A tu per tu con Fabio Barsanti: “ai giochetti di partito preferisco la serietà di un ragionamento politico”

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Una maggioranza assente e insicura e un’opposizione divisa da improvvisi cambi di rotta: così si presenta la scena politica in città.
Se da una parte vediamo un centrosinistra stanco, arrogante e per niente partecipativo dall’altra è inevitabile constatare un centrodestra nel caos più totale, con  idee poche chiare e personalismi che diventano imperativi.
Ne abbiamo parlato con Fabio Barsanti, consigliere comunale di opposizione, che ci ha fatto una panoramica sul rapporto maggioranza e opposizione in una situazione traballante come quella che stiamo affrontando.
Da un sindaco stanco, alle idee che spezzano in due un’opposizione; dalla voglia di pretendere di più dalla politica, fino alla nascita di “Difendere Lucca” – di cui Barsanti è rappresentante istituzionale – dando uno sguardo al 2022.

Come vedi il rapporto tra maggioranza e opposizione anche alla luce delle recenti tensioni?
Sicuramente vedo un’amministrazione agli ultimi colpi, con un sindaco ormai stanco: lo dimostra anche l’assenza mediatica rispetto ad altri sindaci del territorio. E’ completamente assente dalla città e non lo abbiamo sentito vicino in un momento difficile come quello che stiamo affrontando.
La maggioranza di centrosinistra è in crisi sia sul fronte interno che esterno. All’interno è spaccata e se ne ha avuta la massima riprova per le elezioni regionali, dove una parte della maggioranza ha scaricato un proprio assessore (ValentinaMercanti ndr), che era candidato, facendo la campagna elettorale per un’altra candidata (Francesca Fazzi ndr). Sul fronte esterno, l’amministrazione non parla più alla città ma solo a gruppi di potere: da qui la crisi per la rigenerazione della Ex Manifattura, la fallimentare rivoluzione degli orari dei rifiuti fatta dall’assessore Raspini e le forti tensioni con il mondo dei comitati, con i quali si è comportata con estrema arroganza su vicende fondamentali come sulla distruzione del verde a San Concordio. Insomma, il centrosinistra è riuscito a tradire le aspettative anche di soggetti che in passato lo hanno votato.
A questa maggioranza in agonia ha dato purtroppo una mano parte dell’opposizione. Nel momento di massima difficoltà del centrosinistra, pezzi del centrodestra hanno deciso di spaccare l’unità dell’opposizione. Su queste tensioni, a mio avviso, hanno pesato interessi personali e il timore di scontentare alcuni poteri forti cittadini.

Cosa ha sbagliato davvero questa amministrazione e come vedi il suo futuro?
Questa amministrazione, come del resto la precedente, è un’amministrazione immobile. Non ha una visione della città e non ha pressoché rispettato nessuno dei propositi fatti. Su argomenti centrali – come il recupero dei contenitori urbani, la riqualificazione dei quartieri e l’impulso culturale da dare alla città – ha tremendamente fallito. Gli esempi sono il mancato recupero del Mercato del Carmine, della zona Pulia e soprattutto tutta la vicenda della Manifattura Tabacchi, sulla quale non torno perché già troppo è stato detto, ma che rappresenta davvero la parte peggiore di un’amministrazione che a un anno e mezzo dalla fine del mandato si trova costretta a dover accettare un progetto che è tutto tranne che nell’interesse della città.
C’è da dire poi che in questo mandato, al contrario del precedente, l’amministrazione ha dovuto fare i conti con un’opposizione combattiva. Come già detto, questa unità è durata fino a che non sono subentrati interessi personali in alcuni consiglieri di opposizione. Ma fortunatamente il fronte dei più attivi e presenti – cioè Massimiliano Bindocci, Remo Santini, Alessandro Di Vito ed io – non ha perso la bussola.
Per quanto riguarda il futuro, il centrosinistra può essere salvato solo dal centrodestra, se non sarà capace di proporre una valida alternativa.

Perché, secondo te, l’opposizione a un certo punto si è divisa ed è andata nella direzione della maggioranza?
Si è divisa perché qualcuno ha voluto dividerla e abbiamo ben visto chi e come. Questo semplicemente perché c’è chi antepone l’interesse personale a quello della città e per fare ciò è disposto anche ad entrare in contraddizione con quello che è stato il comportamento in tre anni di consiglio.
E’ bene ricordare che coloro che rappresentano lo storico centrodestra sono proprio quelli che non hanno fatto opposizione. Non si deve cadere nella stessa dinamica perché, se crediamo a chi non fa opposizione durante il mandato ma pretende di dominare sei mesi prima delle elezioni, vincerà di nuovo il centrosinistra. E Lucca rischia di non riprendersi più.

A proposito di cambi di rotta, il consigliere Martinelli è entrato in Fratelli d’Italia, partito che ti ha corteggiato richiedendo anche la tua entrata ma che tu hai rifiutato: sono collegate le cose?
Il mio rapporto con Fratelli d’Italia va avanti da qualche mese, tanto che per le ultime elezioni regionali ho invitato a votare quel partito. L’ho fatto perché pensavo che fosse la realtà più attinente a quella che è la mia battaglia. Dopo le regionali l’auspicio era quello che i principali partiti di centrodestra – anche in virtù dell’appuntamento elettorale del 2022 – si mettessero seriamente a lavorare sulla creazione di una classe dirigente nuova, o comunque volenterosa di dare un impulso a quei partiti, lavorando per intensificare quello che era un buon risultato raggiungo alle regionali.
Detto ciò, come già scritto pubblicamente, non è il momento per me di lasciare la mia posizione. La situazione nei partiti è confusa, e nella nebbia si fa in fretta a perdere di vista la strada maestra. Io ho la responsabilità delle molte persone che mi hanno votato e mi sostengono, che da me vogliono coerenza, chiarezza e determinazione. Per garantire tutto questo – anche nell’interesse di Lucca e di una reale alternativa al centrosinistra – devo avere le mani libere e non dovermi guardare le spalle da chi sembra solo alla ricerca disperata di una posizione personale.

Da qui nasce “Difendere Lucca”? Cos’è e che scopo ha?
L’idea di “Difendere Lucca” è nata subito dopo la campagna elettorale del 2017. “Difendere Lucca” era infatti il motto della mia campagna, che ha aggregato molte persone e settori cittadini, creando una vera novità nel panorama politico cittadino. L’8% dei voti, che mi ha permesso di entrare in Consiglio comunale, testimonia il grande entusiasmo che ha coinvolto tanti lucchesi, ormai delusi dalla politica tradizionale. C’era bisogno di coagulare questo entusiasmo in un soggetto che potesse rappresentare tutte le forze che mi sostengono. C’era una forte richiesta di partecipazione da parte di persone di estrazione diversa.
Avrei voluto dare ufficialmente il nome “Difendere Lucca” al mio gruppo consiliare, ma sono alle prese con il solito ostracismo della maggioranza. Nonostante infatti ci sia un precedente – con Luca Leone nel 2014 – il presidente del Consiglio comunale mi vuole negare la possibilità di cambiare il nome. E’ il solito modo scorretto con cui è abituata ad operare la sinistra a Lucca. Non sono potuto nemmeno entrare nel gruppo misto a suo tempo, perché sennò mi avrebbero tolto il ruolo di capogruppo: sarebbe stato un bel regalo alla maggioranza mentre si discuteva del recupero della Manifattura.
“Difendere Lucca” rappresenta un movimento e un gruppo di lavoro. Attuerà tutta una serie di attività che un certo mondo collegato a me già faceva, come il volontariato applicato alla politica, l’aiuto alle famiglie in difficoltà e l’impegno sul territorio. Rappresenta inoltre la cittadella di coloro che vogliono creare una reale alternativa al centrosinistra, e che preferiscono rimboccarsi le maniche per la città piuttosto che aspettare che la nebbia del centrodestra svanisca. Perché solo dal lavoro nasce una reale alternativa per Lucca.

Quindi “Difendere Lucca” è una “Casapound” abbellita?  Dove si posizionerà nel 2022?
No, per il semplice motivo che in questi tre anni e mezzo ho avuto rapporti, contatti e sono stato rappresentante di una fetta di cittadini che va molto oltre a quella che è la rappresentatività di Casapound. “Difendere Lucca” non ha vincoli ideologici, ci sono persone che non appartengono a Casapound per esempio, e ha l’obiettivo di ampliare la partecipazione alla politica a tutte le persone di centrodestra, che però non trovano nell’attuale classe dirigente dei due partiti principali la risposta alla loro voglia di fare politica.
E’ presto per parlare del 2022, un anno mezzo in politica è un’eternità, ma credo che i partiti debbano lavorare bene per arrivare pronti a quel momento. Sicuramente “Difendere Lucca” è un laboratorio dove sviluppare una reale alternativa al centrosinistra. Quindi l’obbiettivo è chiaro: la vittoria alle elezioni. “Difendere Lucca” saprà quindi parlare con tutte le forze che – seriamente, con idee chiare e sacrifico reale – hanno lo stesso scopo.

Ti candiderai a Sindaco?
Ho dimostrato in questi anni di sapermi a mettere a servizio della città. In Consiglio comunale ho perorato la causa di un’opposizione unita, dialogando con gli altri consiglieri e trovando sintesi fra esponenti diversi fra loro. Per questo non mi considero l’unico candidato ideale possibile: ma sicuramente non mi metterò a servizio di progetti perdenti per la città.

Che caratteristiche dovrebbe avere il tuo Sindaco ideale?
Dovrebbe essere una persona che ha un rapporto e un legame con il centrodestra ma non un personaggio del vecchio centrodestra, quello che ha già perso due volte in città con l’attuale amministrazione e che ha vinto una sola volta, per il rotto della cuffia, con Favilla. A me piacciono in candidati politici, ma per far questo bisognerebbe che i partiti si decidessero, in maniera seria, a puntare e investire sulla creazione di una classe dirigente.

Come ti muoverai nel prossimo anno e mezzo?
Come ho sempre fatto, appoggiando e rappresentando a livello istituzionale le iniziative che farà “Difendere Lucca” e proponendo in consiglio la mia visione di città. In questi anni ho portato avanti diverse cose, alcune delle quale sono state approvate ed altre sono ancora in discussione e se questo è successo, nonostante la mia posizione radicale e lontana dall’amministrazione, significa che il mio lavoro è fatto seriamente. Motivo per cui continuerò a proporre la mia visione di città, anche qualora fossi in maggioranza.

In città si dice che il tuo sorprendente rifiuto in FdI sia dovuto al fatto che hai già una valida alternativa, è così?
Io l’alternativa ce l’ho sempre, perché a differenza di altri non sono solo. C’è chi senza partito non è niente ma io, intorno a me, ho un mondo fatto di attivisti, di professionisti, di persone del volontariato, dello sport, dello stadio e cioè un’intera comunità che negli anni si è formata. Siamo gli unici dell’opposizione, per esempio, ad avere una sede, una libreria e aver creato un festival culturale. Tutto in modo autofinanziato. L’alternativa quindi ce l’ho sempre, perché sono l’espressione di un mondo che va ‘oltre Barsanti’. Un mondo che non aspetta la manna dal cielo o dalla politica per mettere in pratica le proprie idee.

Bianca Leonardi
Bianca Leonardi
Classe 1992, Lucca. Una laurea in giornalismo e tanta voglia di dar voce a chi troppo spesso resta in silenzio. Lavoro da anni nella comunicazione e nell'organizzazione di eventi, saltando tra musica, teatro e intrattenimento. Perché "Lo Schermo"? Perché siamo giovani, curiosi e affamati di futuro.

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