E se, sotto l’ultimo sole di agosto, non parlassimo del futuro di qualcuno ma del futuro di tutti?

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Leggo con curiosa sorpresa l’uscita estiva de “Il Tirreno” che mi vede candidato non-del-tutto-coperto di un centro-destra in cerca di interpreti.

“Curiosa sorpresa” perché non ero informato di essere candidato ad una poltrona tanto ambita e importante da dover intimidire chi vi aspira, se ha senso delle proporzioni. E anche perché le candidature non si costruiscono stando fermi ma coinvolgendo cittadini e stakeholders in un progetto di prospettiva. Non ho davvero fatto nulla di tutto quello che tipicamente si fa per candidarsi: creare un comitato/associazione, raccogliere pareri positivi sulla stampa, cercare benedizioni importanti da politici di grido…

L’unica cosa in cui mi riconosco dell’articolo, è il ruolo di imprenditore, a cui, da sempre, associo un impegno nel mondo del volontariato. E, per me, non è poco.

Ma vorrei anche dire che la politica è un impegno importante, grande e di valore. Riguarda tutti, non solo i candidati, e merita che sia affrontata con idee e ideali. Mentre troppo spesso assistiamo a scontri da tifoseria nell’angusto spazio di qualche nome: io sto con Tizio; no, a me piace Caio.

Credo che Lucca meriti una nuova fase in cui l’amministrazione comunale abbia un progetto a lungo termine per rilanciare una città che per troppo tempo ha vivacchiato. E da cittadino (non candidato) e osservatore, che da queste colonne prova e fare qualche riflessione pubblica, vorrei proporre tre temi per la prossima campagna elettorale: la formazione, lo sviluppo economico e il volontariato.

Per la formazione vorrei riproporre il tema della creazione a Lucca di un ITS sulle tecnologie informatiche e meccaniche. È un progetto importante che potrebbe anche essere ospitato nel contenitore della Manifattura Tabacchi (ne avevo già parlato qui). Un progetto che colleghi le eccellenze del territorio: l’istituto “Fermi”, IMT, gli enti pubblici, ecc. E soprattutto, un progetto per i nostri giovani e per le nostre aziende: quelle che generano un’occupazione importante sul nostro territorio.

Per quanto riguarda lo sviluppo economico, credo che dobbiamo superare l’idea di Lucca come meta turistica “di passaggio” tra Pisa e Firenze. È una visione distorta e consumistica di una città che merita di vivere in altro modo. Il turismo è indubbiamente importante, ma solo se riusciamo a riqualificarlo. Ma dobbiamo anche francamente dire che lo sviluppo economico della città è legato a realtà economiche industriali e tecnologiche. Cito, solo per chiarezza e allargando un po’ alla provincia, realtà come Azimut-Benetti, Sofidel, Lucart, Perini, Fosber ma anche Tagetik, Kedrion e molte altre di settori cartari e non. E bisogna considerare tutto il gigantesco indotto che questi soggetti generano. Questo ci porta a dover seriamente riparlare di ciò che facilita la nascita e la crescita di realtà di questo genere. E di come supportare il tutto con servizi e spazi adeguati. Penso naturalmente a infrastrutture, ma anche a servizi della pubblica amministrazione, all’altezza di queste aspirazioni.

E infine il Volontariato. Lucca è nota per essere un polo estremamente attivo in questo campo tanto da eccellere in Toscana (assieme alla ben più grande Firenze) per attività e presenza di associazioni e volontari. E questa eccellenza le viene primariamente dal lavoro che il Centro Nazionale per il Volontariato ha condotto in quasi 40 anni di storia. Questo centro studi, di cui mi onoro di essere il vicepresidente, ha avuto un ruolo importante anche negli ultimi anni: dalle venute dell’allora premier Renzi per la presentazione del Codice del Terzo Settore, al Festival del Volontariato con i suoi convegni e la sua eco nazionale. Lucca e il volontariato sono quindi un binomio riconosciuto e di valore. È un vero peccato che recenti scelte del pubblico e di alcuni altri attori abbiamo voluto disconoscere questa storia per portare Lucca ad un ruolo ancillare di Pisa. Anche su questo una politica attenta deve riprendere la parola e spingere le realtà esistenti verso una nuova vita, supportandole e sostenendole. Lo dico perché purtroppo non è stata questa la storia recente. Che anzi ha visto l’attuale amministrazione comunale (e purtroppo non solo lei) nel ruolo di distratto spettatore e anche un po’ prona ad alcune incomprensibili posizioni.

Credo che non vedere e non proporre un futuro diverso, migliore, sia il segno di una politica che non ha immaginazione e non sa fare altro che galleggiare sul quotidiano.

Senza ideali, senza progetti, senza visione di futuro, non si fa politica, si scaldano solo le poltrone.

Andrea Bicocchi
Andrea Bicocchi
Imprenditore, editore de "Lo Schermo", volontario. Mi piace approfondire le cose e ho un'insana passione per tutto quello che è tecnologia e innovazione. Sono anche convinto che la comunità in cui viviamo abbia bisogno dell'impegno e del lavoro di tutti e di ciascuno. Il mio impegno nel lavoro, nel sociale e ne Lo Schermo, riflettono questa mia visione del mondo.

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