Ancora, e non è l’ultima, sul Caffe Caselli-Di Simo

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Sarà bene dare un seguito al fausto annuncio della riapertura del Caffe Caselli-Di Simo dato ufficialmente dall’assessore Mia Pisano che si è molto impegnata per raggiungere questo risultato.

Intanto è bene dare immediata visibilità all’operazione recupero dei locali di via Fillungo: non si perda tempo: la buona gente di Lucca, quella che ha apprezzato la notizia della riapertura, non aspetta altro se non di vedere uomini all’opera per riportare il Caffe alla sua condizione di salotto cittadino.

Dunque prima partono i lavori, si rialza la saracinesca e dall’interno prendono ad uscire i sacchi della polvere accumulata da anni, le vetrine tornano a illuminarsi, meglio è. Se non altro per dare una nuova delusione alla compagnia degli scettici, pigri e parassiti, che fino all’ultimo spergiurava, e sperava, sulla impossibilità della riapertura del Caffe e insisteva sulla vanità dei propositi di quelli che invece si attivavano per il suo recupero.

Hanno sbagliato cavallo ed hanno dato dimostrazione di una insensibilità che li qualifica in negativo. Quanti, di fronte alle sollecitazioni a portare una parola, a mettere una firma, a schierarsi nella battaglia per la riapertura hanno preferito il silenzio, sono rimasti sordi e muti, non hanno saputo cogliere l’occasione che si presentava: mettersi al servizio di una nobile causa. Che meritava di essere combattuta in nome di quella Lucca, città di antica civiltà e luogo di cultura, che la riapertura del Caffe Caselli-Di Simo intendeva affermare.

Dei sordi e muti non è il caso di parlare: come diceva il sommo poeta: “Non ti curar di loro, ma guarda e passa”. Invece qualche buona parola bisogna riservarla ai combattenti della buona battaglia, che in vario modo hanno avuto il coraggio di uscire allo scoperto dando così un valido apporto a chi stava in prima linea. Tra questi voglio ricordare Francesco Meucci, il capo redazione della “Nazione”, non solo prodigo di spazio per le iniziative pro-riapertura, ma anche convinto sostenitore che ne ha saputo scrivere con il tono e le argomentazioni giuste domenica scorsa, ai margini dell’intervista che l’attento Maurizio Guccione mi aveva fatto. Da ricordare anche il sin troppo maltrattato Alberto Veronesi, presidente del Comitato delle Celebrazioni Pucciniane, che ha compreso il valore che, ai fini del Centenario, avrebbe svolto la riapertura ed a modo suo si è impegnato perché divenisse una priorità delle Celebrazioni.

Tra gli amici che in questi mesi non hanno lesinato il loro gradito appoggio mi piace citare il colonnello Vittorio Biondi che, anche per ragioni professionali, conosce bene le regole di ogni guerra e sa altrettanto bene quando è il tempo di schierarsi. Ed insieme a lui Mauro Marconcini, farmacista in piazza San Michele, e Umberto Tenucci che mi hanno incoraggiato a perseverare. Non posso certo dimenticare gli amici della “Ghenga di via Beccheria”, Riccardo Carnicelli, Frediano Bacci, Lidio Nottoli e Nilo Sartini che non hanno mai dubitato della giustezza della battaglia ingaggiata.

Infine, ma non certo per il valore della sua azione, mi rimane da sottolineare il ruolo svolto da “Lo Schermo”: in rete è possibile ritrovare la serie degli articoli che questo coraggioso giornale ha ospitato fornendo le argomentazioni culturali, sentimentali e politiche della “riapertura”.

Può darsi che di qualcuno mi sia dimenticato e me ne scuso fin da ora. Ma adesso è tempo di rialzare la saracinesca e di dare il via ai lavori. E di pensare a quello che si farà una volta che il Caffe Caselli-Di Simo tornerà ad ospitare quanti sanno apprezzare le cose belle.

Qualche idea in proposito ce l’ho: penso ad una mostra di Marco Pasega, un altro che attende dalla nostra città la riconoscenza che si deve a chi l’ha amata e onorata.

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3 Commenti

  1. Ringrazio il Professore per avermi citato e colgo l’occasione per rimarcare l’impegno e il coraggio del Sereni nel portare avanti questo progetto “ caffè Di Simo”, scontrandosi con saggi della città che pensano di saperla lunga, negativi sulla apertura del caffè e di ogni iniziativa che valorizzi la città . Lodevole l’operato dell’assessore Mia Pisano. Avanti così!

  2. Da parte dei lettori non può mancare un ringraziamento al Prof. Sereni stesso, che con i suoi interventi ha sollecitato costantemente ed appassionatamente la riapertura del Caffè!! Grazie!!!!!

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