi desideri ancora di più. Non parliamo solo di sesso, ma del quadro generale. Raccontare troppo di sé all’inizio può essere un’arma a doppio taglio. Non dite dove andate, cosa fate o con chi siete, lasciate che l’altro giochi anche un po’ con l’immaginazione.

Le donne sono bravissime nell’utilizzare tutte queste strategie, la mia amica lo fa sempre, ad esempio! Pensate, fino a quando l’uomo le corre dietro, lei si dirige esattamente nella direzione opposta. Si fa desiderare, aspetta ore prima di rispondere ad un messaggio e rifiuta anche i suoi inviti! Insomma, ha in mano il potere contrattuale.

Questo finché il lui in questione non inizia a comportarsi allo stesso modo. Le sfugge, non le risponde e comincia ad allontanarsi. È proprio in quel momento, quando non è più lui a correre dietro a lei ma il contrario, che la mia amica gli consegna lo scettro del potere. E allora sì, i ruoli si ribaltano.

Dobbiamo essere sinceri, soprattutto quando entrano in gioco i sentimenti, non è facile restare distaccati, non è semplice mettere in pratica tutte quelle strategie efficaci al fine di farci impugnar il “coltello dalla parte del manico”. Oltretutto, secondo voi, quando la storia si è consolidata, è giusto che un partner abbia più potere dell’altro? Oppure, per il quieto vivere, occorre un’equa suddivisione?

Con questo non ci stiamo riferendo al potere decisionale inerente alla faccende di casa, come lavare, stirare, cucinare o fare la spesa. Questo equilibrio prevede che per entrambi i partner ci siano le stesse possibilità e la stessa libertà, sia dal punto di vista affettivo che decisionale. In questo caso, quindi, parliamo di potere condiviso.

Detta così sembrerebbe proprio la ricetta per la storia perfetta. Eppure, a conti fatti, la realtà sembra un’altra: finché restiamo distaccati, è il partner a rincorrerci, conferendoci così il titolo di parte emotivamente più forte; quando invece lui inizia ad ignorarci, siamo noi a soggiacere, finendo inevitabilmente col consegnargli il potere.

Verrebbe da pensare, quindi, che sia tutto un gioco di equilibri. Concedersi, ma non troppo; svelare qualcosa di sé, ma non tutto; mostrare interesse, ma non esageratamente. A volte rincorrere, ma lasciarsi anche desiderare. Insomma, un lavoro a tutti gli effetti! E come tale, faticoso!

È proprio per questo motivo che ultimamente la mia amica non fa altro che lamentarsi! “Basta, mi sono stufata di tutte queste tattiche, se mi vuole bene, altrimenti pace!”. È la stessa persona che cinque minuti dopo mi dice che lui le ha scritto ma dovrà aspettare almeno un’ora per rispondere…

Anche voi siete come lei? Anche voi cercate in tutti i modi di essere la parte forte? Di avere il potere contrattuale?

Questo come abbiamo visto, però, è un processo spesso altalenante, in cui cambiano sempre le carte in tavola.

Esistono anche relazioni in cui, invece, è sempre lo stesso partner a detenere il potere, che può prevenire da diverse fonti, come ad esempio il denaro o il sesso. Negarsi sessualmente al partner, è una forma di potere, lo sapevate?

Più in generale assistiamo invece a relazioni dove si consolida uno pseudo equilibrio, composto da una distribuzione assolutamente disfunzionale del potere fra i partner, in cui non si ravvisano scontri aperti quanto una lotta subdola, fatta di ripicche, manipolazioni, sabotaggi e giochi perversi.

Ma funzionano sempre così i rapporti? C’è sempre una parte emotivamente più forte dell’altra?

Abbiamo visto che, soprattutto all’inizio, il vincitore è colui che fugge, dal momento che siamo attratti da ciò che non abbiamo. Quando la relazione si consolida, però, arriverà un momento in cui entrambi smetteremo di scappare, no? Oppure cercheremo sempre un modo per detenere il potere?

Ma soprattutto, secondo voi, una relazione, per essere sana, ha bisogno di un leader? Oppure occorre che ci sia un equilibrio tra le parti?

Non per me eh, chiedo per un’amica!

Giulia Di Piero
Giulia Di Piero
Lucca, 1990. Una laurea in scienze della comunicazione. Che sia scritta, orale o fatta di immagini, poco importa. La comunicazione è sempre stata la mia passione, mi piace raccontare le cose in modo creativo e originale, da un nuovo punto di vista. LoSchermo per me significa dare voce a questa mia forte inclinazione.

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