Ex Manifattura Tabacchi, Santini: “Troppo mistero, trattative poco trasparenti”. Cosa sta succedendo?

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L’ex Manifattura Tabacchi, simbolo di una Lucca viva e prospera che viene ricordata con il sorriso, si è coperta di un alone di mistero dopo la decisione della riqualificazione che ormai, dopo anni di silenzio, pare essere imminente.

L’argomento è discusso, tante le domande su quale sia il destino dell’edificio, ma poche le risposte esaustive da parte di giunta e organi competenti. Questo è il pensiero dell’opposizione e di molti cittadini che non stanno mancando di intervenire al riguardo sulle maggiori community social ella città. La Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ha fatto sapere che la riqualificazione dell’area passerà attraverso un suo investimento di 60milioni di euro e che, insieme a Coima Sgr Spa, colosso milanese, assoluto protagonista nel settore immobiliare italiano, realizzerà la bellezza di novanta appartamenti, uffici, locali per aziende e un parcheggio più ampio.

Ma la novità delle ultime settimane, che ha alimentato dubbi e perplessità, è in realtà la costruzione di una passerella che collegherà la manifattura al Baluardo di San Paolino, in concessione per cinquanta anni a Coima e Fondazione, che diventerà a tutti gli effetti il “giardino privato” delle nuove abitazioni, con grande stupore e perplessità dell’opinione pubblica.

Ne abbiamo parlato con Remo Santini, consigliere comunale di opposizione e capogruppo della lista civica SìAmoLucca, che ci ha raccontato di un progetto tanto importante per la nostra città quanto “segreto”. Ci ha parlato inoltre dell’impossibilità di avere chiarimenti a riguardo dal Comune, dellla non presa in considerazione di altri progetti senza apparenti motivazioni, delle dichiarazione discordanti e controverse tra Tambellini e il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio e soprattutto della paura che si trami qualcosa alle spalle dei cittadini in nome di un progetto che, probabilmente, se uscisse allo scoperto non raccoglierebbe così tante approvazioni a sua detta.

Al momento che progetto c’è alla base della riqualificazione della Ex-Manifattura e da chi è promosso?
Il progetto che sta alla base della riqualificazione della ormai Ex Manifattura Tabacchi è proposto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca insieme a Coima e rischia di cambiare per sempre il centro storico cittadino.
A grandi linee, visto che il progetto non è stato accuratamente presentato nel dettaglio, prevede la realizzazione di 90 appartamenti di 70mq ciascuno, fondi commerciali, fondi per realizzare uffici e per l’accoglienza di attività produttive. In più è stata presentata una nuova dislocazione dei parcheggi da realizzare nella parte posteriore della manifattura, dove ora è presente quella struttura metallica. I nuovi parcheggi, a servizio della manifattura stessa, ingloberanno tutti i posti auto di Via del Pallone, Piazza della Cittadella e Piazzale Verdi per un totale di 425 posti. Questi posti non saranno ovviamente a disposizione solo dei cittadini lucchesi ma dei residenti delle nuove abitazioni e va da sé che il calcolo non è stato fatto con i parcheggi già esistenti ma aggiungendo solo qualche posto in più, non risolvendo ma anzi aggravando la situazione cittadina.

C’è la proposta di fare una passerella che colleghi la Manifattura al baluardo di San Paolino, che verrà dato in concessione esclusiva a un privato per 50 anni.
Esattamente, la particolarità di questo progetto è che dalla parte più alta del multipiano derivato dalla modifica dell’attuale struttura metallica nel retro del parcheggio della Cittadella, sarà realizzata una passerella fino al Baluardo di San Paolino. La richiesta della Fondazione e di Coima è quella della concessione esclusiva per 50 anni per riqualificarlo e gestirlo in autonomia e questo comporta una grave conseguenza: se è vero che sulla carta resterebbe accessibile ai cittadini, in realtà diventerebbe il giardino esclusivo delle abitazioni realizzate nella ex manifattura. È una decisione epocale quella di dare in concessione a un privato un baluardo simbolo della città.

Secondo lei a quale scopo è stata proposta questa possibilità di privatizzare un bene comune?
Con l’accesso diretto a un “giardino esclusivo” come quello che potrebbe diventare il baluardo è indubbiamente più semplice vendere gli appartamenti realizzati che diventano inevitabilmente più appetibili per gli acquirenti. Sicuramente dobbiamo essere riconoscenti alla Fondazione per quello che fino ad oggi ha realizzato e che non è mai stato messo in dubbio ma, al tempo stesso, non possiamo nemmeno prendere per buoni tutti i progetti basati sulla speculazione immobiliare.

Voi avete delle alternative per riqualificare l’edificio?
La nostra proposta è quella di realizzare un grande parcheggio da 900 posti auto creando così un’area di sosta per l’accessibilità dei visitatori ma soprattutto dei residenti e al contempo pedonalizzare le altre piazze vicine. Nessuno vuole lasciare la Manifattura così com’è ma siamo sicuri che 90 appartamenti in una città dove ci sono case sfitte e una forte crisi identitaria già esistente prima del covid sia la mossa giusta? Soprattutto, nell’era post-pandemia che stiamo vivendo, tutti i grandi urbanisti italiani invitano a ripensare i modelli di città dove il carico urbanistico non deve aumentare, è quindi davvero questa l’unica via percorribile? È chiaro che la nostra linea è completamente diversa dal progetto proposto ma la richiesta è semplicemente quella di poterne discutere, non è escluso poi che una volta conosciuti i dettagli possiamo ricrederci, certo è che non si può accettare un baluardo dato in concessione a un privato.

Tambellini, in un’intervista a Noi Tv, ha tenuto a ribadire che l’amministrazione comunale compie dei procedimenti cristallini e chi tende a vederci dell’opaco è perché fa comodo trovarlo.
Io ritengo che la problematica sia proprio l’atteggiamento, sia del Comune che della Fondazione, che sta provocando questo clima di sospetto.Tutto nasce quando la Fondazione Cassa di Risparmio, in una conferenza stampa del 12 Febbraio 2020, presenta questo progetto senza particolari spiegazioni. Di fronte a questa situazione confusa noi, come opposizione, abbiamo raccolto le firme per un consiglio comunale straordinario deponendo le firme il 17 febbraio. Successivamente la pandemia ha giustamente bloccato la possibilità di mandare avanti la questione ma a maggio, quando l’emergenza era gestibile, abbiamo riproposto l’argomento. Il Consiglio Comunale si è mostrato fin da subito distratto mandando la cosa per le lunghe fino a quando, dopo svariate giustificazioni in cui ci è stato detto che Coima aveva problemi a partecipare nonostante il consiglio fosse telematico, ci siamo trovato ad affrontare la questione senza i protagonisti cioè lo stesso Coima e la Fondazione. Nella stessa occasione il Sindaco Tambellini, insieme alla giunta, si è nuovamente rifiutato di illustrare il progetto nel dettaglio nascondendosi dietro al fatto che si trattasse solo dell’ampliamento del parcheggio e che in Comune ancora non era stato depositato niente.
Questo è stato smentito direttamente dalla Fondazione però che ha annunciato la proposta di realizzare appartamenti, uffici e quant’altro e mettendo così l’intera città in difficoltà: da una parte la Fondazione che piano piano lascia trapelare alcune informazione e dall’altra il comune che ancora oggi sostiene che non c’è niente di definito.
Questa, a mio avviso, non è trasparenza.


Il Comune come sta affrontando la questione?
L’atteggiamento del Comune e del Sindaco non è chiaro e ci saremmo aspettati che in un contesto ufficiale la maggioranza smentisse le informazioni trapelate, o le confermasse, o almeno mettesse al corrente noi e la cittadinanza convocando una serie di incontri per illustrare il progetto.
Se è vero che non c’è ancora niente di definito, come sostiene Tambellini, allora noi vogliamo discuterne adesso che la trattativa è in corso e non a giochi fatti, anche se ho dubbi a riguardo visto le dichiarazioni del presidente della Fondazione.

E la Fondazione come si sta muovendo?
Pochi giorni fa il presidente della Fondazione, in un’assemblea dei soci e quindi non accessibile alla stampa, ha ribadito che il progetto è in via di definizione, compresa la concessione del baluardo. Ha poi aggiunto che il progetto deve essere quello, senza alternative, o si fa quello o non si fa niente sostenendo che senza fondi commerciali il progetto non è sostenibile economicamente. Ci troviamo quindi da un lato la Fondazione che afferma che il progetto non può essere cambiato e che questa è l’unica via percorribile in quanto la vendita degli immobili è l’unica soluzione perché il progetto renda l’investimento di 60milioni di euro, mentre il comune sostiene che siamo ancora in trattativa e che non c’è ancora niente di depositato se non la questione parcheggi.
E’ bene ricordare che la Fondazione non è una garanzia, nonostante tutti gli interventi positivi realizzati nel centro storico, per lo più in ambito culturale, non è scontato che chi ha più disponibilità economica abbia obbligatoriamente l’idea migliore. In questa situazione la Fondazione si sta comportando come un privato e insieme a un partner privato appunto, Coima, fa un investimento che deve ovviamente avere un ritorno in termini di denaro, senza considerare lo stravolgimento di un simbolo per la città di Lucca.

L’assessore Mammini, a riguardo, ha detto che è inevitabile la presenza di un privato perché il Comune non può sostenete economicamente la riqualificazione.
E’ ovvio che il Comune da solo non può sostenere un’impresa del genere e che il coinvolgimento di un privato sia un passo obbligato ma, se la Fondazione ha deciso di investire in questo progetto, perché non poter analizzare più proposte? Perché non prendere in considerazione l’idea che abbiamo avuto noi per esempio di un ampio parcheggio? La Fondazione va indubbiamente coinvolta ma bisogna analizzare con chiarezza le alternative per far sì che l’investimento copioso non sia a fondo perduto, il tuto andrebbe fatto però evitando di vendere 18mila metri quadrati di manifattura che saranno per sempre tolti dalla proprietà comunale. Dovremmo studiare un altro progetto che dia garanzia alla Fondazione di avere degli introiti ma che non aumenti il carico urbanistico, non stravolga la zona e non svenda le nostre mura. Perché voler essere così pesanti e pretendere la gestione di uno spazio che appartiene a tutti? Se si vuole realizzare la passerella possiamo parlarne, sempre con chiarezza, ma il baluardo deve rimanere della città.

La Soprintendenza in tutto ciò?
La Soprintendenza, nella testimonianza della Dottoressa Angela Acordon, ha affermato di non essere stata coinvolta e anche in questo caso viene da chiedersi cosa ancora si stia aspettando. Nel momento che si decide di intraprendere un percorso del genere il primo incontro dovrebbe essere fatto con la Soprintendenza ma così non è stato, ed è inevitabile sospettare che ci siano passaggi non chiari e opachi.

Che opinione ha l’opposizione e i cittadini di fronte a queste trattative che sembrano poco trasparenti?
Tutto ciò che sta accadendo è molto strano e può sembrare un procedimento per acquistare le autorizzazioni per arrivare al fatto compiuto e questo è inaccettabile.
Cosa si deve pensare di fronte a tutto questo mistero? È inevitabile pensare che ci stiano nascondendo il progetto fino a quando non ci sarà più modo di agire.
A questo riguardo, proprio perché è la maggioranza è granitica, mi sento di lanciare un appello: non si tratta di essere per forza contrari a questa proposta ma vorremmo avere gli strumenti per conoscere e valutare la cosa. La maggioranza, anche quella di centro-sinistra, dovrebbe chiedersi se è giusto abbracciare un progetto senza un procedimento chiaro e trasparente alle spalle.
Purtroppo la disinformazione dei cittadini non aiuta e si gioca molto anche sulla scarsa voglia dei lucchesi che hanno di approfondire il dibattito, tutto questo è possibile perché c’è una parte della città addormentata e permette che le cose si decidano con facilità e senza spiegazioni.
Io rappresento un’opposizione politica ma sono tante le voci che si stanno ribellando ed è per questo che chiedo ai cittadini più coinvolgimento, non si può reclamare giustizia senza interesse accettando quello che viene proposto con vaghezza passiva.

Come vi aspettate si evolverà la cosa?
A prescindere da quello che ne sarà della Manifattura, che comunque è e deve restare un simbolo per i cittadini, vorremmo solo che ci rendessero partecipi di ciò che sta accadendo, che ci spiegassero il progetto davvero, dettagliandolo nei minimi particolari. Parlo per noi, per la maggior parte dell’opposizione, per tutte le associazioni come Lega Ambiente e Italia Nostra e molte altre e per i cittadini: ci meritiamo considerazione ma soprattutto verità. Solo a quel punto potremo davvero prendere in considerazione il progetto e giudicarlo, non mi sento di escludere che dopo la visione potrei ricredermi ma abbiamo bisogno delle giuste condizioni.
In questo modo è solo un’imposizione dall’alto, sembra che ci sia qualcosa da nascondere, che il comune sia cosciente che la cosa potrebbe avere un impatto stravolgente, motivo per cui presentandola nei dettagli difficilmente sarebbe accettabile e così si cerca di baipassare il sistema democratico decisionale in modo da giocarsela su più tavoli tra giustificazioni varie per arrivare alla comunicazione ufficiale solo a cose fatte.
Se continuerà questo immobilismo non escludiamo azioni eclatanti.

Bianca Leonardi
Bianca Leonardi
Classe 1992, Lucca. Una laurea in giornalismo e tanta voglia di dar voce a chi troppo spesso resta in silenzio. Lavoro da anni nella comunicazione e nell'organizzazione di eventi, saltando tra musica, teatro e intrattenimento. Perché "Lo Schermo"? Perché siamo giovani, curiosi e affamati di futuro.

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