Lucida Mansi: la leggenda della donna che strinse un patto col diavolo

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Il 13 giugno 2020 è stato festeggiato il duecentesimo anniversario del Giardino Botanico di Lucca, che fu inaugurato nel 1820 dalla duchessa Maria Luisa di Borbone. Ma alle cronache più popolari, questo luogo è strettamente legato a un’altra figura femminile e stiamo parlando di Lucida Mansi. Quest’ultima era una nobildonna di Lucca, vissuta nelle prima metà del 1600 e passata alla storia per essere tanto bella quanto crudele. Viveva nel lusso più sfrenato, si dedicava a grandi feste, balli e a tutto ciò che riguardasse la mondanità. Grazie alla sua incredibile bellezza e sensualità, faceva cadere tra le sue braccia una schiera infinita di spasimanti, che poi uccideva in modi alquanto crudeli. Ma ciò che Lucida amava più di ogni altra cosa era il suo aspetto esteriore, la sua rara bellezza. La sua massima ossessione e paura era rappresentata dal tempo che scorre, che si traduceva in un timore irrefrenabile di invecchiare e appassire, come una vecchia rosa.

Il patto col diavolo

La leggenda narra che per avere una vita ancora più libertina, Lucida Mansi avesse fatto uccidere suo marito. Gli ignari corteggiatori, dopo aver colto il frutto dell’amore, venivano gettati dalla nobildonna all’interno di botole piene di affilati coltelli e aguzzi speroni. Ma un bel giorno, guardandosi alla specchio, Lucida vide comparire sul suo splendido volto una ruga che le solcava la fronte pulita. La sua più grande paura stava prendendo forma. In quel momento fece la comparsa un giovane di bell’aspetto, il quale avanzò un’audace proposta alla donna lucchese. Il patto le avrebbe garantito ancora trent’anni di giovinezza e di bellezza, al termine dei quali egli sarebbe tornato a reclamare la sua anima. Ovviamente dietro all’identità del bel giovanotto si nascondeva il diavolo in persona, che persuase Lucida Mansi ad accettare queste condizioni.

Alla vigilia del trentesimo anno, dopo tre decadi passate nella lussuria più sfrenata, giunse la fatidica ora. La donna cercava di evitare a tutti i costi le conseguenze del patto, provando ad ingannare lo scorrere del tempo fuggendo presso la Torre delle Ore, per impedire il rintocco della campana che alla mezzanotte avrebbe segnato la sua fine. Il tentativo di stoppare le lancette dell’orologio fallì miseramente. Il Diavolo apparve sulla sua carrozza infuocata, prese la donna e la portò via con sé. Le urla si sentirono in tutto il territorio, fino a quando la carrozza non scomparve nelle gelide acque del laghetto dell’Orto Botanico. Oggi chi immerge la testa in questo lago può scorgere il volto addormentato di Lucida Mansi, ma soprattutto nelle notti di luna, dicono che sia possibile vedere la carrozza mentre dirige la donna strillante verso l’inferno.

Altre versioni della leggenda

Come ogni leggenda che si rispetti, la storia è stata tramandata con molteplici versioni. Una di queste racconta di come la donna il pomeriggio del trentesimo anno di patto vide ricomparire Luficero. A quel punto si rese conto della veridicità dell’accordo e cercò di implorarlo affinché non rispettasse la parola data, ma il Diavolo inflessibile esigeva la sua anima. Ella si disperò, pianse, ma il Demonio la prese sulla sua carrozza fiammeggiante e, dopo aver percorso un intero giro di mura, affinché tutti i lucchesi potessero udire i lamenti strazianti della sua vittima, fece inabissare il cocchio nel laghetto dell’Orto botanico.

Un altra versione arrivata fino a oggi, narra di come la Mansi avesse cosparso la sua casa di specchi per ammirare il suo magnifico volto e le sue avvenenti grazie. Addirittura aveva fissato uno di questi sopra il letto per addormentarsi, guardandosi riflessa. Ma il tempo è ingrato con tutti e presto presentò il conto anche a lei. Quando la donna vide gradualmente svanire la sua giovinezza, ella invocò il Diavolo per stipulare un patto, per avere in cambio la bellezza imperitura per altri trent’anni. In questo periodo la Mansi poté ricominciare con le sue feste, con i suoi amanti e con tutte le sue stravaganze. Allo scadere del tempo, il Diavolo si ripresentò a Palazzo Mansi per avere indietro quanto pattuito. Tra le urla disperate Lucida fu scaraventata all’inferno attraverso una voragine nel pavimento che Lucifero aveva aperto nella camera nuziale della donna. Il buco rimase senza possibilità di essere chiuso per tantissimo tempo. Questo foro infernale è visibile ancora oggi e corrisponde a un cerchio nella pavimentazione della Camera degli Sposi di Palazzo Mansi.

Tommaso Giacomelli
Tommaso Giacomelli
Giornalista e giurista, le passioni sono per me un vero motore per vivere la vita. Sono alla ricerca inesausta della verità, credo nel giornalismo libero e di qualità. Porterò il mio contributo a "Lo Schermo" perché si batte per essere una voce unica, indipendente e mai ordinaria.

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