Apre oggi la rubrica “Lettere a Lo Schermo” con un intervento di Olivo Ghilarducci sul Caffè Di Simo

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Inauguriamo oggi la nuova rubrica delle “Lettere a Lo Schermo” in cui i nostri lettori potranno intervenire nei dibattiti avviati sulla nostra testata e dire la loro. È un fatto importante, per noi, quello di dare voce alla città per avviare una discussione efficace sui temi importanti del nostro  vivere civile. Potremmo dire che questa è la vera ragione di esistenza di questo giornale. 

Cominciamo quindi con questa lettera che ci ha inviato Olivo Ghilarducci a proposito degli articoli sul Caffè Di Simo che sono stati fatti nella rubrica #StateSereni.

La tenacia con la quale Umberto Sereni opera per il recupero dei luoghi della cultura della città  e in particolare dello storico CAFFE DI SIMO  è veramente lodevole. È certo che il suo lavoro proseguirà con maggiore possibilità di successo dal momento che Sereni è un componente della commissione nazionale per le celebrazioni pucciniane.

Riguardo al recupero dello storico caffè, che dovrebbe essere un obiettivo chiaro per l’intera città, vanno affrontate due fasi: quella del finanziamento per le opere di recupero dello storico locale ma anche quella assai più delicata della futura gestione del presidio culturale.

È giusto porsi un obiettivo alla volta ma è inevitabile avere chiaro come procedere nella prospettiva della gestione.

Per questo ritengo sia necessario uno stretto raccordo tra il Comune e la Fondazione della Cassa di Risparmio.

Sono convinto che il perseguimento di questa intesa operativa vale per tutti i progetti che la nuova amministrazione ha in animo di realizzare. Di certo l’incontro costante anche personale tra il Sindaco e Il Presidente della Fondazione che forse è mancata in passato non può che fare il bene della città.

Olivo Ghilarducci

La collaborazione istituzionale tra Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e Comune è una necessità per il corretto funzionamento della città. E dovrebbe essere un obiettivo che tutte le parti si impegnano a raggiungere. La Fondazione è infatti la cassaforte della città: il patrimonio della fondazione è il lascito che generazioni passate di lucchesi hanno lasciato alle generazioni future e che abbiamo il compito (come collettività) di utilizzare saggiamente e tutelare per i nostri figli, nipoti e pronipoti. Questo, però, è anche il compito del Comune che è chiamato ad amministrare la città con una visione di lungo periodo che sappia coniugare le esigenze immediate con una visione della città e del suo sviluppo che sia buona sia per oggi che per domani. 

Ciò che differenzia i due enti è la forma di governo: il Comune risponde ai cittadini tramite le elezioni; la Fondazione ad un complesso sistema di rappresentanze pubbliche e sociali e ad un comitato (i soci della Fondazione) che è fatto di notabili cittadini che si rigenera per cooptazione (ossia tramite nuovi ingressi decisi da chi è già dentro). 

I diversi sistemi rispondono a logiche diverse: una diretta responsabilità di tutti per l’amministrazione cittadina, da una parte, e l’idea che il patrimonio debba essere gestito da un complesso sistema di poteri e rappresentanze cittadine che, dovendo trovare accordi, dovrebbero essere costrette a prudenza ed equilibrio, l’altro.

La teoria non sempre si traduce in prassi, e, dall’una e dall’altra parte, la città ha assistito a comportamenti non sempre comprensibili o condivisibili. Anche nel recente passato. 

Le elezioni hanno anche questa proprietà: quella di essere dei momenti catartici e, quindi, di poter costituire occasioni di ripartenza. È quello che ci auguriamo possa accadere avviando una collaborazione efficace e rispettosa dei rispettivi ruoli tra le parti in causa sia per caso del Caffè Di Simo, a cui siamo particolarmente attaccati, sia sulle tante altre cose su cui, come cittadini, aspettiamo novità.

Andrea Bicocchi
Andrea Bicocchi
Imprenditore, editore de "Lo Schermo", volontario. Mi piace approfondire le cose e ho un'insana passione per tutto quello che è tecnologia e innovazione. Sono anche convinto che la comunità in cui viviamo abbia bisogno dell'impegno e del lavoro di tutti e di ciascuno. Il mio impegno nel lavoro, nel sociale e ne Lo Schermo, riflettono questa mia visione del mondo.

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