HA DA VENIRE SGARBI!

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La settimana che si è appena chiusa ci ha regalato due perle che non possono essere trascurate. Mi riferisco alla visita-lampo che il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi ha compiuto alla città e al nuovo capitolo della baruffa pucciniana.

Le due perle suggeriscono una serie di riflessioni che merita esternare. Ed anche se le storie che raccontano possono sembrare distinte e separate in verità, a guardarle con più attenzione, mettono in evidenza significativi punti di contatto.

Ma procediamo con ordine partendo dalla visita di Sgarbi della quale è stata data ampia notizia da parte dell’Amministrazione Comunale. Da quanto si è appreso il Sottosegretario è venuto nella nostra città per mettere fine al polveroso tormentone che da tempo si agita intorno al monumento collocato fuori porta sant’Anna. Oggetto di lamenti e di critiche che dalla giunta Tambellini sono passati in eredità al governo di Mario Pardini, quel monumento non è mai andato troppo a genio ai lucchesi. È anche vero che negli anni tambelliniani altri scempi hanno deturpato il patrimonio monumentale lucchese (per non girarci attorno la statua piazzata nel centro di piazza Guidiccioni), ma le riserve sul monumento di porta sant’Anna sono proliferate anche grazie alle improvvide iniziative del suo autore, che lo ha ricoperto di scritte intendendo protestare nei confronti degli amministratori lucchesi, responsabili a suo giudizio di non fare abbastanza per valorizzarlo.

Artistica e politica la questione è stata risolta da Sgarbi che si è precipitato a Lucca per spezzare una lancia in difesa del monumento e per celebrare il suo autore, lo scultore Stefano Pierotti che ben volentieri ha incassato il giudizio dell’autorevole critico d’arte.

La scena, immortalata da un generoso servizio fotografico, ha riunito lo scultore, il critico e il sindaco Pardini, il vero destinatario della comparsata di Sgarbi, al quale le parole del critico hanno fatto passare la voglia di dare seguito al proposito di rimediare a quello scempio. Come, prima della vittoria elettorale di un anno fa, autorevoli esponenti del suo schieramento reclamavano. Per completare il quadro di quella che è stata definita una genuflessione, si aggiunga il fatto che all’incontro di porta sant’Anna non ha partecipato l’assessore Mia Pisano, che, avendo la delega per gli affari culturali aveva titoli per far conoscere la sua opinione. Come poteva farlo il consigliere delegato alle tradizioni civiche Lorenzo Del Barga, anche lui non partecipante all’incontro.

Ma non è finita. Coerente con il suo stile il sottosegretario ha colto l’occasione della gita a Lucca per esternare i suoi programmi per la città ed ha sciorinato una lista di mostre, di manifestazioni e di iniziative che nei prossimi mesi dovranno avere luogo a Lucca. Indicando anche le date i luoghi e i finanziatori. In pratica la programmazione culturale della città l’ha decisa lui.

Ai miei tempi, quando ancora c’era il senso delle istituzioni, un’uscita del genere sarebbe stata rubricata come un ‘indebita ingerenza, tipica di una concezione di dominio feudale che si esercitava imponendo volontà personali alle comunità civiche.

Ai miei tempi: che erano quelli di Giuseppe Bicocchi e di Franco Fanucchi, ma che ormai sono lontani come le stelle, tempi che solo in pochi ricordiamo ed ormai si ingolla ben altro che queste umilianti sceneggiate alle quali si prestano anime belle e speranze anzitempo svanite. Se questo passa il convento forse conviene rassegnarci e cercare cercando di trarre una qualche utilità da questo andazzo.

E così passiamo alla seconda perla. Già in parte anticipata nello speciale di domenica scorsa con l’articolo dal titolo “Sul Caffe Caselli Di Simo Veronesi parla chiaro” che riprendeva la dichiarazione resa dal Presidente delle Celebrazioni Pucciniane che indicava nel disinteresse dell’Amministrazione Comunale la vera ragione per cui lo storico caffè di Puccini e di Pascoli giace nell’abbandono.

Data l’asprezza dell’attacco e data l’importanza che nel sentire cittadino occupa da mesi la questione Caselli Di Simo era da attendersi che la parole del maestro Veronesi sarebbero state riprese ad avrebbero portato ad un chiarimento di questa triste storia lucchese. Niente di tutto questo: chiamata direttamente in causa la Giunta Comunale ha fatto orecchie da mercante, accompagnata in questa commendevole esibizione di sordità e di afonia da tutto il consesso degli attuali villeggianti di Palazzo Santini.

Al punto in cui siamo, di fronte a queste manifeste prove di colpevole latitanza e di deplorevole ignoranza nei riguardi del patrimonio culturale cittadino, l’unico rimedio può venire da Vittorio Sgarbi che dall’alto della sua attrezzatura culturale e della sua sensibilità artistica ha le carte in regola per far capire agli svagati che impoltroniscono nelle cariche cittadine il valore storico del recupero del Caffe Caselli.

Ha da venire Vittorio Sgarbi!

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2 Commenti

  1. Come hai ragione Umberto! Quando ho visto il servizio di Noi Tv sullo show di Sgarbi di fronte alla famosa scultura fuori porta S. Anna, come lucchese mi sono sentito offeso dalle parole e dal comportamento del sig. Sottosegretario che per tutto il tempo ha tenuto paternamente il braccio sulla spalla di uno sconcertato Mario Pardini, cui non è stato nemmeno concesso di dire una parola! Sublime poi il finale, con Sgarbi che unisce le mani del sindaco e dell’autore, stile Berlusconi – Bush – Putin a Pratica di Mare.

  2. Il Sereni ha , come al solito, azzeccato in pieno la faccenda. CHE BRUTTA GENUFLESSIONE. Servile, pretestuosa ( guarda caso la mostra alla cavallerizza su Canova…), inopportuna. Che la scultura sia un cesso è evidente; la mano stesa del sommo ( …!) non gli da una patina di bellezza. Se è una porcheria, è una porcheria,. anche se capra-capra-capra la difende. E’ una immane porcheria. éunto.

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