Una strada per non dimenticare.

-

Filippo Montesi.

Marò Filippo Montesi, 3° scaglione 1982; assegnato per il servizio di leva al Battaglione San Marco, “BiEsseEmme” per gli addetti ai lavori. Poi il BSM dal 1991 verrà elevato a Reggimento San Marco, il 1° (e unico).

Nel 1983 il BSM era impegnato come altre unità nella Missione ITALCON a Beiruth in Libano

Compito uno e unico: proteggere la popolazione palestinese. Mi pare assai in tema con i giorni d’oggi…

La missione in verità si era sviluppata in due momenti distinti. Libano UNO e Libano DUE.

La missione Libano Uno era cominciata dopo l’Operazione “Pace in Galilea” dell’I.D.F. (le forze armate israeliane.)

Secondo gli accordi di pace faticosamente raggiunti dall’inviato americano Philip Habib inviato da Presidente Reagan, la IDF avrebbe dovuto permettere uscita dei guerriglieri palestinesi dell’OLP dal paese. Ma questi ultimi mica si fidavan troppo… Allora l’Italia per la prima volta dal dopoguerra, inviò una missione “protettiva”: un contingente militare composto dal 2° Battaglione “Governolo” al comando del Ten. Col. Bruno Tosetto, con 500 bersaglieri. Di leva.

Il 26 agosto 1983 i bersaglieri sbarcano a Beiruth, la stampa estera li prende in giro per il piumetto sull’elmetto, ma i soldati italiani fanno bene il loro lavoro e si interpongono con gravissimo rischio e esposizione tra i contendenti; tutto si svolge regolarmente. I guerriglieri dell’OLP, grazie agli italiani, riescono a uscire illesi da Beiruth.

Il 12 settembre i bersaglieri terminato il compito si rimbarcano e rientrano. La Libano UNO finisce bene.

Due giorni dopo qualche fenomeno fa saltare in aria il Presidente Libanese appena eletto, il maronita Bashir Gemayel. La rabbia dei suoi fedeli si scatena sui campi profughi di Sabra e Shatila, una Gaza in miniatura, nel cuore di Beiruth, zona sud. È un massacro.

Le vittime sono stimate con difficoltà, si pensa 2.000 persone essenzialmente donne, bambini, anziani: gli uomini era stati esfiltrati alcuni giorni prima.

Questa è solo una vendetta. Feroce, devastante, totale.

I pochi sopravvissuti abbandonano il campo e cercano rifugio e protezione nell’ultimo campo profughi di Beiruth oltre la strada dell’aeroporto. Burj El Barajneh.

Una casba di casupole di bozze non intonacate, baracche di lamiera, stradine strettissime, architetture selvagge e improvvisate, rivoli di fognatura a cielo aperto, cani dappertutto, topi grossi come pantegane, mosche… Un dedalo di viuzze e piccole piazzette. Un concentrato di umanità disperata. Son tutti palestinesi là dentro, hanno anche un piccolo ospedaletto e un cimiterino. Aspettano il loro turno, rassegnati, sanno che arriveranno… I lavori van terminati, specie quelli sporchi.

Ma l’O.N.U. prende una forte decisione: l’invio di una Forza Multinazionale di pace, per proteggere la popolazione palestinese rimasta e contribuisca a ristabilire la piena sovranità del Governo libanese.

Il Governo italiano, Presidente Spadolini, prende una decisione di grande spessore morale. Aderisce all’invio di un contingente di forze militari, assieme a Francesi, Americani e Britannici per garantire la pace e la sicurezza di Beiruth; il Contingente si muove velocemente: nonostante l’URSS, pochi giorni dopo la decisione dell’ONU, ritiri il suo voto favorevole, la missione coraggiosamente, per volontà dei governi del tempo, prosegue; questo è il motivo perché i militari sbarcheranno con i mezzi e gli elmetti colorati in bianco, ma senza le consuete lettere color nero U e N identificative delle Nazioni Unite.

Il 24 settembre 1982 il Contingente italiano, al comando del Col. Franco Angioni, (poi generale) sbarca al porto di Beiruth e in base agli accordi di pianificazione occupa la zona sud. Con dei soldati di leva, di vent’anni, che fanno il loro lavoro in maniera encomiabile guadagnandosi sul campo il rispetto di tutti.

Non le chiacchere.

All’Italia tocca peraltro proprio il campo profughi palestinese rimasto in vita, Burj El Barajneh.

Nel tempo il dispositivo militare si amplia e il campo profughi viene sorvegliato assieme agli altri due già colpiti, dai soldati italiani; la Folgore proteggerà quello di Burj, i Bersaglieri quelli di Sabra e Shatila che cominciano a rianimarsi. La vita piano piano riprende.

La sera del 15 marzo 1983 una pattuglia del Battaglione San Marco che protegge la strada a sud del campo di Burj, viene fatta segno a fuoco da armi automatiche e bombe a mano.

Il Marò Filippo MONTESI da Fano, classe 1963, viene gravemente ferito assieme ad altri tre commilitoni.

Il Comando fa uscire subito una unità di Pronto Impiego, la “Scudo” con gli Incursori del IX Battaglione d’Assalto “Col Moschin”.

Gli Incursori agganciano gli assalitori che reiterano il fuoco.

Nella notte a causa dei violenti combattimenti, tre Incursori rimangono feriti; uno perderà addirittura una gamba, ma rimarrà in servizio nel Ruolo d’Onore, soprannominato dagli amici “Gambadilegno”.

Montesi verrà trasportato in Italia al Celio, ma pochi giorni dopo, il 22 marzo 1983 morirà per la gravità delle ferite riportate.

Questa la motivazione della Croce di Guerra al Valor Militare al Sottocapo Filippo MONTESI: «Militare del contingente di pace nel Libano, in servizio di pattugliamento notturno, veniva attaccato con raffiche di mitra e lancio di bombe. Ferito gravemente in più parti, dando prova di abnegazione, incitava i commilitoni a reagire, invitandoli a non curarsi di lui.» — Beirut (Libano), 15 marzo 1983.

Ho letto che il Consigliere Comunale Ferruccio PERA propone di intitolare una strada comunale di nuova realizzazione ad un soldato italiano caduto in azione.

Mi pare una ottima idea; al “Maro Filippo MONTESI”, caduto in operazioni mentre proteggeva la popolazione palestinese a Beiruth;

Lui lo faceva veramente, a vent’anni. E non mi pare poco.

Vittorio Lino Biondi
Vittorio Lino Biondi
Sono un Colonnello dell'Esercito Italiano, in Riserva: ho prestato servizio nella Brigata Paracadutisti Folgore e presso il Comando Forze Speciali dell'Esercito. Ho partecipato a varie missioni: Libano, Irak, Somalia, Bosnia, Kosovo Albania Afganistan. Sono infine un cultore di Storia Militare.

Share this article

Recent posts

Popular categories

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Recent comments