Alcune leggende del fiume Serchio

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Il Serchio è un fiume che traccia un lungo percorso, attraversando tutta la provincia di Lucca, dalla Garfagnana alla Mediavalle, passando per la Piana. Nel corso del secoli, questo grande corso d’acqua è stato fondamentale per lo sviluppo delle tante comunità che hanno occupato e occupano che quest’area di mondo, così anche per questo motivo è divenuto oggetto di una lunga serie di racconti e di leggende. Una di quest’ultime diceva che l’acqua del fiume potesse avere delle qualità guaritrici e che potesse far scomparire qualche che in gergo viene definita: “tosse cattiva”. Per ottenere il benefico effetto, al bambino che ne era colpito, veniva somministrata l’acqua del Serchio proprio di fronte all’ immagine di una Madonnina chiamata per l’appunto “Madonna della Tosse”. Questo simbolo votivo si colloca ancora adesso nel pilone del ponte della ferrovia. Un tempo, però, quando l’acqua del fiume era ancora chiara, si immergeva un cucchiaio nel punto che lambiva l’immaginetta e poi si faceva bere il miracoloso liquido al piccolo paziente. Il cucchiaio con il quale era stata servita l’acqua, veniva poi abbandonato sul posto come tributo alla Madonna.

Gli abitanti del luogo, vedendo questo posto molto frequentato cominciarono a credere alle proprietà curative del rito. Ora che l’acqua del fiume non è più immacolata come prima, pare che il potere miracoloso sia stato conferito alla fontana che si trova lungo la via Lodovica, perché in quel punto si trova un’altra immaginetta della “Madonna dei Muracci”. Oggi ovviamente nessuno crede più a queste credenze, tuttavia la leggenda viene ancora tramandata.

Il Serchio però non ha avuto solo la fama di essere curativo, in alcune zone lungo il suo argine, la gente affermava che l’acqua del fiume si potesse bere, ma qualora qualcuno l’avesse portata a casa e l’avesse assaporata dopo il tramonto del sole, avrebbe dovuto prima gettarne qualche goccia sul fuoco; soltanto in quel modo si sarebbe liberata l’acqua dalla presenza di forze maligne e da spiriti che vi albergavano quando calava l’oscurità insieme alla notte. E a proposito di spiriti, ai Canovelli, dove il fiume scorre placido in zona Sant’Alessio, si dice che qui la corrente avesse la capacità di scatenare dei violenti vortici, e se qualcuno presta orecchio ai rumori potrebbe sentire il gemito dei fantasmi che risiedono all’interno di questo spicchio di fiume.

Tommaso Giacomelli
Tommaso Giacomelli
Giornalista e giurista, le passioni sono per me un vero motore per vivere la vita. Sono alla ricerca inesausta della verità, credo nel giornalismo libero e di qualità. Porterò il mio contributo a "Lo Schermo" perché si batte per essere una voce unica, indipendente e mai ordinaria.

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