Le dure parole del medico Alessandro Di Vito, capolista di Toscana Civica a Lucca: “Nella sanità toscana avere la tessera del PD conta più del merito”

-

Prosegue il nostro approfondimento politico in vista delle prossime elezioni regionali. Quest’oggi abbiamo intervistato il Dott. Alessandro Di Vito – consigliere comunale a Lucca e capolista di Toscana Civica nella nostra città – che, oltre ad illustrare il suo programma politico, si è lasciato andare ad importanti riflessioni sulla sanità toscana e sulla storia del centrodestra lucchese e regionale.

Qual è il suo programma e quali istanze del territorio porterebbe in Regione in caso di sua elezione?

Il programma è quello che abbiamo condiviso con SìAmo Lucca. È un programma che, come primo punto e come obiettivo principale, ha la partecipazione reale dei cittadini alla vita politica. A livello personale, dato che di mestiere faccio il medico, il mio campo prediletto è quello sanitario. In Toscana l’organizzazione sanitaria è da rivedere, è inutile negarlo. Personalmente, come medico e come politico, mi batto ogni giorno affinché venga realizzato quanto previsto dall’art. 32 della Costituzione in materia di diritto alla salute e quanto affermato nell’art. 1 della L. 833/1978, istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale. Un altro aspetto di cui mi sto occupando come consigliere comunale, che riguarda il sociale e che mi sta particolarmente a cuore, è quello delle disabilità. Le persone con disabilità e le loro famiglie sono poco ascoltate, e io farò di tutto affinché ci sia un’inversione di tendenza in tale settore. Un altro elemento importante su cui lavorare, a mio avviso, è quello dell’attenzione per il territorio: terra, acqua e suolo. È importante tornare a valorizzare e difendere un territorio che, purtroppo, in questi ultimi trent’anni è stato letteralmente oltraggiato. Non voglio recriminare niente, ma per capire che futuro vogliamo è necessario fare una fotografia sincera del passato. Ecco, io credo che il nostro territorio – in alcuni casi troppo costruito e in altri totalmente abbandonato a sé stesso – debba essere ripreso per mano: ripartire dalle periferie, dai territori montani e dalle nostre bellissime colline. È ovvio che se noi riusciamo a curare bene il territorio, poi, avremo anche un assetto idrogeologico migliore. Diciamo che queste sono tematiche ambientali che un consigliere di Lucca deve necessariamente portare in Regione. Ancora, voglio portare in Regione un progetto che coinvolga l’UNESCO per valorizzare finalmente le nostre bellissime Mura. La valorizzazione della città, da un punto di vista storico, è importante e la politica deve cominciare ad interessarsi seriamente di tutto questo. Così come è importante l’aspetto artistico-culturale e musicale della nostra città: musica classica e musica moderna possono convivere, e meritano la massima attenzione e la migliore valorizzazione del loro ruolo sociale.

Ma che modello di città avete in mente?

Vogliamo portare in Regione un modello di città diverso rispetto a quello odierno: una città che sia patrimonio dei cittadini, un luogo in cui questi ultimi si ritrovino davvero. Noi abbiamo il compito di far rivivere la città, ricorrendo forse ad una misura estrema come la chiusura totale dei centri storici al traffico. Il traffico deve essere portato all’esterno, più lontano possibile dal centro. Il centro storico, poi, a nostro avviso deve accogliere di nuovo gli artigiani: l’artigianato deve tornare a Lucca, senza sé e senza ma. Le nostre tradizioni storiche possono convivere con i cosiddetti franchising, ma gli artigiani devono assolutamente esserci! Attenzione, io non sono contrario a queste grandi catene commerciali, ma oggi sono state create delle città che ospitano solo franchising…e così si perde ogni tradizione e identità culturale! Su questo aspetto, poi, assumono un valore importante anche i cosiddetti contenitori della nostra città: il mercato del Carmine e la Manifattura. Su quest’ultima, in particolare, noi stiamo facendo una battaglia davvero importante. Questa è un’area che deve rimanere ai lucchesi e di cui non deve essere svenduto neppure un mattone, perché è patrimonio di tutti i cittadini! Non svendiamola, facciamoci un progetto diverso rispetto a quello che vuole farci la Fondazione Cassa di Risparmio e facciamoci aiutare da questo importante Ente a fare qualcosa di costruttivo per tutti. Un altro contenitore importante, da un punto di vista sanitario, è quello del Campo di Marte. È un luogo preziosissimo per la città, da cui si potrebbe organizzare una Sanità territoriale a largo spettro che possa compensare le criticità strutturali e originarie del San Luca. Il Campo di Marte non può essere svenduto e deve rimanere, ad ogni costo, dei cittadini lucchesi! In definitiva la Regione deve organizzare il territorio in maniera ottimale, e io mi spenderò per tutto questo. Il territorio, infatti, deve rispondere alle esigenze del cittadino e anche la Sanità deve assolutamente rimanere pubblica. Un altro aspetto su cui ragionare in maniera approfondita, poi, è quello legato all’urbanistica. Nel tempo si è costruito in maniera eccessiva, adesso è arrivato il momento della riflessione. Dobbiamo riportare un equilibrio tra ciò che è territorio costruito e impermeabilizzato e il territorio verde, in maniera tale da evitare di dover ricorrere a queste famose vasche di decantazione dell’acqua che devono essere create quando nel tempo non c’è stato alcun rispetto degli equilibri naturali. Va poi rivisto il concetto di viabilità, e anche questo è un elemento che mi sta particolarmente a cuore. Probabilmente non servono nuove strade, perché sarebbe sufficiente rimodulare tutto l’assetto viario esistente! E questo non solo a Lucca, perché la rimodulazione deve essere più vasta interessando anche Firenze, Pisa e forse Livorno. Dobbiamo assolutamente ridurre lo smog, e sa qual è la mia idea? Valorizzare uno scambio intermodale in alcuni punti strategici. Ad esempio, a Capannori, nella zona dello scambio ferroviario, io ci farei arrivare i camion per poi farli transitare fino in Garfagnana senza farli passare vicino ai centri urbani. Ecco, questa mi pare una prospettiva fattibile e interessante.

La Toscana potrebbe passare al centrodestra dopo tanti anni di monopolio del centrosinistra. Secondo lei per quale motivo?

Vede, la partecipazione di cui si riempie sempre la bocca il Partito Democratico non si fa invitando la gente a parlare per poi non ascoltarla sistematicamente. Le ho fatto l’esempio della Sanità: dal 2002, in città, prima il centrodestra con Fazzi e Favilla e poi soprattutto l’amministrazione Tambellini, non hanno voluto comprendere che questa nuova organizzazione ospedaliera per acuti del San Luca è assolutamente fallimentare e va rivista. In questo nuovo ospedale ci sono 70 posti letto che il cittadino paga nonostante non siano mai stati messi a disposizione della cittadinanza. Questo centrosinistra non ascolta la gente, ecco qual è il problema. Guardi che cosa è successo con i Comitati di San Concordio: hanno chiesto delle cose ben precise e non li hanno nemmeno ascoltati, al PD non gliene frega niente! Pensi a cosa sta succedendo con la Manifattura…è chiaro che, prima di fare operazioni come la concessione di un baluardo, i cittadini devono essere quantomeno ascoltati! Questo centrosinistra non ascolta le opinioni delle persone, ecco cosa è mancato. Hanno fatto politiche slacciate dai reali bisogni del cittadino, e se non ascolti i cittadini prima o poi ne subisci le conseguenze in termini elettorali perché non sei più credibile.

Nella vita di tutti i giorni lei fa il medico: è vero che in Toscana, nella sanità, più del merito conta avere la tessera del Partito Democratico?

Purtroppo è così. Alle elezioni in cui si candidarono Tagliasacchi e Del Ghingaro, ad esempio, tutta una serie di medici supportarono le loro candidature: quegli stessi medici erano divenuti primari da poco o lo sarebbero diventati di lì a breve. Quindi si, è così, anche se non nego che nelle città e nelle Regioni di altro colore avviene lo stesso. Si tratta di un pedigree politico che purtroppo c’è e in questo la Toscana non si differenzia affatto da altre realtà. La tessera di partito è importante, è inutile dirlo, basti pensare a chi sono i primari a Lucca e a quanti votano a sinistra. Ecco, diciamo che questa è una politica elettorale che non gradisco e che non mi piace assolutamente.

Pur essendo collocati nel centrodestra, voi di SìAmo Lucca affermate sempre di essere diretta espressione del civismo. Alla luce di questo, avreste preferito un candidato diverso da Susanna Ceccardi?

Non ci hanno proposto altri nomi, e se questa è la candidata non ho da dire assolutamente niente. Susanna Ceccardi ha 33 anni, e io la sponsorizzo davvero volentieri perché a mio avviso è una persona che si deve plasmare. Credo che se riuscirà a vincere le elezioni, lei farà di tutto per migliorare la situazione attuale. E sa perché? Perché se io avessi quell’età vorrei rimanere in Regione per altri 10-15 anni, e questo è possibile solo dando il meglio di sé. Inoltre se è intelligente, come penso che sia, farà delle scelte di professionalità e competenza. In Toscana, così come più in generale in tutta Italia, è il momento di rimboccarsi le maniche. E questo significa poter contare su politici competenti che hanno letteralmente voglia di farsi un mazzo così! Quindi, in definitiva, a me la Ceccardi va bene. Mi ci sono interfacciato e mi è piaciuta molto, perché ha subito messo in chiaro che lei esige e rispetta la partecipazione dei cittadini. E sentir dire una cosa del genere, quando Giani ci ha invece negato il referendum sulla sanità, è una cosa assolutamente non banale e molto forte. Poi non so se la stessa Ceccardi si rimangerà tutto questo, però se così fosse ci rimetterebbe lei perché alle elezioni successive andrebbe a casa! Poi le dico la verità: noi siamo una lista civica e portiamo le nostre idee, se poi lei ce le boccia continueremo comunque a portarle avanti perché crediamo nel civismo! Troppe volte i grandi partiti si sono staccati dalla realtà, e invece noi vogliamo restarci ancorati.

Un tempo il centrodestra toscano poteva contare su personaggi di peso come Pera e Matteoli, oggi questi riferimenti sul territorio non ci sono più. Secondo lei perché a destra c’è questa penuria di personalità di rilievo? Chi potrebbe, eventualmente, raccogliere il testimone di questi nomi importanti?

Il motivo è semplice: anche il centrodestra, a parer mio, ha fatto una politica molto lontana dalle reali istanze del cittadino. All’epoca Pera e Fazzi erano di fatto due antagonisti. Il Prof. Pera – che io stimo in maniera assoluta – poteva senza dubbio fare di più per il territorio, ma si è dovuto scontrare con il suo Sindaco di riferimento che al tempo era appunto Fazzi. Al cittadino è stata data una bruttissima immagine, è inutile negarlo, e il risultato purtroppo si è visto. Quella era una relazione importante, che doveva essere coltivata meglio e che invece è diventata conflittuale. Per quanto riguarda Matteoli, invece, il discorso qui a Lucca è parzialmente diverso e lo dico con un certo rammarico. All’epoca delle proteste dei comitati per la costruzione del nuovo ospedale – forse per un suo errore di valutazione – disse che il sito era idoneo e che il San Luca doveva comunque essere fatto. Invece, per rispondere alla seconda domanda, a dire il vero oggi a Lucca non vedo personalità in grado di raccogliere il testimone delle persone che abbiamo citato poco fa.

Cosa chiedono oggi i cittadini alla politica? In vista di queste elezioni regionali, quali novità amministrative e politiche sono considerate indispensabili dai toscani?

La gente oggi vuole concretezza, non vuole più sentirsi dire “non è compito mio ma dell’altra amministrazione”. Il cittadino vuole che siano risolti i suoi problemi. Le persone, giustamente, vogliono poter portare a casa la pagnotta. E, con il Covid, i cittadini sono stati castrati ancora di più: tutti stanno aumentando i prezzi e la gente non ce la fa ad arrivare a fine mese! Da un lato si continua a fare assistenzialismo ma, dall’altro, non si dà alle persone la possibilità concreta di lavorare. Questo è il problema più importante: se si crea lavoro, la ricchezza viene di conseguenza. Poi vanno snellite e semplificate le pratiche burocratiche, le persone oggi lo esigono. I cittadini non possono perdere intere giornate dietro alle amministrazioni pubbliche, dobbiamo facilitare e non complicare le cose! Lei pensi che, durante il periodo Covid, la Regione ha fatto 70 delibere di 30 pagine ciascuna. Le pare normale? Ma secondo lei il cittadino si va a leggere 2000 pagine di delibere?! La gente vuole risposte, dalla politica e dagli uffici pubblici. In Comune oggi si lavora con lo smart working…ma dov’è il problema di lavorare dentro ad un ufficio?! Il cittadino chiede anche la tutela del diritto alla salute, soprattutto per gli anziani e per le persone con disabilità. Anche per i cosiddetti post-acuti, che una volta dimessi vengono mandati a casa senza tutela alcuna! Dobbiamo semplificare, aiutare e tranquillizzare il cittadino, che non può vivere una vita ad ostacoli tutti i giorni.

Giovanni Mastria
Giovanni Mastria
Nato a Lucca, classe 1991. Scrivo con passione di cultura, attualità, cronaca e sport e, nella vita di tutti i giorni, faccio l’Avvocato. Credo in un giornalismo di qualità e, soprattutto, nella sua fondamentale funzione sociale. Perché ho fiducia nel progetto "Oltre Lo Schermo"? Perché propone modelli e contenuti nuovi, giovani e non banali.

Share this article

Recent posts

Popular categories

Recent comments

Franco Masini on Guerra e pace.
Mariacristina Pettorini Betti on Enrico Giovannetti
Mariacristina Pettorini Betti on L’Italia ripudia la guerra. O no?
Mariacristina Pettorini Betti on Il popolo si è espresso e ha sempre ragione.