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Al via il Servizio Civile Digitale: l’impegno civile contro il digital gap

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In questi giorni si sono tenuti i colloqui dedicati ai giovani aspiranti volontari che vogliono fare un’esperienza di “Servizio Civile digitale”: si tratta di una sperimentazione inserita nel PNRR a cui prende parte anche il Centro Nazionale per il Volontariato, che offrirà a 20 ragazze e ragazzi tra 18 e 28 anni del nostro territorio l’opportunità di diventare “facilitatori digitali”.

Il compito dei facilitatori digitali è rendere i cittadini competenti e autonomi nell’utilizzo di internet e dei servizi digitali, abilitando un uso consapevole della rete. Come creare un’identità digitale, gestire la posta elettronica, prenotare una visita medica o effettuare l’iscrizione ad un corso online: saranno questi alcuni dei principali compiti dei volontari del Servizio Civile digitale che entreranno in servizio alla fine dell’anno.

L’Italia nel 2020 si è dotata di una Strategia Nazionale per le competenze digitali, correlata dal Piano Operativo, che è parte dell’iniziativa “Repubblica Digitale”. Tutto si regge sulla consapevolezza che la trasformazione digitale del Paese non può prescindere dalla contestuale crescita e diffusione della cultura digitale. Il problema è che una parte della popolazione è priva o carente delle competenze di base per poter accedere alle opportunità offerte dalla digitalizzazione. La pandemia improvvisamente ha costretto il Paese a confrontarsi in modo massivo con servizi e relazioni da remoto e l’informatizzazione della società ha subito un’accelerazione non pianificata e disorganica. La sfida è dunque quella dello sviluppo inclusivo e sostenibile, ossia lavorare per un’innovazione etica, inclusiva, trasparente e sostenibile, che aumenti il benessere della società nel suo complesso e che non lasci indietro fasce di popolazione.

In questo scenario di azione si colloca la sperimentazione del Servizio Civile digitale, che assegna significativamente ai giovani volontari il ruolo di agenti del cambiamento. La loro missione è quella di mitigare il cosiddetto “gap digitale”, la disuguaglianza nelle competenze digitali che si traduce in un’ingiusta perdita di opportunità. Al di là dei numeri relativamente contenuti – ma se i risultati della sperimentazione saranno all’altezza l’esperienza potrà essere allargata e messa a regime – è importante la scelta del Servizio Civile Universale come strumento per reclutare e fornire ai territori gli operatori dedicati al rinforzo delle competenze digitali. Nel Servizio Civile infatti si realizza l’unione tra l’esperienza valoriale volontaria ed i percorsi personali di giovani, che spesso si affacciano per la prima volta sul mondo del lavoro e nella società. Sarà anche un’esperienza significativamente trasversale rispetto ai partner coinvolti nell’attuazione del programma di CNV: infatti i 20 volontari svolgeranno il proprio servizio presso un’organizzazione di volontariato, una fondazione di partecipazione, una cooperativa sociale, alcune scuole ed alcuni enti locali e saranno impegnati sull’intero territorio provinciale. Il CNV ha aderito anche alla rilevazione d’impatto sociale, che è stata affidata al Politecnico di Milano a livello a nazionale con il compito di valutare il risultato della sperimentazione.

Centro Nazionale per il Volontariato

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