Riflessioni ai tempi del Covid-19

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Voce alle persone, voce alla gente. Questo è uno degli obiettivi principali del nostro giornale ed il senso più profondo di questa rubrica di approfondimento. Le recenti e ben note circostanze hanno notevolmente complicato la vita dei cittadini, che hanno riscontrato disagi e difficoltà con frequenza quotidiana. Riportiamo qui di seguito delle domande e delle brevi riflessioni, poste da cittadini lucchesi sulle varie community social, che abbiamo voluto mettere in risalto, sperando che i messaggi arrivino dritti alle orecchie di chi a queste riflessioni e pensieri può dare risposte concrete.

Alla scuola non pensa nessuno? 

Tra le famiglie lucchesi si radica una profonda preoccupazione, nata dall’improvvisa mancanza di una colonna portante del nostro sistema sociale: la scuola. L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo sta costringendo i tanti studenti a seguire online, e quindi a distanza, le lezioni e a sostenere compiti e interrogazioni dietro ad un monitor di un computer. Tutto questo comporta non poche difficoltà che purtroppo non si possono colmare fino a quando le porte dell’istruzione saranno riaperte. 

Tutti in lockdown tranne le tabaccherie. 

In Italia i dati parlano chiaro: ogni anno, in media, a causa del fumo perdono la vita circa 80mila persone ed oltre il 25% di questi decessi è compreso tra i 35 ed i 65 anni d’età. Si pensi che ad oggi il numero di vittime per Coronavirus in Italia si aggira sui 27mila. Ecco che la domanda sorge spontanea: perché il governo ha ritenuto giusto lasciare aperte le tabaccherie catalogandole come attività essenziali? Ma la salute non veniva prima di tutto?

Sì allo smartworking, ma mancano i rapporti umani.

Sono più di 90mila i lucchesi chiusi dentro le quattro mura di casa che si stanno arrangiando (chi più, chi meno) col portare avanti il proprio lavoro. C’è chi indubbiamente ci riesce, data magari la natura di determinate professioni che prediligono la tecnologia, ma dall’altra parte c’è una grande fetta della comunità che lamenta un aspetto fondamentale di tanti impieghi e che oggi più che mai si fa sentire: la mancanza dei rapporti umani diretti. Perché, parliamoci chiaro, nessun software, programma, piattaforma tecnologica potrà mai sostituire il calore della vicinanza tra le persone. 

“Vogliono ridurci alla fame”.

La preoccupazione mista all’ansia sempre cresce di più tra i lucchesi che nella totale incertezza di questo momento vedono una sola cosa certa: pagare le tasse. Nello specifico il mutuo sulla casa, tassa che pesa sulle spalle di molti e che in questo momento di blocco totale delle attività, diventa sempre più insostenibile. 

Coronavirus: perché gli immigrati hanno trattamenti di favore? 

L’intera città si chiede come mai i cittadini “normali” siano sempre bersaglio di tasse e multe da parte dell’amministrazione. Chi porta il cane a passeggio viene multato. Chi va a fare una passeggiata o jogging viene multato. Chi per qualche ragione non è in regola con l’autocertificazione viene multato. Altra storia per gli extracomunitari, clandestini e spacciatori che trascorrono le giornate “lavorando” sul piazzale della stazione comodamente seduti sulle panchine intorno alla fontana. Ma se sono vietati gli assembramenti, perché nessuno interviene? Ma, soprattutto, perché non si coglie l’occasione che questa emergenza offre, ovvero intervenire su questi soggetti oggi più che mai identificabili e ben visibili? 

La nostra redazione è ovviamente disponibile per eventuali chiarimenti dai rappresentanti dei cittadini in consiglio comunale o da chiunque si senta in dovere ed in grado di aggiungere qualcosa.

Virginia Volpi
Virginia Volpi
Giornalista pubblicista, classe 1992, nata a Lucca. Credo nel giornalismo come un modo per dare voce a chi spesso non viene ascoltato. Perché Lo Schermo? Perché è una voce diretta e fuori dal coro.

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