Influenza: iniziata la nuova stagione che proseguirà fino ad aprile. Per la vaccinazione obiettivo la copertura al 75 per cento.

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Mancano ancora 53 giorni al Natale e sono già arrivati quelli che, tradizionalmente, sono i regali meno graditi delle feste: l’influenza e i virus respiratori. Venerdì scorso, 31 ottobre è stato diffuso il primo rapporto stagionale, relativo alla settimana numero 43 del 2025: quella che va dal 20 ottobre al 26 ottobre.

All’indirizzo https://respivirnet.iss.it/pagine/rapportoInflunet.aspx si trova il primo aggiornamento settimanale e il relativo file allegato: RespiVirNet_2025-43, bollettino curato dal Dipartimento Malattie Infettive, Istituto Superiore di Sanità. Sorveglianza dei virus respiratori in Italia: RespiVirNet. Settimana 2025-43.

Punti chiave di questo primo documento sono:

  • Il rapporto descrive i risultati della stagione 2025-2026 dei virus respiratori, integrando i risultati epidemiologici e virologici della sorveglianza RespiVirNet.
  • Come indicato nel Protocollo Operativo 2025-2026, nella settimana 42/2025 ha avuto ufficialmente inizio la sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza e dei virus respiratori “RespiVirNet”, in collaborazione con i centri regionali. La stagione terminerà nella settimana 17/2026. È auspicabile che la sorveglianza RespiVirNet possa proseguire anche durante il periodo estivo-autunnale, fino alla settimana 41/2026.
  • La sorveglianza RespiVirNet presenta importanti novità rispetto alle stagioni precedenti. In particolare, è stata modificata la definizione di caso: non vengono più sorvegliate le sindromi simil-influenzali (ILI), ma le infezioni respiratorie acute (ARI). Il protocollo operativo RespiVirNet è disponibile sul sito del Ministero della Salute. Il cambiamento nella definizione di caso rende difficile confrontare l’incidenza settimanale con quella delle stagioni precedenti, così come con le soglie di intensità, calcolate sulla base dei dati relativi alle sindromi simil-influenzali delle ultime stagioni.
  • L’incidenza totale delle infezioni respiratorie acute nella comunità, nella settimana analizzata, è pari a 7,36 casi per 1.000 assistiti. L’incidenza più elevata si osserva, come di consueto, nella fascia di età 0-4 anni, con circa 18 casi per 1.000 assistiti.
  • Durante la seconda settimana di sorveglianza virologica (settimana 2025-43) per la stagione 2025-2026, si registra ancora un basso tasso di positività per i virus influenzali e per il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) nella comunità. Tra i virus respiratori circolanti, i valori di positività più elevati sono stati rilevati per i Rhinovirus, per il SARS-CoV-2 e per i virus parainfluenzali. La co-circolazione dei diversi virus respiratori contribuisce a determinare il valore di incidenza delle infezioni respiratorie acute (ARI).
  • Anche nel flusso ospedaliero, i tassi di positività più elevati sono stati rilevati per i Rhinovirus, seguiti dal SARS-CoV-2. Per quest’ultimo, i tassi più alti si osservano nella fascia di età oltre 65 anni. Si ricorda che è stata avviata una campagna di vaccinazione contro COVID-19 così come per l’influenza per le categorie a maggior rischio, incluse tutte le persone sopra 60 anni di età. Più informazioni si possono trovare sul sito del Ministero della Salute
  • Per quanto riguarda la caratterizzazione dei virus influenzali nel flusso ospedaliero, è stata rilevata una percentuale simile di virus A(H1N1) e A(H3N2). Tuttavia, il numero di test positivi è ancora troppo basso per poter inferire l’andamento della stagione. Nelle prime due settimane di sorveglianza, sul portale RespiVirNet non è stato segnalato nessun campione positivo per influenza di tipo A “non sottotipizzabile” per i virus influenzali stagionali e/o appartenente ad altro sottotipo (es. A/H5).
  • Al 30 ottobre 2025, il Centro di referenza nazionale (CRN) per l’influenza aviaria e la malattia di Newcastle presso l’IZS delle Venezie, ha riportato la notifica di 11 focolai in allevamenti avicoli nel territorio italiano.

Durante la settimana 2025-43 sono stati segnalati, attraverso il portale RespiVirNet, 1.123 campioni clinici ricevuti dai diversi laboratori afferenti alla rete RespiVirNet. Dalle analisi effettuate 23 (2,0%) sono risultati positivi al virus influenzale, in particolare 22 di tipo A (7 di sottotipo H1N1pdm09, 5 H3N2 e 10 A non ancora sottotipizzati) e 1 influenza B. Nell’ambito dei suddetti campioni analizzati,114 (10,2%) sono risultati positivi per SARS-CoV-2, 7 per VRS e i rimanenti sono risultati positivi per altri virus respiratori: 237 (21,1%) Rhinovirus, 48 (4,3%) virus Parainfluenzali, 42 Adenovirus, 9 Coronavirus umani diversi da SARS-CoV-2, 1 Bocavirus e 1 Metapneumovirus.

Sul fronte della prevenzione e controllo dell’influenza vanno ricordate le raccomandazioni per la stagione 2025-2026 contenute nella circolare del Ministero della salute del 25 luglio 2025 dove si ricorda: «L’influenza è una malattia respiratoria acuta causata da virus influenzali che circolano in tutto il mondo. Nei climi temperati, come in Italia, le epidemie stagionali si verificano principalmente durante l’inverno, mentre nelle regioni tropicali l’influenza può verificarsi durante tutto l’anno, causando epidemie in modo più irregolare. In tutto il mondo, si stima che queste epidemie annuali causino da 3 a 5 milioni di casi di malattia grave e da 290.000 a 650.000 decessi per cause respiratorie. L’influenza rappresenta un serio problema di Sanità Pubblica e una rilevante fonte di costi diretti e indiretti per la gestione dei casi e delle complicanze della malattia e l’attuazione delle misure di controllo ed è tra le poche malattie infettive che di fatto ogni individuo sperimenta più volte nel corso della propria esistenza indipendentemente dallo stile di vita, dall’età e dal luogo in cui vive. Le epidemie possono provocare alti livelli di assenteismo in ambito scolastico e lavorativo e perdite di produttività. Gli accessi al Pronto Soccorso e i ricoveri per influenza possono aumentare durante i picchi della malattia. Le persone anziane, i bambini più piccoli, le donne in gravidanza e le persone con deficit della risposta immune o con malattie croniche sono maggiormente soggetti a forme gravi, ma tutta la popolazione può sviluppare gravi complicanze, tra cui polmonite, miocardite ed encefalite, che possono portare al decesso. Il tasso di mortalità complessivo stimato legato all’influenza è di 13,8 decessi ogni 100.000 persone ogni anno2. Pertanto, si rende necessario intensificare i programmi di vaccinazione e le misure di prevenzione, proteggendo in particolare la salute dei gruppi di popolazione più a rischio attraverso la vaccinazione contro l’influenza stagionale.  In Europa, la circolazione dei virus influenzali è stata più elevata a dicembre 2024 e gennaio 2025, con una predominanza dei virus influenzali di tipo A3. Il ceppo influenzale A(H1N1)pdm09 ha predominato in Europa settentrionale, mentre in Europa orientale vi è stata una co-circolazione quasi uguale di virus A(H1N1)pdm09 e A(H3N2). In Italia, è stata osservata la co-circolazione di diversi agenti patogeni respiratori, virali e batterici. L’incidenza delle ILI, in Italia, ha raggiunto, nella quarta settimana del 2025, il picco epidemico con un valore pari a 17.6 casi per mille assistiti. Il numero di ILI è stato sostenuto, oltre che dai virus influenzali, anche da altri virus respiratori tra i quali il virus respiratorio sinciziale (VRS) e il Rhinovirus. Le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sulla composizione dei vaccini, per l’emisfero settentrionale, contro i virus influenzali sono rese disponibili nel mese di febbraio di ogni anno per la stagione successiva. Nel febbraio 2025, l’OMS ha raccomandato la nuova composizione vaccinale per la stagione 2025/2026 elencando i ceppi virali da inserire nell’aggiornamento della formulazione trivalente indicata per la protezione contro l’influenza stagionale con inizio nell’autunno 2025.  Le raccomandazioni annuali per l’uso dei vaccini antinfluenzali in Italia sono elaborate dal Ministero della Salute in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e le Regioni/PPAA, dopo la revisione di una serie di aspetti, come il trend epidemiologico della malattia influenzale e le popolazioni target per la vaccinazione, la sicurezza, l’immunogenicità e l’efficacia dei vaccini antinfluenzali e altri aspetti rilevanti».

L’influenza è una malattia respiratoria acuta che può manifestarsi in forme di diversa gravità che, in alcuni casi, possono comportare il ricovero in ospedale e anche la morte. I sintomi dell’influenza includono tipicamente l’insorgenza improvvisa di febbre alta, tosse e dolori muscolari. Altri sintomi comuni includono mal di testa, brividi, perdita di appetito, affaticamento e mal di gola. Possono verificarsi anche nausea, vomito e diarrea, specialmente nei bambini. La maggior parte delle persone guarisce in una settimana o dieci giorni, ma alcune persone sono a maggior rischio di complicanze più gravi o peggioramento della loro condizione di base (persone con patologie concomitanti, i residenti in strutture socio sanitarie e altre strutture di assistenza cronica, le donne in gravidanza).

La vaccinazione è la forma più efficace di prevenzione dell’influenza e delle sue complicanze, che non sono solo respiratorie ma possono coinvolgere diversi organi e/o apparati (esempio: miocardite, encefalite). Il vaccino antinfluenzale è indicato per tutte le persone a partire dai 6 mesi di vita e raccomandato per tutte le categorie a rischio che non abbiano specifiche controindicazioni. L’OMS e il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-2025, riportano, tra gli obiettivi di copertura per la vaccinazione antinfluenzale, il 75% come obiettivo minimo perseguibile e il 95% come obiettivo ottimale negli ultrasessantacinquenni.

Le epidemie di influenza sono anche una causa importante di molti episodi di malattia di breve durata ma debilitanti che comportano assenze da scuola e dal lavoro. Per tale motivo, a causa dell’impatto economico e del disagio sociale, i datori di lavoro spesso incoraggiano l’immunizzazione del proprio personale e la rendono facilmente disponibile.

Tutti i vaccini antinfluenzali disponibili in Italia sono stati autorizzati dall’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) e/o dall’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA). Tuttavia, non tutti i vaccini autorizzati per l’uso sono necessariamente disponibili sul mercato.  Le Regioni o Province Autonome decidono annualmente, tramite delle gare per la fornitura di vaccini, tra i prodotti disponibili in commercio, quelli che saranno utilizzati durante le campagne vaccinali.  Le caratteristiche antigeniche dei ceppi virali influenzali circolanti nell’ultima stagione influenzale forniscono la base per selezionare i corrispondenti ceppi vaccinali da includere nel vaccino dell’anno successivo e l’OMS emana le raccomandazioni sulla composizione vaccinale generalmente nel mese di febbraio per consentire alle aziende di produrre la quantità di vaccino necessaria.

Nella riunione annuale, svoltasi il 28 febbraio 2025, l’OMS ha pertanto raccomandato la seguente composizione per il vaccino trivalente destinato all’utilizzo nella stagione 2025/2026 dell’emisfero settentrionale:

Vaccini trivalenti ottenuti in uova embrionate di pollo 

● A/Victoria/4897/2022 (H1N1) pdm09-like virus; 

● A/Croazia/10136RV/2023 (H3N2)-like virus;

e ● B/Austria/1359417/2021-like virus (lignaggio B/Victoria).

Vaccini trivalenti ottenuti su colture cellulari o ricombinanti o acidi nucleici

● A/Wisconsin/67/2022 (H1N1) pdm09-like virus; 

● A/Distretto di Columbia/27/2023 (H3N2)-like virus;

e ● B/Austria/1359417/2021-like virus (lignaggio B/Victoria).

Nel caso dei vaccini quadrivalenti, l’OMS raccomanda l’inserimento del ceppo

B/Phuket/3073/2013-like (lignaggio B/Yamagata), in aggiunta ai ceppi sopramenzionati.

Il vaccino aggiornato conterrà, dunque, nuove varianti antigeniche di tipo A, sottotipo H3N2, (A/Croazia/10136RV/2023 e A/Distretto di Columbia/27/2023), che sostituiranno i ceppi A/Thailand/8/2022 e A/Massachusetts/18/2022, rispettivamente nei vaccini ottenuti in uova embrionate di pollo ed in quelli ottenuti su colture cellulari.

Poiché dal marzo 2020, nei virus in circolazione a livello globale non è stato riportato alcun caso riconducibile al virus B/Yamagata il Comitato Consultivo OMS per la composizione del vaccino antinfluenzale, continua a ritenere che questo lignaggio non costituisca più un rischio per la sanità pubblica e che la protezione vaccinale contro questo virus non sia più necessaria.

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