Il ritorno di Angelo Scelzo a Lucca con il suo libro «Dal Concilio al web». Fu l’ultimo caposervizio di Avvenire.

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Torna a Lucca dopo 44 anni, oltre che per presentare il suo ultimo libro, per celebrare la 58° Giornata Mondiale delle Comunicazioni ed i 40 anni del Settimanale Toscana Oggi, settimanale dei cattolici toscani che, in ogni diocesi, è abbinato ad un fascicolo locale che a Lucca si intitola “In Cammino”.

Angelo Scelzo fu l’ultimo capo servizio della redazione lucchese di Avvenire, il quotidiano cattolico voluto nel 1968 da Papa Paolo VI. La redazione lucchese di Avvenire era stata aperta su impulso di don Pietro Gianneschi che ne fu il primo artefice anche per la sua amicizia con l’allora direttore Angelo Narducci, fin dai tempi di monsignor Enrico Bartoletti segretario della Conferenza Episcopale Italiana. Un progetto poi fortemente sostenuto dal compianto arcivescovo di Lucca, monsignor Giuliano Agresti. La redazione rimase attiva dal febbraio 1976 al giugno 1980, aprendo le porte del giornalismo professionale ai colleghi Franco Barghini e Oriano De Ranieri.

Da allora Angelo Scelzo continua nella sua attività professionale, collaborando sia con Avvenire come con Il Mattino, ma è stato per oltre trenta anni un protagonista di primo piano della comunicazione del Vaticano. Un’esperienza questa che ha raccolto nel libro «Dal Concilio al web. La comunicazione vaticana e la svolta della riforma» edito dalla Libreria editrice vaticana. Libro di 440 pagine in vendita a 20 €uro.

Nella prefazione padre Federico Lombardi, sacerdote e giornalista dal 2006 al 2016 direttore della Sala stampa della Santa Sede, ha scritto fra l’altro: «È giusto essere grati ad Angelo Scelzo per aver avuto il coraggio di scrivere questo libro. Del resto, probabilmente egli aveva più di chiunque altro gli strumenti per fare oggi questo primo tentativo di presentazione complessiva delle vicende della comunicazione vaticana nell’epoca contemporanea. Scelzo ha partecipato attivamente per oltre trent’anni a queste vicende occupando successivamente posizioni di alta responsabilità in quelle che erano allora istituzioni diverse: “L’Osservatore Romano”, Agenzia Fides, Comunicazione del Grande Giubileo, Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Sala Stampa. Probabilmente nessun altro ha percorso un itinerario così lungo vivendo in prima persona i problemi della comunicazione vaticana da punti di vista differenziati e complementari. Posso testimoniare personalmente con certezza, sulla base delle nostre conversazioni, che nel corso di quei decenni si è posto continuamente gli interrogativi sulla natura del servizio da svolgere, sull’adeguatezza delle istituzioni, degli strumenti e dei linguaggi utilizzati, sulla trasformazione culturale in atto; domande che si riflettono in ogni pagina di questo grosso volume. Naturalmente ci si interrogava quindi continuamente anche sulla “riforma”, che appariva non solo auspicabile ma necessaria, e tuttavia per lunghi anni non venne concretamente avviata, fino al pontificato di papa Francesco con la sua spinta decisa e coraggiosa. Sui cambiamenti da avviare Scelzo non aveva mancato di sviluppare idee e di formulare bozze e proposte alla luce della sua esperienza».

La presentazione del libro di Angelo Scelzo è in programma per venerdì 17 maggio prossimo alle ore 17,30 nel salone dell’Arcivescovato in piazzale Arrigoni. L’incontro sarà aperto dall’arcivescovo monsignor Paolo Giulietti, mentre sarà il direttore di Toscana Oggi, il collega Domenico Mugnaini, a condurre l’incontro, ponendo varie domande all’autore del libro. Si parlerà anche dell’intelligenza artificiale che è il tema della 58esima giornata delle comunicazioni sociali che si celebrerà il 12 maggio prossimo. «Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana. L’evoluzione dei sistemi di intelligenza artificiale – è spiegato in una nota della Santa Sede – rende sempre più naturale comunicare attraverso e con le macchine, in modo che è diventato sempre più difficile distinguere il calcolo dal pensiero, il linguaggio prodotto da una macchina da quello generato dagli esseri umani. Come tutte le rivoluzioni anche questa basata sull’intelligenza artificiale, pone nuove sfide affinché le macchine non contribuiscano a diffondere un sistema di disinformazione a larga scala e non aumentino anche la solitudine di chi già è solo, privandoci di quel calore che solo la comunicazione tra persone può dare. È importante guidare l’intelligenza artificiale e gli algoritmi, perché vi sia in ognuno una consapevolezza responsabile nell’uso e nello sviluppo di queste forme differenti di comunicazione che si vanno ad affiancare a quelle dei social media e di Internet. È necessario che la comunicazione sia orientata a una vita più piena della persona umana».

Il messaggio completo di Papa Francesco, diffuso il 24 gennaio scorso, festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, si trova a questo indirizzo web: https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/communications/documents/20240124-messaggio-comunicazioni-sociali.html

Intanto è da ricordare che l’incontro del 17 maggio prossimo cade nel quarantesimo anniversario del settimanale Toscana oggi.

Anche padre Lombardi prenderà parte alla presentazione del libro, in collegamento audiovisivo.

Già alla prima presentazione del libro di Angelo Scelzo avvenuta a Roma alla Libera università Maria Santissima Assunta (Lumsa) il gesuita Federico Lombardi, che ha diretto Radio vaticana, Ctv e Sala stampa della Santa Sede lo ha definito una «raccolta ampia di informazioni e considerazioni, da cui scaturisce una visione di insieme; un contributo dato da una persona che ha vissuto a lungo e direttamente la storia della comunicazione vaticana e della riforma sotto punti di vista e prospettive diverse. È un tema delicato, che tocca molte sensibilità ma è giusto dopo questi primi anni avere un racconto complessivo di come si è sviluppata questa vicenda per rileggerne il significato e le finalità, senza dimenticare le questioni ancora aperte».

Da parte sua il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, ha parlato della riforma dei media vaticani come di «un radicale ripensamento dell’intero sistema comunicativo della Santa Sede e non semplicemente un “imbiancare un po’ di cose”: così l’ha voluta Papa Francesco e così si è cercato di realizzarla. Il libro di Angelo Scelto – ha aggiunto – è un excursus storico che aiuta a ripercorrere la “complessità” della comunicazione della Santa Sede dal Vaticano II fino a oggi, spiegando che c’è un “parlare col linguaggio del cuore”, semplice, diretto, immediato», come quello di Papa Francesco, ma c’è anche «l’interpretazione», nella quale non manca talvolta una certa dose di «malizia». Nel libro si parte dalla riforma per arrivare ai documenti conciliari – ha aggiunto il presidente della Cei – per cui «passato, presente e futuro si intrecciano», fermo restando che il Vaticano II è stato il vero punto di svolta». Il cardinale Zuppi — il cui intervento a Roma venne punteggiato dai ricordi personali legati all’esperienza del padre Enrico, che dal 1947 al 1979 fu direttore de «L’Osservatore della Domenica» — ha ringraziato Scelzo per il suo lavoro che consente «di capire quali sono stati i passaggi decisivi, le difficoltà, le prospettive di questo cammino» di riforma, attraverso «una descrizione fatta con obiettività, onestà e grande coinvolgimento personale. Non è un racconto chiuso, ha un finale aperto, di attualità, che lascia intravvedere nuove possibilità di annuncio e di testimonianza».

Scorrendo le 440 pagine dell’interessantissimo libro merita ricordare quanto si legge a pagina 295 che inizia così:

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Tra i grandi eventi con i quali la comunicazione vaticana ha dovuto confrontarsi negli ultimi decenni – dal Grande Giubileo dell’Anno Duemila alla morte di Giovanni Paolo II e all’elezione di Benedetto XVI – la rinuncia al pontificato non era neppure da immaginare.

Ma nel momento in cui ciò avvenne – si legge nel libro di Angelo Scelzo – bastò un attimo perché diventasse la breaking news del secolo. Pur compiendo il giro del mondo più veloce di sempre, la notizia aveva avuto il suo epicentro in Vaticano ed era inevitabile che per i media della Santa Sede assumesse riflessi ancora più profondi.

Vista dall’interno, la notizia della rinuncia non poteva che sconvolgere la vita dei singoli media ma, ancora una volta, come in tutte le grandi occasioni, alla comunicazione vaticana toccava un ruolo a più facce: accanto al dovere di informare, che impegnava in modo diretto il fronte istituzionale – con in prima linea la Sala Stampa e lo schieramento dei mezzi come “L’Osservatore Romano”, Radio Vaticana e il Centro televisivo –, emergeva in forma ancora più esigente quella dimensione di servizio che rimaneva il suo marchio di fabbrica.

E anche all’interno di questa realtà si faceva strada, a sua volta, una duplice e importante novità: la presenza dei media dell’era digitale, con in testa il portale news.va, e il ruolo di particolare rilievo del Centro televisivo vaticano, prototipo, come agenzia televisiva di Stato, della forma comunicativa – diretta e di servizio – richiesta ai media della Santa Sede.

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Da ricordare infine che l’incontro del 17 maggio prossimo è promosso e organizzato dall’Arcidiocesi di Lucca, dal settimanale Toscana Oggi e dall’U.C.S.I. l’Unione Cattolica della Stampa Italiana di cui è presidente regionale la collega Sara Bessi.

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