Ex Manifattura, progetto bloccato: il nuovo dirigente comunale parla chiaro

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Dopo settimane di stallo, di stop and go e di insicurezze arriva la novità sulla rigenerazione della parte sud della Ex Manifattura Tabacchi: il progetto al momento e alle ultime condizioni è bloccato e Tagetik, stando alle carte oggi sul tavolo dell’Amministrazione comunale, non potrà insediarsi negli edifici ad essa riservati, come riporta anche “Salviamo la Manifattura”.
Tutto ha inizio dal momento che in Comune, mediante bando pubblico, si insedia il nuovo Dirigente all’Urbanistica e all’Edilizia Privata, l’Architetto Luca Nespolo, colui che, in caso di parere favorevole, dovrà porre la firma sul progetto targato Fondazione-Coima.

A seguito delle interlocuzioni tra il Sindaco Tambellini e il nuovo dirigente, i consiglieri comunali, pieni nel loro diritto, hanno chiesto, mediante accesso agli atti, di vedere il parere di Nespolo. Parere che, per giungere nelle mani dei politici, ha avuto bisogno di una diffida ed un sollecito nei confronti del Comune, il quale tardava a mandare la documentazione richiesta.

Ricostruendo i fatti e alla luce di quanto riportato dal nuovo dirigente, la Fondazione ha stipulato e firmato una convenzione con la nota azienda produttrice di software Tagetik, prevedendo e assicurando ad essa l’insediamento nei locali della Manifattura Sud entro limiti temporali dettagliatamente stabiliti e imposti dall’azienda.
Pratica che, anche a detta di Nespolo, risulta atipica in quanto non è stato, ai tempi, assolutamente calcolato da parte della Fondazione il rischio di un procedimento del genere in termini di fattibilità urbanistica, rischio che oggi si traduce in realtà, vista l’impossibilità di un intervento diretto anche solo sugli edifici dedicati all’azienda, soluzione sulla quale l’Amministrazione stava lavorando.

In pratica, con l’avvento del nuovo dirigente, il nostro Primo Cittadino non ha perso tempo nel contattarlo, spiegandogli la vicenda e incitandolo a considerare la grande importanza che una rigenerazione del genere potrebbe avere per Lucca – e su questo siamo pienamente d’accordo, peccato per i metodi verrebbe da dire! – nella speranza di un “lasciapassare”, cosa che non è avvenuta, in nome dell’imperturbabilità del nuovo tecnico.

Il primo progetto presentato da Fondazione e Coima parlava infatti di intervento diretto su tutto lo stabile della Manifattura, fermato poi mediante una diffida – in quanto completamente fuori legge – che ha portato l’Amministrazione a rivedere le cose e a chiedere maggiori conferme, sia in termini legislativi che economici. La Fondazione, dalla sua, forte forse dalla convinzione che difficilmente qualcuno avrebbe osato mettere in discussione un progetto da essa presentato – alla luce anche delle opere grandiose che ha realizzato per la città -ha iniziato a mettere una discreta pressione sull’Amministrazione comunale, in quanto i tempi dettati da Tagetik iniziavano a stringere e Bertocchini, in caso di sforamento delle date previste, sarà costretto a pagare addirittura una penale (non di propria tasca, si intende, ma dei lucchesi!).
Da una parte viene da chiedersi come sia stato possibile, da parte di professionisti competenti e preparati come quelli che appartengono alla cerchia della Fondazione, un salto nel vuoto tale da firmare una convenzione così limitante e rischiosa, ancor prima del vaglio di un progetto preliminare. Dall’altra, ci chiediamo e chiediamo al nostro Sindaco, come sia stato possibile prestarsi a tale dinamica, accettando la palese svendita di un bene pubblico, senza garanzie e proteggendo e salvaguardando a tutti i costi l’interesse del privato. In nome di cosa poi? Di una partita politica così importante tale da sacrificare la dignità e la credibilità di una città? Non ci è dato saperlo, almeno per ora.

Fatto sta che ad oggi, l’Architetto Luca Nespolo, estraneo ad ogni dinamica cittadina, ha confermato che il progetto, alle condizioni poste da Comune e Fondazione, è bloccato: non è possibile quindi escludere gli edifici destinati a Tagetik dal piano attuativo, in quanto questo deve comprendere tutto lo stabile.
Semplificando: per dare vita al famigerato progetto Fondazione-Coima e per non andare contro la legge serve un cambiamento del piano urbanistico, e quindi delle destinazioni d’uso di tutto il complesso, che dovrà essere soggetto a piano attuativo, sempre ammesso che le belle arti accettino il cambio di destinazione visto che, è sempre bene ricordare, la Manifattura è sottoposta a vincolo Mibact.
Questo procedimento obbligatorio rallenta enormemente il tutto e cambia le carte nella partita dei potenti: i tempi imposti da Tagetik e accettati dalla Fondazione, che corrispondono all’inizio dei lavori previsti per settembre/ottobre 2021 e l’insediamento ufficiale per Aprile 2023, non potranno verosimilmente essere rispettati in nome della realizzazione di un piano attuativo, come la legge prevede, e ciò significa che la Fondazione dovrà pagare profumatamente l’azienda, con una somma di 40 mila euro al mese, per non aver rispettato i termini di questa convenzione firmata ad occhi chiusi.

Restiamo in attesa di capire come Amministrazione e Fondazione Cassa di Risparmio riusciranno a uscire da questo impasse che – lasciatecelo dire – ci lascia un po’ l’amaro in bocca e lede tristemente la credibilità sia di un’Amministrazione che della correttezza ha sempre fatto il suo baluardo, sia di un ente benefico che in questo caso, se nessuno si fosse permesso di metterla in discussione, avrebbe corso dritto verso il proprio obiettivo, sorpassando ostacoli – ma soprattutto normative – che sembrano oggi, per fortuna, praticamente insormontabili.

Bianca Leonardi
Bianca Leonardi
Classe 1992, Lucca. Una laurea in giornalismo e tanta voglia di dar voce a chi troppo spesso resta in silenzio. Lavoro da anni nella comunicazione e nell'organizzazione di eventi, saltando tra musica, teatro e intrattenimento. Perché "Lo Schermo"? Perché siamo giovani, curiosi e affamati di futuro.

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