Remo Santini a valanga su Sindaco e maggioranza: “I dodici milioni di euro? Un bluff. Sono stati timidi!”

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L’ex candidato sindaco alla guida del centrodestra e delle relative liste civiche, Remo Santini, attualmente capogruppo di SìAmo Lucca in consiglio comunale, dice la sua su questo difficile momento e sulle misure adottate dal Comune. Con un piede nel passato e lo sguardo nel futuro, poi, ci dà anche qualche anticipazione sulle elezioni amministrative del 2022.

A causa del virus abbiamo affrontato e stiamo affrontando un periodo durissimo: come valuta gli interventi in ambito sanitario ed economico-sociale?

Abbiamo vissuto un’emergenza inedita, straordinaria e senza precedenti. Ecco, fatta tale doverosa premessa diciamo che, dal punto di vista sanitario, a livello nazionale la fase 1 è stata gestita assai correttamente, anche grazie al comportamento virtuoso degli italiani. A Lucca, invece, non è stato così: a tal proposito è sufficiente dire che agli inizi di febbraio, prima ancora che la questione deflagrasse, sulla base delle prime paure avevamo chiesto chiarimenti al Comune in merito alle misure che intendevano prendere. Ci venne risposto che eravamo degli allarmisti e che si trattava di una banale influenza. Sappiamo tutti come è andata a finire. Tornando al livello nazionale, sotto il profilo economico-sociale i provvedimenti sono negativi. Basti pensare alla cassa integrazione che molti stanno ancora aspettando, ai ritardi nell’erogazione dei bonus e a tantissime altre criticità che si sono verificate in queste ultime settimane. Basti pensare, ancora e soprattutto, al fatto che è stata gestita una situazione delicata come questa a colpi di decreto, senza mai coinvolgere il Parlamento che invece è l’organo rappresentativo dei cittadini, della gente. Sia in ambito locale che in ambito nazionale, io credo fermamente nel dibattito e, a mio avviso, le decisioni vanno prese dopo che sono state discusse nelle sedi competenti. In questo modo, anche se certe proposte vengono bocciate, quantomeno sono state condivise, trattate e analizzate. Questo è, secondo il mio parere, un elemento imprescindibile in una democrazia. Invece, così facendo, oltre al danno economico per la chiusura forzata adesso c’è anche la beffa derivante da una riapertura che per certe attività è stata disposta dal giorno alla notte, senza linee guida condivise. Questo, com’era prevedibile, ha generato una confusione incredibile.

Con tutte le precauzioni del caso, anche a Lucca c’è stata la riapertura delle attività commerciali: reputa sufficienti le misure di aiuto adottate dal Comune per la ripartenza?

No, assolutamente. La tanto sbandierata misura dei 12 milioni di euro è solo un bluff, è come il gioco delle tre carte. Questi soldi sono, di fatto, esclusivamente dei mancati introiti nelle casse comunali che invece erano già previsti. Niente di più e niente di meno, nessun aiuto rilevante alle attività e ai cittadini. Stesso discorso vale anche per i cosiddetti rinvii fiscali che sono stati disposti dal Comune. Per carità, guardiamo con favore l’azzeramento della Cosap – peraltro suggerito dal gruppo di cui faccio parte – e l’azzeramento dell’imposta di soggiorno da qui a fine anno, ma si tratta di entrate in larga parte già sfumate perché i flussi dei visitatori subiranno purtroppo un sicuro contraccolpo. Noi al contrario – come Sì Amo Lucca, insieme ai colleghi di opposizione – ci siamo battuti con forza per una misura drastica e davvero risolutiva, ovvero per la cancellazione della TARI per tre mensilità per tutte quelle attività che sono rimaste chiuse durante la pandemia. E invece, alla fine, il consiglio comunale e la Giunta hanno bocciato la nostra proposta optando per un mero rinvio. E quindi il problema, che in sostanza rimane, è stato solo posticipato. Per l’anno 2020 avevamo chiesto, poi, anche l’annullamento dell’Imu per i proprietari degli immobili affittati agli esercizi commerciali, perché i 600 mila euro per il sostegno all’affitto sono davvero risicati. Noi volevamo – e l’abbiamo proposto con forza – che gli aiuti si sostanziassero nell’immissione di liquidità reale a fondo perduto per le piccole imprese, per gli artigiani e per i commercianti. Questa, a mio avviso, sarebbe stata una misura opportuna per dare una risposta immediata e concreta. Invece quella che è stata fatta, in fin dei conti, è solo una manovra fumosa che non risolve assolutamente niente. Un’altra cosa discutibile è stata la cancellazione della ZTL. Per carità, questa era una misura che poteva anche essere comprensibile nel lockdown della fase 1, ma non certo adesso. Allo stesso modo non mi convince neppure la proposta dei parcheggi promiscui avanzata di recente da Confcommercio, che prevede la possibilità per i non residenti di parcheggiare negli spazi gialli durante certe fasce orarie. Andava, secondo noi, prolungato il periodo di gratuità della sosta per poi introdurre un abbattimento della tariffa per la prima ora e una diminuzione sostanziale per quella delle ore successive. Il problema, tuttavia, è più generale: questi sono tutti palliativi per la ripartenza, ma il progetto di rilancio deve essere più organico e ampio.

A cosa si riferisce?

Deve cambiare il modello di città: questa è l’occasione per ripensare il modello di centro storico, che è il motore di tutto. Bisogna riportare uffici e funzioni all’interno delle Mura (a partire dagli sportelli delle società partecipate del Comune), prevedere bonus per le giovani coppie che vogliono venire a vivere nelle strade e nelle piazze di questo gioiello che è Lucca. Dobbiamo introdurre misure per facilitare la ristrutturazione di immobili e, soprattutto, apprestare un efficiente servizio di navette che colleghi il centro con le periferie. Guardi, qui dobbiamo entrare nell’ottica che si deve superare la logica del muro contro muro tra residenti e commercianti. È un conflitto che non paga, è una guerra tra poveri di fronte a cui questa amministrazione ha fatto e fa da spettatrice disinteressata. Adesso è il momento giusto per fare, con coraggio, un passo nella direzione opposta. Poi, ancora, nei quartieri si devono fare scelte non imposte dall’alto, ma con progetti condivisi. Solo così si può innalzare la qualità della vita anche nelle frazioni e nei paesi, sempre più abbandonati.

A Lucca si poteva fare di più e meglio, soprattutto a tutela dei piccoli commercianti e degli artigiani?

Si doveva fare di più. Tutti gli interventi di questa amministrazione comunale sono stati, nel tempo, timidi. A prescindere dalla pandemia, e nonostante le difficoltà di bilancio, nelle intenzioni del mio gruppo questo 2020 doveva essere un anno fiscale in bianco per i commercianti e per gli artigiani. A nostro avviso era necessario annullare tutti i carichi fiscali comunali, proprio perché volevamo dare una spinta forte all’economia della città! Avevamo un piano chiaro su come trovare questi soldi, recuperando gli 8 milioni di euro necessari dagli incassi derivanti dalla vendita di GESAM. Adesso, dopo questo periodo tragico, a maggior ragione serve una cura shock per ripartire… perché limitarsi ad accantonare mentre il cuore della città sta morendo non serve a niente! Le faccio un esempio che dà la misura del problema: questa amministrazione, per coprire spese e bollette varie di questo periodo di forzata inattività, ha istituito un Fondo di mutuo soccorso di soli 100.000 euro. Ora, comprenderà che questa è una cifra davvero minima ed irrisoria per far fronte ai bisogni del momento. Dato che tali risorse erano evidentemente insufficienti, il Comune ha poi fatto appello alle fondazioni e alle imprese del territorio per far crescere questa somma con l’intenzione di farla diventare, nella seconda fase, il volano di rilancio dell’economia. Ecco, le dico solo che al momento hanno ottenuto appena altri 30.000 euro circa, e sa perché? Perché la realtà economica e il mondo imprenditoriale di questa città sono in ginocchio. Non gli si può chiedere altri sforzi perché materialmente non sono possibili…e infatti adesso hanno fatto ricorso al crowdfunding. E anche quello, peraltro, mi pare che si stia rivelando un flop. Si tenga presente, poi, che a due mesi dallo scoppio della pandemia nessun cittadino ha ancora visto un euro proveniente da tale Fondo. Veda un po’ lei…

Che futuro vede per la nostra città?

Sono un ottimista per natura, ma senza impegno non ci sarà un futuro roseo. Serve una Lucca nuova, una Lucca che vuole osare e scommettere su sé stessa tagliando i traguardi che le competono. Tutto questo è possibile, con programmi a lungo raggio e tanta competenza. È necessario porsi degli obiettivi ambiziosi. Perché non candidare le nostre mura a patrimonio mondiale dell’Unesco? Perché non candidare Lucca a città italiana della cultura come hanno fatto a Pistoia? Noi dobbiamo volare alto, ce lo meritiamo! Ci sono poi delle ferite aperte, e mi riferisco al Mercato del Carmine e alla Manifattura, che richiedono una riprogrammazione organica e precisa. Adesso possiamo sfruttare quest’emergenza per uscire da un provincialismo che ci tarpa le ali. Abbiamo i Comics e il Summer Festival, ci dispiace che quest’anno non si tengano e speriamo che il prossimo anno sia un successone, ma non possiamo limitarci a questo. Lucca merita questo, sì, ma anche tanto altro.

Da un punto di vista politico, come reagiranno i lucchesi? Ci saranno sorprese elettorali?

Me lo auguro, perché l’alternanza è alla base di ogni democrazia sana. Nel 2022 saranno 10 anni di centrosinistra a Lucca, ed è necessario cambiare per evitare un’eccessiva e pericolosa sedimentazione del potere nelle mani delle stesse persone. I lucchesi devono pretendere un cambiamento ed esserne il motore, anche alla luce del fatto che le precedenti elezioni si sono concluse con uno scarto di soli 360 voti e con varie anomalie nelle operazioni di voto. Noi siamo pronti ad un centrodestra ancora più rinnovato, nella coalizione c’è unità e siamo soddisfatti di quanto fatto finora, anche se si può sempre fare meglio.

Ci può dare qualche anticipazione? Chi sarà il candidato del centrodestra?

Grazie all’esperienza positiva che abbiamo fatto all’opposizione, oggi all’interno della nostra lista civica Sì Amo Lucca – che recentemente ha incorporato anche Lucca in Movimento – ci sono varie persone di spessore e di sicura competenza che potrebbero ricoprire questo ruolo a testa alta. Se mi sta chiedendo se sarò io il candidato, invece, non so darle una risposta perché non spetta solo a me decidere. Ho un lavoro impegnativo che mi soddisfa e al quale sono tornato con grande serenità, e poi non penso che ci sia un uomo buono per tutte le stagioni. Comunque una mia ricandidatura, o meglio un mio desiderio in tal senso, non posso nemmeno escluderla. Purtroppo o per fortuna, la mia indole è quella di mettermi a disposizione sempre. Al momento, però, mi limito ad essere soddisfatto delle tante sollecitazioni dei cittadini a scendere di nuovo in campo. Mi limito a ricordare a me stesso che Remo è uno che non molla, e che onorerà fino in fondo l’impegno a cui lo hanno chiamato gli oltre 17 mila elettori che mi hanno votato. Ad ogni modo siamo ripartiti da quanto di buono è stato fatto in soli 6 mesi durante l’ultima campagna elettorale e a questo, adesso, possiamo aggiungere tutta l’esperienza amministrativa che è stata messa nel nostro bagaglio grazie all’opposizione attenta e propositiva che abbiamo fatto. Aggiungo che nella scelta che si farà dovranno, a mio avviso, essere obbligatoriamente coinvolti i consiglieri comunali della coalizione composta dalle liste civiche e dai partiti di centrodestra che si sono fatti il mazzo in questo mandato. Mi riferisco a coloro che nel 2022 saranno stati in trincea per 5 anni, che hanno una visione dei problemi del territorio e che conoscono l’azione amministrativa e gli arrosti fatti fin qui da Tambellini. Il loro coinvolgimento sarà fondamentale.

Lei rimane, tuttavia, un civico convinto. Giusto?

Certo, è la mia storia e non posso cambiarla. I partiti di centrodestra sono importanti, con loro abbiamo un buon rapporto e tra di noi c’è un confronto costante, ma sono altrettanto importanti e fondamentali le liste civiche. Sono convinto che queste avranno un ruolo centrale anche nel 2022, poiché ci stiamo occupando di ogni questione con precisione e passione. Ecco diciamo che, a prescindere dalla questione di genere e dal sesso, il profilo del candidato perfetto è quello di una persona con idee, amore per la città e inclinazione al dialogo. E poi – ma questa è una mia opinione personale – è importante che non sia un traditore, perché durante le ultime elezioni c’è stato chi si è candidato sindaco spacciandosi come referente del centrodestra e poi ha, invece, portato voti all’altro schieramento. C’è stata tutta una serie di ambigui personaggi border line che hanno favorito – chi in maniera diretta e chi indiretta – il centrosinistra. E qui mi fermo, perché i fatti sono noti a tutti senza bisogno di dire altro.

Vuole aggiungere qualcosa?

Sì. Voglio dire che alla fine non è tanto una questione di nomi, ma di programmi. Quindi va bene il toto-sindaco, ma è ciò che andremo a proporre che farà la differenza. Sempre, ovviamente, presentando persone affidabili e competenti. Sono convinto che nomi nuovi possono arrivare anche dai partiti di centrodestra. Ma ripeto: saranno le idee a fare la differenza e la squadra al gran completo, compresi ovviamente i candidati al consiglio comunale. Il 2022 è dietro l’angolo, non c’è tutto questo tempo. Anche in questo caso, comunque sono fiducioso. Però bisogna darsi una mossa

Giovanni Mastria
Giovanni Mastria
Nato a Lucca, classe 1991. Scrivo con passione di cultura, attualità, cronaca e sport e, nella vita di tutti i giorni, faccio l’Avvocato. Credo in un giornalismo di qualità e, soprattutto, nella sua fondamentale funzione sociale. Perché ho fiducia nel progetto "Oltre Lo Schermo"? Perché propone modelli e contenuti nuovi, giovani e non banali.

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