Cosa chiedono i giovani alla politica?

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Questa è da sempre una domanda ricorrente. Una domanda che, tuttavia, oggi assume un significato maggiore alla luce degli enormi cambiamenti che si sono verificati con la globalizzazione, con la rivoluzione digitale e con la recente pandemia. Abbiamo provato a cercare delle risposte parlando con chi, giovanissimo, ha una forte passione per la politica e milita all’interno di un partito: Enzo Alfarano – 26 anni, laureato in Giurisprudenza a Pisa e iscritto al PD dal 2013 – ci ha spiegato il suo modo di vedere la politica e le istanze dei giovani che, a suo avviso, la politica dovrebbe cominciare a intercettare.

Com’è fare militanza politica nel Partito Democratico in una città come Lucca?

Penso che in città, ma più in generale in tutto il territorio della piana, il Partito Democratico esprima personalità e amministratori importanti. Personalità e amministratori che, per i semplici militanti, soprattutto se più giovani, possono essere da esempio. Con tutti i limiti e le pecche che vogliamo trovargli, anche a livello territoriale il PD è dotato di organi di partito – mi vengono in mente i circoli, ma anche l’assemblea comunale e territoriale – che hanno il compito di raccogliere le istanze degli iscritti e stimolare il dibattito su quanto accade a livello locale e nazionale. Da affezionato alla funzione e alla centralità del partito così come concepito nel novecento, penso che anche nel PD la militanza attiva debba essere un valore aggiunto al momento della selezione della classe dirigente.

Quali sono, secondo te, le istanze che i giovani rivolgono oggi alla politica?

Oggi penso che i giovani si trovino di fronte due problemi principali: da un lato il cambiamento che la globalizzazione ha portato anche nel mondo del lavoro e nel modo di concepirlo, dall’altro i cambiamenti climatici. Sul primo tema, una volta completato il ciclo di studi, un giovane si ritrova immerso in un mondo del lavoro che spesso esige competenze diverse da quelle acquisite e che non garantisce più una vita lavorativa stabile. Sui cambiamenti climatici e sulla lotta all’inquinamento, invece, non è da sottovalutare la mobilitazione avvenuta in occasione dei “Fridays for future”, segno che tra i giovani qualcuno ha compreso l’importanza di mettere al centro un problema che ricadrà principalmente su di loro.

Con i cambiamenti che ci sono stati negli ultimi vent’anni, la politica riesce ad intercettare a sufficienza tali istanze?

Penso che negli ultimi vent’anni i cambiamenti economici e sociali a cui siamo andati incontro con la globalizzazione e la rivoluzione digitale abbiano trovato la politica del tutto impreparata, soprattutto nel dare risposte a quanti, da tali cambiamenti, sono stati penalizzati. Il tutto, poi, è stato aggravato dalla pandemia e dall’emergenza sociale che ne è conseguita. Ho apprezzato molto, nel suo intervento di candidatura alla segreteria del partito, quando il segretario Letta ha affermato di voler fare del PD “il partito che parla con la voce dei giovani”. Ad oggi tuttavia non ho visto rilevanti cambi di passo, anche se piano piano sul clima e sull’inquinamento stanno iniziando a darsi alcune risposte, ad esempio in ambito europeo, con la scelta dell’UE di bandire le plastiche monouso ritenute più inquinanti.

Cosa ti aspetti dal Partito Democratico nazionale e quali dovrebbero essere, a tuo avviso, le priorità dell’agenda politica del partito?

Dal Partito Democratico mi aspetto che sia la forza politica che si impegni per dare a tutti un’opportunità. Sono molto sensibile al tema dei giovani e vedo come priorità quella di dare risposte alla precarizzazione del mondo del lavoro, alle difficoltà che incontrano le partite IVA e i giovani che si affacciano al mondo dell’imprenditoria. Temi importanti da affrontare, poi, sono anche quello della fuga dei cervelli all’estero e del numero di laureati, uno dei più bassi in percentuale di tutta l’UE. Vedo con favore il fatto che il PNRR abbia puntato molto su digitalizzazione, transizione ecologica e innovazione, perché le sfide per il futuro stanno lì. Nell’agenda di un partito che porta avanti i valori del progressismo, inoltre, deve essere di primaria importanza il tema della scuola, perché ci si deve preoccupare di come rendere il nostro sistema di istruzione competitivo e di respiro internazionale.

Cosa pensi del DDL Zan e cosa pensi del fatto che molti militanti PD sono contrari all’attuale testo?

Penso che una legge come il DDL Zan sia da approvare. Non si può negare, ad oggi, la necessità di affrontare questo problema salito alla ribalta delle cronache nazionali. Attenzione però a semplificare e banalizzare troppo il dibattito sul punto, tenendo un approccio ideologico e passando la palla all’influencer di turno che per un like in più è disposto ogni volta a cambiare posizione, magari senza un’accurata conoscenza del testo del DDL. È la politica – e in questo caso il PD – a dover prendere in mano la situazione e ad avere il compito di portare a termine l’iter di approvazione della legge, componendo il dissenso che si è creato all’interno del partito e anche all’interno della maggioranza che lo ha sostenuto. Approcciandomi in maniera pragmatica penso però che, se non ci fossero i numeri, è meglio trovare un compromesso che lasciare un vulnus di tutela in materia.

Cosa ti aspetti, invece, dal Partito Democratico lucchese?

A Lucca il Partito Democratico è perno dell’amministrazione comunale da ormai un decennio. Sicuramente in questo tempo sono state fatte cose importanti, partendo dal risanamento del bilancio e dall’implementazione della raccolta differenziata e della mobilità sostenibile, fino ad arrivare agli interventi effettuati in quartieri periferici come S.Anna e S.Vito. Bisogna segnalare come già prima degli interventi effettuati dal Governo Conte durante la fase acuta del Covid, nella primavera 2020, il Comune di Lucca è intervenuto a sostegno dei suoi cittadini e dei suoi commercianti con misure di assistenza importanti. A un anno dalla scadenza elettorale del 2022, il Partito Democratico ha il compito di individuare quelle che sono le priorità da portare a termine, sfruttando soprattutto quanto messo a disposizione dal PNRR per la riqualificazione di alcuni immobili storici, per le infrastrutture necessarie e per la mobilità sostenibile. È importante, ad esempio, combattere l’inquinamento anche a livello comunale, magari puntando maggiormente su servizi di bike sharing e monopattino sharing, come già avviene in altre città.

Cosa ne pensi dell’ipotesi primarie e chi vorresti come candidato sindaco del centrosinistra?

So che probabilmente sto per dare una risposta scontata, ma a mio parere la priorità resta definire un programma che – con le forze attualmente alleate, ma anche aprendo alla società civile e al terzo settore – metta al centro le periferie, l’ambiente e le politiche giovanili, oltre che continuare l’opera di riqualificazione della città e dei suoi immobili storici. In campo c’è già un nome importante, se ce ne saranno altri penso che le primarie siano lo strumento giusto per un confronto che sia un arricchimento per il partito, oltre che per la selezione del candidato ritenuto più idoneo ad affrontare questa sfida da parte del Partito Democratico lucchese, che non può dire no ad uno strumento che fa parte del suo DNA.

Dai un voto all’operato di questa amministrazione nei confronti dei giovani: cosa è andato, cosa non è andato e cosa si deve migliorare?

Negli anni l’amministrazione ha messo in campo strumenti importanti, penso soprattutto al contributo per l’affitto per giovani single e coppie. Ma anche di recente si è molto spesa nei confronti di tale categoria. Penso alla struttura Informagiovani – che è molto efficiente -, alla recente iniziativa “Ri-partire dai giovani”, messa in campo dal consigliere Bianucci in modo da creare una mappatura dei servizi rivolti all’utenza giovanile sul nostro territorio, con il fine di colmare le lacune esistenti sul punto e rendere Lucca una città a misura di giovane, coordinando e implementando tali servizi. Il Comune, a mio parere, affiancandosi a molte associazioni e coordinandone il lavoro, può essere più attivo nel sostegno all’imprenditoria giovanile e nel campo della formazione professionale per i giovani, al fine di favorire un loro più agile inserimento nel mondo del lavoro. In definitiva, mi sento di dare un buon sette e mezzo all’operato di questa amministrazione, con la consapevolezza che quanto fatto è importante, ma è necessario guardare sempre avanti.

Giovanni Mastria
Giovanni Mastria
Nato a Lucca, classe 1991. Scrivo con passione di cultura, attualità, cronaca e sport e, nella vita di tutti i giorni, faccio l’Avvocato. Credo in un giornalismo di qualità e, soprattutto, nella sua fondamentale funzione sociale. Perché ho fiducia nel progetto "Oltre Lo Schermo"? Perché propone modelli e contenuti nuovi, giovani e non banali.

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