La partita lucchese di Giorgio Del Ghingaro

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Qualche giorno fa Giorgio Del Ghingaro ha lanciato un altro dei suoi tipici messaggi in codice: “mi piacciono le sfide politiche dure e impossibili”. Lo ha fatto con le modalità criptiche che ormai caratterizzano il suo profilo comunicativo, sempre sul filo tra il detto e il non detto. Molti, ovviamente, hanno interpretato l’uscita come un riferimento esplicito alla battaglia elettorale del prossimo anno a Lucca.

Ad oggi, infatti, la possibile partecipazione di Re Giorgio alle amministrative del 2022 rappresenta una delle incognite più grandi della partita, una variabile impazzita che potrebbe far saltare tavoli, alleanze e coalizioni. L’attuale sindaco di Viareggio – che vive a Lucca e che non si è mai trasferito in Versilia, così come il suo storico spin doctor Valter Alberici – piace a molti e soprattutto piace alle categorie: è uno dei pochi che riesce a parlare in maniera autorevole sia con la gente che con i vari potentati cittadini.

È un personaggio carismatico e la sua storia politica lo conferma. Prima ha saputo creare una narrazione politica a Capannori, poi è stato in grado di vincere – contro tutto e tutti – in una Viareggio disastrata e rimetterne in sesto i bilanci. Sarebbe in grado di pescare consensi a sinistra e a destra, e per questo – proprio come è successo a Viareggio – la politica non riesce a controllarlo e spesso ne teme i tratti decisionisti e talvolta spregiudicati.

Laddove scegliesse di candidarsi, infatti, è dato quasi per scontato che non si sottoporrebbe alle primarie del Partito Democratico. Quindi correrebbe da solo, come ha già fatto in passato, magari con l’appoggio di molti civici (di cui prima era nemico giurato, lo si evidenzia, ma questa è la politica) che oggi ondeggiano tra centro e destra strizzando l’occhio ad ogni nuovo soggetto politico o parapolitico che si affaccia sulla scena cittadina.

Cambierebbe molto, ovunque: vista l’esperienza di Del Ghingaro, a destra dovrebbero calibrare molto bene la scelta del proprio candidato, con il rischio concreto di subire una vera e propria emorragia di voti ma con la possibilità reale di arrivare ad accordi politici effettivi. Sarebbe importante capire la posizione e il possibile apporto degli uomini di Forza Italia, soprattutto dalla componente versiliese del partito. A sinistra cambierebbero gli assetti e le dinamiche, non solo interne ma anche e soprattutto esterne, con i vari Luca Menesini e Stefano Baccelli (soprattutto con quest’ultimo c’è un patto di non belligeranza? ci si può fidare?) che – per motivi diversi – potrebbero assumere posizioni interessanti, anche in ottica futura.

Rimane l’ostacolo fissato dall’art. 60 TUEL e la carica attualmente ricoperta da Del Ghingaro, che deve oggi considerarsi ineleggibile a Lucca, a meno che non dia le dimissioni a Viareggio “non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature”. In Versilia molti dei suoi detrattori – anche organici al centrosinistra – lo definiscono sì un buon amministratore, ma coloniale e senza troppa passione per la città. E Lucca – da sempre moderata e misurata – si farebbe davvero sedurre dall’istrionico Re Giorgio?

Ma soprattutto la vera domanda è: che cosa vuole fare davvero Giorgio Del Ghingaro?

Foto da: https://www.delghingaro.it/

Giovanni Mastria
Giovanni Mastria
Nato a Lucca, classe 1991. Scrivo con passione di cultura, attualità, cronaca e sport e, nella vita di tutti i giorni, faccio l’Avvocato. Credo in un giornalismo di qualità e, soprattutto, nella sua fondamentale funzione sociale. Perché ho fiducia nel progetto "Oltre Lo Schermo"? Perché propone modelli e contenuti nuovi, giovani e non banali.

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