A vent’anni da Lucchese-Triestina, una partita che ha segnato una generazione

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Il mondo si stava apprestando a vivere con intensità e passione l’evento dell’anno, i Mondiali di calcio di Corea e Giappone, ma c’era una piccola porzione di cielo che aveva in testa una sola sfida: la finale playoff di Serie C1 tra Lucchese e Triestina. I rossoneri di Francesco D’Arrigo stavano accarezzando il sogno di riacciuffare la Serie B, che in riva al Serchio mancava dalla stagione 1999, ma per riuscirci dovevano superare l’ultima dura prova nella roulette degli spareggi.

La Pantera aveva concluso il campionato regolare alle spalle del Livorno e dello Spezia, col terzo posto in classifica i rossoneri avevano un piccolo vantaggio da giocare al cospetto della Triestina, che aveva acciuffato lo spareggio promozione con l’ultimo slot disponibile, quello del quinto posto. Gli uomini di D’Arrigo per arrivare all’atto conclusivo avevano regolato il Treviso con una doppia vittoria, la squadra era attrezzata per la promozione e poteva contare su giocatori di talento ed esperienza, mentre i giuliani avevano strabiliato tutti nel doppio confronto con lo Spezia, eliminando i liguri grazie a una condizione fisica eccezionale.

Il 2 giugno 2002 però accadde l’impensabile, la Lucchese cadeva per 2 a 0 allo stadio Nereo Rocco di Trieste per la doppietta di Eder Baù. Serviva la spinta del Porta Elisa nella gara di ritorno per riportare la strada della cadetteria a Lucca, così il 9 giugno la casa della Pantera si riempieva in ogni spazio come in poche altre occasioni. Un fiume di passione rossonera era pronta a spingere la squadra oltre l’ostacolo, facendo sentire l’amore per i propri colori per tutta la partita. La tensione si sentiva forte nell’aria, in più una temperatura già estiva scaldava il verde terreno di gioco prima dell’ingresso in campo dei giocatori. In molti non sapevano ancora che quella sfida avrebbe segnato il destino di una squadra e di una generazione intera di tifosi.

La Lucchese parte a razzo, assedia senza sosta la porta difesa da Angelo Pagotto e mette alle corde la Triestina. Dopo una serie di calci d’angolo arriva il gol del vantaggio siglato da Francesco Marianini, bravo a ribadire in rete una corta respinta della difesa avversaria, 1-0 e palla al centro. La Triestina è in difficoltà, lo stadio è una bolgia e il raddoppio della Lucchese è nell’aria, perché i rossoneri sembrano sbucare da tutte le parti del campo. All’improvviso, però, gli alabardati pungono e infilano Gazzoli con la rete di Del Nevo che si incunea in area e di punta insacca alle spalle dell’estremo difensore. Il primo tempo sembra volgere alla fine con l’1 a 1, ma è Marianini a riaccendere la fiammella della rimonta, il centrocampista infatti trova la sua doppietta personale svettando in area di testa sugli sviluppi di un angolo, riportando la Lucchese a una sola rete da supplementari e serie B.

Nella seconda frazione di gara la squadra di D’Arrigo attacca ancora più forsennatamente, stringe d’assedio la Triestina e Pagotto deve fare gli straordinari per evitare il peggio, anche se nulla può sull’incornata vincente del centravanti Carruezzo che capitalizza al meglio un cross proveniente dalla destra; 3-1 e Triestina che sembra prossima al knock out. Il risultato di 3-1 porterebbe le due squadre ai supplementari, ma garantirebbe comunque la promozione ai rossoneri, in virtù del vantaggio in classifica ottenuto in campionato.

Si aprono del danze dei supplementari ed è allora che giunge il vero momento sliding doors della Lucchese e della sua storia: l’arbitro Gallucci fischia un fallo da rigore sullo scatenato Carruezzo. Il bomber di Brindisi si presenta dagli undici metri, il pallone pesa come un macigno perché in caso di segnatura la Lucchese andrebbe a un passo e mezzo dalla Serie B, contro un avversario a terra e per giunta in dieci uomini per l’espulsione precedente del terzino Parisi. Tony si prende la responsabilità e dopo la rincorsa impatta con il pallone che si infrange sul palo, mentre sulla ribattuta il numero 9 della Lucchese spara in curva. Da quel momento in poi salta ogni tipo di logica, la Triestina si riprende dopo aver visto l’abisso, mentre la Pantera si smarrisce attanagliata dalla paura. Cribari viene espulso per un fallo di mano e raggiunge gli spogliatoi, stessa sorte accade al suo avversario Tangorra. La tensione è piombata in campo, lo stadio è attonito e silenzioso, ed è allora che il filo del destino straccia il biglietto della Serie B dalle mani della Lucchese. La Triestina si guadagna in 9 uomini un calcio di rigore che viene trasformato da Baù. Il dramma ha ormai preso forma. Il nervosismo della Lucchese aumenta, Carruezzo e Bacis si prendono a pugni prima che sia battuto un angolo e si beccano un cartellino rosso in faccia. A quel punto i giuliani col cuore più leggero prendono i rossoneri in contropiedi e con un tiro a giro di Ciullo congelano il risultato sul 3 a 3. Un epilogo amaro, difficile da digerire alla fine di una sfida che non ha avuto niente di normale.

Da quel momento in poi la Lucchese non arriverà più a toccare quasi con mano l’agognata Serie B, mentre dopo vent’anni il ricordo di quella sfida – certamente non per cuori deboli – tormenta i sogni di chi ama la vecchia Pantera. Nel futuro si spera che la maledizione di quel 9 giugno 2002 possa essere cancellata, nel frattempo l’eco di quell’epica lotta al Porta Elisa ancora risuona tra i gradoni del vecchio impianto comunale.

Tommaso Giacomelli
Tommaso Giacomelli
Giornalista e giurista, le passioni sono per me un vero motore per vivere la vita. Sono alla ricerca inesausta della verità, credo nel giornalismo libero e di qualità. Porterò il mio contributo a "Lo Schermo" perché si batte per essere una voce unica, indipendente e mai ordinaria.

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