Capitale della Cultura, derby Lucca-Viareggio per Puccini. Andrea Colombini: “Diatriba solo per guadagnare notorietà politica”

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Un derby da giocare fino all’ultimo minuto di recupero quello fra Lucca e Viareggio. In palio il titolo di città Capitale della cultura 2024 e lui, Giacomo Puccini.

Dobbiamo ammettere che, guardando alla storia, non fu subito amore tra Lucca e Puccini. Il maestro è stato infatti, sin dagli ultimi anni ‘50, con la nascita del Festival di Torre del Lago, simbolo culturale di tutta la Versilia, terra che ha sempre amato, lodato e rispettato. Lucca ha riscoperto, conosciuto ed amato Puccini solo con il passare del tempo, grazie anche alle molteplici iniziative ed attività di Andrea Colombini, imprenditore culturale e direttore d’orchestra, che ha fondato il Puccini e la sua Lucca festival, il primo al mondo a celebrare il maestro con sede nella città natale del grande compositore.

Portavoce di una delle più grandi manifestazioni culturali lucchesi e non solo dunque, oggi, a pochi giorni dal diciottesimo compleanno del Festival, esprime il suo punto di vista sulla questione: “In qualità di di rappresentante della rassegna che che da quasi diciotto anni si occupa della promozione di Puccini e di Lucca nel mondo rimaniamo un po’ divertiti da questa diatriba che coinvolge due ‘personaggi’ che, a mio parere, ricercano soltanto notorietà politica in vista di prossime ricollocazioni parlamentari e politiche”. E da buon lucchese aggiunge: “Credo poi che quella fra Lucca e Viareggio, a livello di cultura, sia una lotta del tutto impari sicuramente in favore della nostra città”.

Ironica anche la centralità di Puccini continua Colombini -: probabilmente i rappresentanti politici sono stati informati dei soldi ‘in ballo’ per la celebrazione del centenario della morte del maestro (1924-2024) e di conseguenza si corre per accaparrarsi quei fondi. Io spero soltanto che chiunque vinca operi meglio di quanto successe nel 2008 per l’anniversario dei centocinquanta anni dalla nascita del maestro quando quasi niente dei fondi ricevuti fu investito sul territorio. L’unica presenza rimasta è il nostro Festival. Questa volta però, come Puccini e la sua Lucca, faremo la nostra parte partecipando e sorveglieremo a quel tavolo di lavoro come ente primario per garantire che chiunque l’abbia vinta utilizzi quei soldi per valorizzare davvero il territorio e la sua bellezza”.

Sulla diatriba poi conclude: “Non vorrei che, come si dice, ‘fra i due litiganti il terzo gode’. Mi risulta infatti che vi siano altre città italiane ad aver già avanzato la propria candidatura. Non vorrei che, alla fine, tutta questa ‘guerra’ sia soltanto una speculazione per riempire qualche colonna di giornale e farsi notare. Spero di sbagliarmi”.

Il compositore de La Bohéme, ultimo di una dinastia di musicisti che da più di un secolo deteneva il monopolio della vita musicale cittadina, nacque a Lucca, in quella casa che è oggi il Puccini Museum. Ben presto però, stanco dei ‘perfettini lucchesi’ e delle famiglie ‘a modo’ della città puritana, si trasferì a Torre del Lago con la sua amante. E fu amore a prima vista per quel ‘piccolo villaggio’ sulle rive del Massaciuccoli che fu casa di Tosca e Madama Butterfly, dove vi rifugiò tutto il proprio estro lontano dalla compostezza tradizionale della città originaria. Tornava a Lucca solo per esibire la propria maestosità lirica e i lucchesi tentarono pure di rinnegarlo. Si trasferì poi a Viareggio dove visse gli ultimi tre anni della sua vita.

A battere il calcio d’inizio è proprio il sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, che con un video su Facebook annuncia la candidatura della propria città a capitale italiana della cultura: “Riteniamo – spiega – di avere le carte in regola, specialmente dopo aver creato l’istituzione Rosetta che raggruppa le due fondazioni, Carnevale e Pucciniano, oltre agli edifici pubblici dedicati alla cultura […]. Insieme alle iniziative straordinarie che ogni anno presentiamo al pubblico europeo e internazionale vogliamo puntare anche a qualcosa di più alto, che coincide con il centenario della morte di Puccini, percorso iniziato con altri Comuni che condividono con noi la storia della figura del grande maestro. Proprio in concomitanza di questo evento, proporremo la nostra candidatura”.

Durante la campagna elettorale però, l’attuale presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, il 10 settembre dello scorso anno, prometteva come candidata Lucca. Allora ecco il contropiede del sindaco Alessandro Tambellini: “Voglio rassicurarvi: l’annuncio di Lucca capitale della cultura 2024 lo abbiamo fatto, insieme al presidente Eugenio Giani, nel settembre scorso. Noi siamo già al lavoro per questo, nel nome della bellezza, dell’unicità, della musica e quindi di Giacomo Puccini. Avevamo stabilito anche il criterio per cui quando una città toscana si propone, la candidatura debba essere un sola, senza concorrenze interne”. Il primo cittadino aggiunge poi di aver costruito una candidatura basata su Puccini ma in visione territoriale, coinvolgendo, oltre a Lucca, anche Pescaglia, Massarosa, Viareggio e Torre del Lago: “Le celebrazioni pucciniane sarebbero proseguite fino al 25 aprile 2026, cento anni dalla prima di Turandot, rappresentata postuma alla Scala con Toscanini sul podio“.

Difficile immaginare chi segnerà il goal di vantaggio: la città natale o il luogo più caro al compositore? L’azzardo di Del Ghingaro o la calma diplomatica di Tambellini? E se l’arbitro fosse Giacomo Puccini, fischierebbe o no il fallo per l’entrata a gamba tesa del sindaco di quel piccolo villaggio sul Massaciuccoli che tanto ispirò la sua musica?

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