Lucca e il grande schermo: quando la città diventa set cinematografico

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Il legame tra Lucca e il cinema è longevo e fatto di momenti significativi. Sono numerosissime le pellicole, italiane e internazionali, che hanno scelto la città murata con tutti i suoi tesori e le sue bellezze come scenario ideale per le riprese di un film. L’elenco di lungometraggi che sono stati girati tra le vie, i palazzi e i monumenti di Lucca è lungo e conta produzioni di grande prestigio, con attori e registi di chiara fama, che sono stati immortalati per sempre nei luoghi tanto cari ai lucchesi.

Negli anni ’30, quando il cinema viveva un momento di prima diffusione, Lucca fu scelta per la prima volta da Giovacchino Forzano per il suo “Fiordalisi d’oro”, nel 1935, che decise di girare la maggioranza delle scene tra le sale della Villa Reale di Marlia. Mario Monicelli girò nella zona di Camaiore il suo “Pioggia d’Estate” nel 1937, ma ebbe modo di tornare più tardi in lucchesia, quando nel 1982 scelse Palazzo Pfanner come dimora di Onofrio Del Grillo, ne “Il Marchese del Grillo”. Nel 1944 anche un film di grande successo come “Zazà” di Renato Castellani, fu ambientato a Lucca, anche se uno dei più iconici fu “Giovani Mariti” del 1958 per la regia di Mauro Bolognini. In questa pellicola, premiata anche al Festival di Cannes, si possono ammirare scorci suggestivi di Piazza Anfiteatro, via dei fossi, della Chiesa di San Martino, di Piazza Napoleone e delle Mura. “Frenesia dell’Estate” con Vittorio Gassman e “La Provinciale” con Gina Lollobrigida, invece, portarono a Lucca i grandi volti del cinema italiano, regalando un momento indimenticabile a tutta la città.

Il grande schermo scelse di nuovo la lucchesia nel 1975, entrando nelle sale e nelle stanze del manicomio di Maggiano con il film “Per le antiche scale” di Mauro Bolognini. Due anni più tardi, il grande Luchino Visconti, scelse la chiesa di Gattaiola per girare alcuni frammenti della sua opera, chiamata “L’innocente”. Palazzo Pfanner visse un suo momento di gloria negli anni ’80, prima con “L’insegnante viene a casa” di Tarantini, poi con “Arrivano i bersaglieri” di Magni, oltre al già citato “Marchese del Grillo”. Per la pellicola sul gruppo di musicisti “Quartetto Basileus” del 1982 vennero scelte le suggestive location del Teatro del giglio e di Villa Rowolth. Nel 1983 toccò, invece, a Francesco Nuti associare il suo volto e la sua mimica a Lucca con il film “Son Contento”, mentre bisognerà aspettare il 1991 per ritrovare il cinema a Lucca, grazie a Sergio Martino e al lungometraggio “Delitti privati”.

Gli anni ’90 sono stati condizionati soprattutto da “Palermo Milano solo andata” con Giancarlo Giannini e un giovane Raoul Bova, oltre a “Vado e torno” di Sindoni e soprattutto a “Ritratto di Signora” con Nicole Kidman e John Malkovich. Il nuovo millennio, invece, è stato aperto da “Metronotte” con Diego Abatantuono, e da “L’amore probabilmente” di Giuseppe Bertolucci. Il manicomio di Maggiano fu di nuovo protagonista sul grande schermo nel 2008, grazie a Pupi Avati e all’intenso “Il papà di Giovanna”. Nel 2011 fu il momento delle grandi produzioni orientali a scegliere Lucca come meta esotica per i propri lavori, merito di: “The China story” e di “Rajapattai“. Infine, il regista e attore toscano, Leonardo Pieraccioni ha ambientato la sua storia a Lucca nel film “Finalmente la felicità” del 2011, nell’attesa che qualche altro grande personaggio del cinema riscopra questa città come set della propria opera.

Tommaso Giacomelli
Tommaso Giacomelli
Giornalista e giurista, le passioni sono per me un vero motore per vivere la vita. Sono alla ricerca inesausta della verità, credo nel giornalismo libero e di qualità. Porterò il mio contributo a "Lo Schermo" perché si batte per essere una voce unica, indipendente e mai ordinaria.

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