“Non prendete in giro i lucchesi”: Fabio Barsanti e la protesta contro un centrosinistra immobile

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Continua il malcontento generale nella nostra città per questa Fase 2 un po’confusa, in cui le polemiche sono all’ordine del giorno e le realtà imprenditoriali inevitabilmente colpite dalle conseguenze di questa emergenza.
Ne abbiamo parlato con Fabio Barsanti, il consigliere comunale di opposizione, che si è mostrato subito favorevole a una netta ripartenza e che si impegna giornalmente nella creazione di opportunità per tutte quelle attività che si trovano al momento bloccate a causa della crisi economica che sta colpendo l’intero paese. Barsanti ci ha detto la sua riguardo al Coronavirus, la gestione di esso sia a livello nazionale che locale ma soprattutto si è fatto portavoce di tutti quei cittadini stanchi di un immobilismo dettato da un “centosinistra al potere solo perché i lucchesi hanno disertato alle urne”.

Cosa pensi della situazione Coronavirus e della gestione dell’emergenza sanitaria?
Credo che questa vicenda abbia fatto emergere molti aspetti interessanti della nostra società e, soprattutto, abbia fatto venire molti nodi al pettine. Mi riferisco sia agli aspetti psicologici – come un’elevatissima paura della morte o l’accettazione delle limitazioni di libertà fondamentali senza batter ciglio da parte della maggioranza della popolazione, finendo ad una vera fobia nei rapporti sociali, sfociata in comportamenti da vera e propria delazione – sia a quelli politici: la gabbia dell’euro e dell’Unione Europea; l’errata gestione della sanità con i tagli e le infelici scelte degli ultimi anni; il prender atto una volta per tutte che fenomeni come l’immigrazione continua ed indiscriminata siano tutt’altro che irreversibili e incontrastabili. Insomma, la dimostrazione che alcuni paradigmi, ritenuti ormai immodificabili, vadano in realtà rimessi in discussione.

Pensi che il Governo abbia fatto il suo dovere o poteva gestire in modo diverso, magari migliore, la situazione?
Questo Governo, che il sottoscritto considera il peggiore dell’intera storia repubblicana, ha gestito male sin dall’inizio l’emergenza. Ricordo la contraddizione delle prime sottovalutazioni, con gli slogan ‘Milano non si ferma’ e ‘abbraccia un cinese’ proprio da parte di coloro che poi hanno tolto ad un numero elevatissimo di italiani la possibilità di lavorare e di non mettere a repentaglio un intero sistema economico, propinandoci in tv una propaganda in stile orwelliano che ha reso la maggior parte di noi terrorizzati di fronte ad un virus che, nelle conseguenze e nei numeri, è stato ingigantito e soprattutto poteva essere gestito senza mettere in ginocchio l’intera economia nazionale.

E le istituzioni lucchesi?
Il Comune di Lucca ci ha messo un bel po’ per riprendersi dal frastornamento iniziale, anche a causa del contagio del Sindaco e delle conseguenti misure di sicurezza nei confronti dell’intera macchina amministrativa. Le opposizioni hanno chiesto sin da subito, senza ottenerlo, un maggiore coinvolgimento nella gestione e nelle scelte; soprattutto, e qui parlo a titolo personale, sono state molte le attività che sono riuscito a gestire da casa mettendomi a disposizione di molti lucchesi che nella paralisi delle istituzioni non sapevano come rimediare a numerosi problemi emersi durante l’emergenza. Dalla sicurezza – emersa in tutta la sua gravità a causa di una città in preda a chi non poteva stare isolato in un’abitazione e culminata con l’aggressione al commerciante avvenuta in un alloggio abusivo in pieno centro – ai centri diurni mesi a disposizione anche grazie alle numerose pressioni fatte in commissione sociale. Sull’annuncio roboante della famosa ‘manovra economica’ (le virgolette non sono a caso) da 12 milioni di euro probabilmente avrete letto la mia posizione o visto la locandina, ironica ma veritiera, che definiva la stessa un bluff e una ‘manovra senza soldi’. La mia posizione è stata chiara e semplice: un comune non può fare più di tanto, e questo è vero (anche se potremmo portare qualche esempio di maggior incisività), però non prendete in giro i lucchesi parlando di manovre da 12 milioni quando l’ente altro non farà che rinunciare a incassi che, purtroppo, ha già perso a causa dell’emergenza. Inoltre, le misure incideranno in modo un po’ più rilevante sul solo centro storico, mentre le attività che stanno fuori di fatto saranno lasciate a loro stesse. Infine, sto lavorando per vederci chiaro in ordine alla gestione dei buoni spesa derivanti dai fondi del Governo e per capire come riusciranno ad evitare il rovinoso fallimento del ‘fondo di mutuo soccorso’.

Chi sta pagando le conseguenze dei potenziali errori delle istituzioni?
Riferendoci alle politiche degli ultimi anni: l’intero popolo italiano. La perdita della sovranità monetaria e la perseveranza nel rimanere all’interno di un meccanismo oligarchico e usuraio quale quello dell’Ue ci ha fatto regredire a livello industriale ed economico. L’impossibilità di fare politiche economiche in deficit, l’austerità imposta dai governi tecnici o comunque frutto di giravolte politiche, il non poter stampare moneta ed immettere liquidità nel sistema perché legati a meccanismi di finanziamento come i fondi salva stati, di fatto ci rendono una nazione non sovrana dal punto di vista economico. In questa specifica fase, credo che le conseguenze più gravi ricadranno su quel poco che rimane del ceto medio; le piccole e medie imprese, i commercianti, gli artigiani e, a catena, tutto il resto. Un paese già in crisi economica non può essere completamente fermato, a meno che un Governo non sia in grado e non abbia la facoltà di tamponare tutto questo attraverso una politica economica sovrana. La cassa integrazione non ancora versata a tantissimi connazionali, il bonus di 600 euro per le partite iva e la beffa del prestito fatto passare dalle banche e nemmeno per tutti, ci dicono chiaramente che le misure portate avanti dal Governo per tamponare due mesi di chiusura non potranno evitare la catastrofe economica. Rimane da vedere quanto riuscirà nel suo intento il ‘Decreto Rilancio’, e soprattutto in quali tempi e condizioni, ma il giudizio rimane assolutamente negativo.

Sono 5 settimane che Le Mascherine Tricolore scendono in piazza a Lucca, è una protesta pacifica in nome di cosa?
Io ho aderito convintamente sin dall’inizio, quando la prima pacifica manifestazione si è svolta a lockdown ancora in corso, quindi sfidando le rigide restrizioni. Sapete una cosa? Da persona abituata a manifestare e mettere la faccia da una parte sicuramente non molto vantaggiosa della politica, sono rimasto veramente colpito da quanti lucchesi ‘normali’, semplici cittadini o commercianti, abbiano anch’essi sfidato le restrizioni pur di manifestare il proprio dissenso verso la situazione attuale. Un numero cresciuto ogni sabato, con una partecipazione anche attiva che mi ha davvero stupito. Sono quelle persone che ritengono gravemente insufficiente la risposta economica del Governo all’emergenza sanitaria, che contestano l’avvenuta privazione delle libertà personali attuata attraverso Dpcm seriamente criticati e contrastati da giuristi e costituzionalisti, che ritengono, come me, questo governo legittimo dal punto di vista costituzionale, ma illegittimo nei confronti della reale rappresentanza del Paese.

In un tuo post su Fb scrivi riguardo a questa protesta: “è importante dimostrare come esista una parte del nostro popolo non disposta ad arrendersi”. In che modo agisci e quali interventi hai in programma per la riscossa di tutti quei cittadini che credono in te?
Penso che chi crede in me e in ciò che rappresento senta dentro di sé il profondo desiderio di cambiare le cose, in Italia come a Lucca. Questa città, come affermavo anche nel 2017, ha un serio bisogno di cambiamento, e sono convinto che per poter arrivare a ottenere una reale svolta (il che non significa affatto sia sufficiente modificare soltanto il colore politico della giunta) serva un lavoro intenso, serio, fatto di impegno quotidiano e soprattutto di prospettiva, secondo una visione della città precisa, ragionata, e fortemente voluta. Il lavoro di opposizione svolto sin qui (ormai siamo al terzo anno di consiglio) e le tante proposte portate in aula (alcune approvate anche dalla stesa maggioranza) dimostrano come il nostro contributo sia fondamentale nel quadro politico della città. Parlo al plurale perché, oltre al fatto di essere il rappresentante pubblico di un’intera comunità che lavora incessantemente sul territorio secondo un modo di fare politica che va oltre alla mera competizione elettorale, mi sento tutt’uno con quella parte di città stanca dell’immobilismo e dell’arroganza del centrosinistra, ma anche stufa dell’ingessamento e dell’inadeguatezza della politica cittadina tutta. Ciò che manca a Lucca è una classe politica e dirigente alternativa ma all’altezza, capace di contrastare una sinistra che ha vinto solo ed esclusivamente perché gli elettori hanno preferito disertare le urne piuttosto che fidarsi degli altri. Ecco, dobbiamo tirar fuori questa fiducia, e dico dobbiamo perché noi possiamo fare la nostra parte.

Argomento movida: i lucchesi sono davvero così irrispettosi delle regole come si dice?
Non credo proprio. Lucca è una città dove in realtà la movida non esiste, e dove a causa dell’assenza di alternative i giovani si riversano nel centro storico nel fine settimana. Tuttavia vi è un indubbio disagio per alcuni residenti, questo è vero ed è anche normale, ma nella maggior parte dei casi è frutto della maleducazione e della stupidità di una fetta dei fruitori dei locali, purtroppo aumentata anche grazie all’impronta che si è voluto dare a questa città durante le consiliature del centrosinistra. E’ uno dei problemi di più difficile risoluzione, perché tra chi vorrebbe una città latrina tipo Pisa negli anni d’oro e le assurde (talvolta comiche) rivendicazioni del comitato Vivere il Centro Storico, vi è una semplice ma rara via di mezzo: essa si chiama educazione, che unita al buonsenso farebbe evitare che le conseguenza di alcuni comportamenti dei singoli ricadano sulla maggioranza dei giovani o dei proprietari dei locali.

Gli assistenti civici e le decisioni prese dal Comune di Lucca per contenere la movida, hanno davvero ragione di esistere?
Sulla figura degli assistenti civici preferisco dichiarare un laconico ‘no comment’, perchè rischierei di essere volgare. Pensare che dopo due mesi di clausura forzata le persone potessero frequentare i locali accettando i distanziamenti sociali e le mascherine in ogni momento della propria vita non poteva che rivelarsi un’illusione, ma ciò non vuol dire che i miei concittadini siano degli incoscienti. Sull’effettiva pericolosità del Covid in questo momento e sulla gestione dei numeri, dei morti e delle conseguenze a livello mediatico sono molto scettico. Quindi no, non penso che le misure repressive abbiano ragione di esistere. A me piacerebbe vedere lo stesso impegno delle forze dell’ordine e delle istituzioni nel reprimere lo spaccio di droga o la mancanza di sicurezza la sera nei centri storici. Siamo arrivati al paradosso in cui sottraiamo risorse e persone alla prevenzione di reati gravi per favorire quella dei giovani che si trovano nei locali o alle categorie che hanno manifestato il proprio dissenso in piazza. Capite che siamo di fonte ad un totale ribaltamento della logica e del buonsenso.

Quali sono gli interventi da dover attuare nella nostra città prima che sia troppo tardi?
L’elenco sarebbe lunghissimo. Penso soprattutto al recupero dei contenitori, con i progetti per il Mercato del Carmine sempre annunciati ma fermi al palo; la bonifica e il ripristino dell’area dell’ex Caserma Lorenzini e, soprattutto, il futuro dell’ex Manifattura Tabacchi. Su quest’ultima si giocherà il futuro dell’attuale Giunta, la quale non è riuscita a sbloccare la situazione dell’area nord a causa del fallimento delle aziende che avrebbero dovuto compiere i lavori, mentre per la parte sud ciò che è avvenuto sin qui lascia spazio a troppi interrogativi sul ruolo e gli interessi che su di essa ha la Fondazione. Fondazione che sarebbe dovuta venire, assieme alla SGR Coima, ad illustrare il suo progetto proprio nel consiglio straordinario che abbiamo richiesto come opposizione e che si terrà questo venerdì. Dico ‘avrebbe’ perché proprio in questi giorni abbiamo saputo, per bocca di una compiacente Amministrazione, che nessuno verrà a parlare dell’unico progetto protocollato finora, tra l’altro ben prima della pubblicazione un bando. Passiamo poi al Campo di Marte: del ruolo che dovrebbe assumere per il futuro della città ne abbiamo avuto dimostrazione in questi mesi di gestione dell’emergenza coronavirus, smentendo la linea finora adottata dalla maggioranza. Dobbiamo poi parlare della zona di Pulia o della questione dell’ex palestra Bacchettoni. Vi è poi l’argomento sport, dove ancora manca un piano serio di recupero dell’impiantistica; la carente promozione turistica e l’assenza di una visione strategica a livello culturale, dove non si riesce ad andare al di là delle solite mangiatoie per i soliti noti. In con conclusione, se il primo mandato Tambellini è passato alla storia per un imbarazzante immobilismo, questo in corso verrà ricordato come quello del fallimento di ogni tipo di serio rilancio della città.

Come vedi il futuro della nostra città, anche a fronte del Coronavirus e di tutte le conseguenze di esso?
Affinchè Lucca possa tornare a ricoprire il ruolo che le spetta all’interno della Toscana serve una cosa sola: allontanare il centrosinistra dall’amministrazione della città e con esso tutta l’occupazione dei posti chiave fatta in maniera scientifica in questi otto anni. Serve un’alternativa da realizzarsi sin da adesso, lavorando incessantemente allo scopo di offrire un’idea di città diversa: non più ingessata a causa dei soliti legami clientelari ma aperta al cambiamento, che passi anche attraverso il coraggio di scelte forti sugli argomenti di cui parlavo prima, che sia in grado di attirare idee e progetti di vero rilancio. Il coronavirus ci ha fatto capire come improntare la città secondo una vocazione soltanto turistica sia altamente rischioso, e l’assenza dei grandi eventi come il Summer Festival e i Comics, tra i pilastri dell’economia cittadina, si farà sentire tantissimo. Il futuro dovrà basarsi non solo sul rilancio di questi due pilastri, bensì anche su un lavoro che faccia di Lucca una città appetibile in ogni periodo dell’anno, elevando e valorizzando al tempo stesso quelle che erano e sono le sue eccellenze anche nell’ambito degli altri settori come quello industriale, commerciale e artigianale. In poche parole serve un cambio di passo, sia rispetto a questa infelice parentesi del centrosinistra, sia rispetto ad una classe politica che dovrà necessariamente rinnovarsi, soprattutto a destra. Io non mi sono mai fermato, perché questa sfida deve essere affrontata giorno dopo giorno, quindi sono pronto ad iniziare questa battaglia che ci deve portare alla vittoria finale.

Bianca Leonardi
Bianca Leonardi
Classe 1992, Lucca. Una laurea in giornalismo e tanta voglia di dar voce a chi troppo spesso resta in silenzio. Lavoro da anni nella comunicazione e nell'organizzazione di eventi, saltando tra musica, teatro e intrattenimento. Perché "Lo Schermo"? Perché siamo giovani, curiosi e affamati di futuro.

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