Giornata della Memoria: lo sport ricorda le campionesse ebree

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In occasione della Giornata della Memoria la Libertas e l’Associazione Toscana Volontari della Libertà di Lucca hanno organizzato un incontro presso il Liceo Sportivo per ricordare quanto accadde, durante il nazismo, alle campionesse ebree.

Abbiamo con noi a parlarne Simonetta Simonetti, presidente ATVL, storica ed ex insegnante con una lunga esperienza nella ricerca storica legata alle discriminazioni, soprattutto di quelle mono conosciute.

Intanto vorremmo sapere perché proprio questo argomento.

“Lo sport è stato usato nel passato, mi riferisco agli anni del regime, in maniera strumentale e propagandistica. Si concesse anche alle donne di praticare “alcune” discipline ritenute adatte al loro genere. Si aprì un Accademia sportiva perché le future procreatrici della razza potessero procreare una prole sana e robusta!

Alle Olimpiadi di Berlino del 1936 si volle fortemente dare un’immagine falsata della realtà, Hitler voleva dimostrare la superiorità della razza ariana e la potenza nazista. Il tentativo di boicottaggio dei Giochi da parte degli Stati Uniti e di altre nazioni fallì perché in realtà, anche se tutti sapevano quello che stava succedendo, tutti sapevano della persecuzione contro gli Ebrei, i Rom, gli omosessuali, prevalse la sfrenata ambizione umana di primeggiare e di apparire.

La storia delle cinque giovani atlete ebree è un’ulteriore testimonianza di come tutti sapessero ma nessuno cercò di cambiare le cose.

Il tentativo della Spagna di dar vita ad un’Olimpiade del popolo a Barcellona come segno di dissenso purtroppo fallì per le vicende storiche ben sappiamo. Hitler vestì a festa Berlino, tolse i cartelli che vietavano agli ebrei di entrare nei luoghi pubblici, confinò i Rom in un ghetto creato appositamente in un quartiere periferico, sospese le sanzioni contro gli omosessuali, accettò che atleti ebrei partecipassero alle competizioni, accettò che un nordafricano vincesse una medaglia d’oro etc.

Ma le cinque atlete subirono sorti diverse: Gretel Bergman oltre all’esclusione all’ultimo momento dai giochi e la sostituzione con un atleta ermafrodita si rifugiò nel Queens; invitata dopo molto tempo a presenziare un anniversario sportivo rifiutò poi decise che aveva il dovere di testimoniare il perché di quanto era successo ma, pensa un po’, volle un interprete perché aveva voluto dimenticare la lingua tedesca!

Un omaggio a Martha Jacob, Lilli Henoch, Gretel Bergman, alla Tennista Neppach che si uccise dopo la sua esclusione dal mondo sportivo, a Helen Mayer e a molte altre che avevano solo una colpa: essere ebree.”

Il fascismo, come movimento politico di massa, non esiste più. Nella Giornata della Memoria, oltra che per onorare chi ha sofferto allora, cosa dobbiamo imparare dalla storia che ci serva nel mondo di oggi?

“La storia non è stata una buona maestra. Scusa la banalità dell’affermazione ma veramente quello che è successo si sta ripetendo in molti luoghi del mondo. La lotta contro l’abuso dei diritti umani è continua, le sofferenze dei popoli ancora in aumento. Io sono nata in un periodo “fortunato”, in cui rivivevano liberamente i valori e forti erano le speranze e la fiducia in un mondo migliore da ricostruire. Ho imparato a sviluppare l’empatia, un sentimento che sicuramente provoca dolore ma ti avvicina fortemente al dolore degli altri. Ci sono dei momenti in cui quell’immenso dolore provocato da una crudeltà spaventosa da uomini su altri uomini mi atterrisce e mi fa sentire impotente e mi vergogno della mia condizione di donna “fortunata”! Oggi non dobbiamo stancarci di amare.”

Come è stato l’incontro con i giovani?

“L’incontro con studentesse e studenti è sempre un momento magico, un bagno di sensazioni che mi fanno sentire a casa. L’attenzione era palpabile, l’interesse è cresciuto gradatamente così come la curiosità di saperne di più.”

Un’esperienza che ci auguriamo possa replicarsi in futuro.

Andrea Bicocchi @Andrea_Bicocchi

Andrea Bicocchi
Andrea Bicocchi
Imprenditore, editore de "Lo Schermo", volontario. Mi piace approfondire le cose e ho un'insana passione per tutto quello che è tecnologia e innovazione. Sono anche convinto che la comunità in cui viviamo abbia bisogno dell'impegno e del lavoro di tutti e di ciascuno. Il mio impegno nel lavoro, nel sociale e ne Lo Schermo, riflettono questa mia visione del mondo.

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