Metti un museo in palestra. Riusciremo a fare cultura dello sport?

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Qualche giorno fa la Pugilistica Lucchese, storica società sportiva che ha appena festeggiato 100 anni di attività, ha inaugurato la nuova sede. La notizia (oltre alla doverosa collocazione in uno spazio adeguato dopo che per troppo tempo la Pugilistica è stata sballottata in improbabili sistemazioni provvisorie) è che nei nuovi locali un ampio spazio è stato dedicato alla raccolta di memorabilia e veri e propri cimeli della storia della “noble art”, a Lucca come nel mondo. Ci sono i guanti di Manny Pacquiao, vero extraterrestre di questo sport, e ci sono le testimonianze di un passato – tra gli anni ‘80 e ’90 – di primo piano per la boxe nella nostra città, a livello nazionale ed internazionale. Così, scorrendo con lo sguardo i manifesti esposti si scopre che a Lucca si sono disputate grandi serate di pugilato: campionati italiani, titoli europei, persino un mondiale (Hinton-Cruz nei superleggeri). Intanto, la prossima settimana si aprirà a Palazzo Ducale la mostra “Sport, sportivi e giochi olimpici nell’Europa in guerra” a cura del Mémorial de la Shoah con la collaborazione di Provincia di Lucca, Scuola per la Pace, Istituto Storico della Resistenza, comitato regionale Coni, Panathlon Lucca e Libertas. L’iniziativa è aperta a tutti ma è particolarmente e significativamente dedicata alle scuole ed alle associazioni sportive.

Questi due eventi (ma si potrebbe citare anche l’apertura in centro storico della palestra Ducale Maria Luisa, anch’essa fresca di inaugurazione) suggeriscono una riflessione sul ruolo e la funzione dello sport nell’ambito della cultura e sul posto che occupa, e su quello che dovrebbe occupare. Scevro da suggestioni da pedagogia di Stato di infausta memoria, ma anche restituito alla dignità di materia e attività dell’uomo: né “educazione fisica” né solo un mero passatempo salutare. Ed anche vera materia di istruzione (ricordiamo i licei sportivi, in questi giorni in cui gli studenti delle medie sono davanti al primo bivio della loro carriera scolastica e lavorativa), un mestiere, un movimento che costruisce legami e valori.

È una questione di consapevolezza e di riconoscimento, e poi di cultura: l’auspicio è che livello cittadino parta la discussione, mentre sul piano nazionale si attende ancora l’inserimento dello sport in Costituzione.

Andrea Bicocchi
Andrea Bicocchi
Imprenditore, editore de "Lo Schermo", volontario. Mi piace approfondire le cose e ho un'insana passione per tutto quello che è tecnologia e innovazione. Sono anche convinto che la comunità in cui viviamo abbia bisogno dell'impegno e del lavoro di tutti e di ciascuno. Il mio impegno nel lavoro, nel sociale e ne Lo Schermo, riflettono questa mia visione del mondo.

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