Roberta Bianchi, di Toscana a Sinistra: “Con il blocco di potere rappresentato da Giani e dal centrosinistra che lo appoggia noi non abbiamo nulla a che vedere!”

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Una vita dedicata all’insegnamento, all’attività sindacale e alla politica. Due consiliature alle spalle in Consiglio Comunale e una battaglia combattuta senza esclusione di colpi fino alla fine: quella sull’Ospedale San Luca. Oggi Roberta Bianchi è candidata al Consiglio Regionale per “Toscana a Sinistra”, una lista alla sinistra del Partito Democratico che si propone di rappresentare l’alternativa di popolo e che ha scelto di non appoggiare il candidato Giani.

Roberta Bianchi, qual è il suo programma politico e quali istanze porterà in Regione in caso di sua elezione?

Il nostro programma politico è chiaro ed è coerente con gli atti e le azioni che in cinque anni di Consiliatura regionale i nostri Consiglieri Fattori e Sarti hanno portato avanti. Noi vogliamo rafforzare la sanità pubblica, a partire da quella territoriale. Vogliamo la gestione pubblica di acqua, rifiuti e trasporto locale e che ogni fondo per la scuola sia utilizzato per la messa in sicurezza delle strutture pubbliche. Vogliamo una Regione capace di investire in nuovi settori strategici: economia circolare, innovazione e agricoltura priva di pesticidi. Vogliamo che i soldi che arriveranno dalla Comunità europea  siano dati  solo a chi garantisce la conversione ecologica delle produzioni e nuovi posti di lavoro stabili. Vogliamo opere utili: contro il dissesto idrogeologico, per le nostre scuole, per far manutenzione a strade e ponti, per raddoppiare i binari unici dei treni e un piano speciale per dare una casa popolare a chiunque ne ha bisogno e diritto. Vogliamo una vera parità di genere, attuare pienamente la legge 194, rafforzare i consultori. Siamo l’unica forza politica oggi presente in Consiglio regionale che si è schierata apertamente per il NO al referendum del 20-21 settembre. Noi vogliamo tagliare gli stipendi dei parlamentari e dei consiglieri regionali ma non vogliamo tagliarne il numero! Non vogliamo tagliare la democrazia né vogliamo ridurre la rappresentanza in Parlamento di territori già marginalizzati e sottorappresentati. Peraltro, visto che il ragionamento di base dei proponenti la legge è indirizzato soprattutto ad un risparmio, allora perché, per esempio, non tagliamo le spese militari? I cittadini sanno quanto costa un solo giorno di presenza delle nostre forze armate all’estero? Oppure il costo e il mantenimento di un F35?

Lei è candidata nella lista “Toscana a Sinistra”, ci può spiegare i motivi per cui avete scelto di mantenere le distanze da Giani e dalla coalizione di centrosinistra trainata dal PD?

Il PD, nel corso del tempo, ha copiato l’avversario e ha cambiato forma e sostanza. Dei tanti anni di guida Pd della Regione c’è ben poco da salvare. Non ci hanno convinto quasi su nulla a partire dalla gestione della sanità con tre mega Usl che hanno impoverito i territori. Noi, al contrario, vogliamo rinforzare la sanità diffusa. E non dimentichiamo che, sul tema, Giani e Rossi hanno impedito un referendum che anche a Lucca aveva raccolto molte firme. Non ci convince nemmeno l’idea di regionalismo differenziato che il Pd e Italia Viva hanno mutuato dalla Lega: è un grande errore creare venti Regioni a statuto speciale. Non ci hanno convinto nemmeno sulle grandi opere, né per i finanziamenti alla scuola privata. Con queste premesse era impossibile un’alleanza col PD.

Qualche giorno fa, qui a Lucca, Paolo Ferrero ha dichiarato di voler dare voce al popolo. Ma siete davvero sicuri di utilizzare ancora lo stesso codice comunicativo del popolo? Perché, secondo lei, nelle fabbriche e nelle periferie spadroneggiano altri partiti?

Noi vogliamo riportare al centro del dibattito e delle lotte la sanità pubblica, il diritto alla casa, al lavoro stabile, a un ambiente sano. Questi temi sono quelli che dovrebbero interessare tutti coloro che oggi vivono una situazione difficile, quelli appunto che non hanno voce. Ma è vero, non sempre siamo capiti, non riusciamo a farci capire. Purtroppo per milioni di persone noi non esistiamo proprio e la sinistra è identificata nel PD. L’Italia viene da anni di indebolimento delle lotte sociali, della partecipazione politica, di passività sindacale. Come Rifondazione abbiamo cercato di difendere l’eredità del comunismo democratico italiano, del PCI, della “nuova sinistra” degli anni ‘60/’70, del socialismo di sinistra con grande apertura alle culture e alle pratiche dei movimenti. Purtroppo viviamo da anni difficoltà enormi derivanti dallo stillicidio di scissioni che hanno visto protagonisti esponenti di primo piano del partito, ma anche dalla tenaglia del bipolarismo, dalla delusione per le esperienze seppur brevissime di governo. Siamo stati investiti per primi e più di altri dall’avanzata dei “grillini”. Abbiamo pagato anche il prezzo della nostra coerenza. Tenere una linea di alternativa al PD ha significato rimanere fuori da quasi tutti i livelli istituzionali, nonché dai media. Paghiamo anche la nostra sacrosanta linea di costruzione di un’unità più larga, perché rinunciando alla presentazione autonoma del partito alle elezioni abbiamo perso anche quella occasione di visibilità e riconoscibilità di massa. Tanti sono gli errori che sono stati fatti. Su tante cose c’è stato bisogno di riflettere. Non sono tempi facili, ma noi crediamo che “un altro mondo sia possibile”, a partire da un  voto alla lista Toscana a Sinistra domenica e lunedì prossimi.

Da tempo la sinistra ha scelto un territorio di elezione ben preciso e comodo, ovvero quello dei diritti civili. La tutela dei diritti sociali ed economici, invece, sembra ormai secondaria nelle vostre agende politiche. Nel frattempo, però, la gente comune è alla fame e i ricchi diventano sempre più ricchi. Cosa ne pensa?

Che i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri è indiscutibile. Secondo il rapporto Oxfam 2019, nel mondo 26 ultramiliardari possiedono più risorse della metà più povera del pianeta. In Italia il 5% più ricco detiene la stessa quota di ricchezza posseduta dal 90% più povero della popolazione. Se l’1% dei più ricchi del pianeta – si contano sulle dita delle mani – pagasse lo 0,5% in più di imposte sul patrimonio, avremmo risorse per salvare la vita a 100 milioni di persone. Ma non accade per precise volontà politiche. E le disuguaglianze crescono. Era l’inizio del mese di aprile quando il Partito Democratico alla Camera ha avanzato l’idea di un contributo di solidarietà a carico dei redditi più elevati, per il 2020 e il 2021. Immediatamente si sono sollevati migliaia di scudi e subito l’ipotesi è sparita dall’agenda politica. Non corrisponde invece a verità che la tutela dei diritti sociali ed economici è secondaria nelle nostre agende politiche, forse lei nella sua domanda pensa al PD. Il nostro programma e le azioni che Fattori e Sarti hanno portato avanti in Consiglio regionale, e le stesse battaglie che io ho sostenuto quando ero in Consiglio comunale, ne sono testimonianza.

Perché la Lega riesce ad intercettare così bene le istanze della gente?

Dicendo Lega diciamo Salvini che ne é il capo indiscusso, l’unico sempre presente sullo schermo, sui giornali e soprattutto sui social. Salvini parla alla pancia delle persone. Salvini non parla loro di politica. Parla di sicurezza, si atteggia a paladino della giustizia e dell’operosità. Ha capito due cose fondamentali: che moltissimi cittadini non conoscono la politica e che ne sono tenuti lontani dai linguaggi spesso indecifrabili e contraddittori. Ha capito che molti cittadini non si sentono parte del mondo intellettuale, quindi non leggono i giornali, non ascoltano la televisione/politica, non partecipano a dibattiti. Si tratta quasi sempre di persone sfiduciate che si sentono abbandonate. E  soprattutto, come ho detto poc’anzi, Salvini usa i social. La sua non è politica e comunicazione canonica, è solo tifo e social. Salvini  usa il telefonino, si fa un selfie con qualche frase roboante e subito qualche rete televisiva lo dirama. In questo modo l’ elettore abbandonato si sente al centro della scena. Si sente importante e considerato.

Perché un cittadino lucchese dovrebbe votarvi, con il rischio – come si affrettano a dire nel PD – di non dare una mano per arginare la Lega?

La Toscana non è contendibile dalla destra di Salvini, per questo non si può dire che la presenza della nostra lista sia un favore fatto alla Lega. Ma certo con il blocco di potere rappresentato da Eugenio Giani e dal centrosinistra che lo appoggia, non abbiamo nulla a che vedere. Quanto ai presunti voti persi, è bene votare per il programma in cui si crede. In questi anni Fattori e Sarti in Regione sono riusciti a far di più dall’opposizione, anche in termini di leggi e proposte approvate, di tanti che stavano in maggioranza, a riprova che un’opposizione preparata e propositiva è fondamentale in democrazia, e può incidere moltissimo. In ogni caso il voto perso è quello dato a due schieramenti che propongono sfumature diverse del medesimo modello economico-sociale.

I cittadini quali novità amministrative e legislative chiedono alla politica regionale?

I cittadini chiedono un nuovo modello di sviluppo: sostenibile e solidale, che assicuri un lavoro possibile, stabile e sicuro, per tutte e tutti.

Giovanni Mastria
Giovanni Mastria
Nato a Lucca, classe 1991. Scrivo con passione di cultura, attualità, cronaca e sport e, nella vita di tutti i giorni, faccio l’Avvocato. Credo in un giornalismo di qualità e, soprattutto, nella sua fondamentale funzione sociale. Perché ho fiducia nel progetto "Oltre Lo Schermo"? Perché propone modelli e contenuti nuovi, giovani e non banali.

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