In questi giorni di gran tempesta bellica, per adesso su altri fronti, ci sovviene la memoria ai terribili giorni passati nella Valle, con l’incubo dei bombardamenti indiscriminati che colpivano e distruggevano le infrastrutture del territorio.
Tra queste, purtroppo a volte, anche vere e proprie opere d’arte.
Queste opere d’arte quando hanno valenza storica e culturale rilevante, vengono definite “Beni Culturali.”
La definizione di BENE CULTURALE secondo la Convenzione Aja 14 magg. 1954 è:
Art . 1
…i beni, mobili e immobili, …rappresentano una grande importanza per il patrimonio culturale dei popoli… sono designati da ciascuno Stato come importanti per l’archeologia, la preistoria, la letteratura, l’arte o la scienza… costituisce testimonianza materiale avente valore di civiltà
…edifici, la cui destinazione… conservare o esporre i beni culturali.
…centri comprendenti numero considerevole di beni culturali.
E quindi si pone il problema etico e morale della loro conservazione, a tutti i costi, per la loro eccezionale valenza culturale.
Essi sono, indipendentemente dalla mera nazionalità, “patrimonio della umanità”.

Il potente dipinto “La nascita di Venere” del Botticelli – 1445, non può essere relegato a visione limitata o meramente geografica; esso, per bellezza, composizione, colori, armonia, appartiene a tutti, tutti debbono poterne godere della sua visione e bellezza.
Arricchisce dentro.
Ci aiutano a vivere meglio, la bellezza è trasversale, non è né di destra né di sinistra; è dell’umanità.
Per questo va preservata, conservata, resa fruibile.

Una scultura come le “Tre Grazie” che il Canova terminò nel 1817, è un’opera di straordinaria armonia, grazia e capacità operativa dello scultore, che deve essere resa fruibile a tutti.

Pensiamo anche alle grandi opere d’arte nelle infrastrutture, come il Colosseo, o la Fontana di Trevi.
La distruzione di opere del genere costituirebbe un vero e proprio danno all’Umanità, una perdita di bellezza insostituibile,
Questo problema, la tutela o protezione di questi “Beni Culturali” a livello internazionale, risale alla notte dei tempi.

Il 28 apr. 1462 Papa PIO II (il Piccolomini) in seguito ad una lettera-denuncia di Raffaello che segnalava l’uso distorto da parte dei romani di ricavare …calce dai monumenti… emanò la «Bolla Cum Alman nostram urbem».
Nella bolla si faceva espresso “…divieto di distruggere o danneggiare gli edifici pubblici o il loro beni… Scomunica, carcere e confisca…”
Nel 1646 si assiste alla progressiva spoliazione di Roma per mercato antiquario…
Quindi, ancora,pochi anni dopo Papa SISTO IV (Della Rovere) continuava con la Bolla «Cum provida»
“…divieto di spoliazione le chiese dai marmi e antichi ornamenti…”
A seguire viene emanato l’«Editto sopra l’estrattioni e cave di Statue, Fiugre, Intagli, Medaglie, Inscrittioni di marmo, di mischia metallo, Oro, Argento, Gioie et cose simili.»
Proseguendo con la Storia… anche l’amico Napoleone, incurante delle sue italiche origini, ancorchè opportunamente falsificate, si dà un gran daffare a rubare e sottrarre Beni Culturali dai paesi invasi e a suo dire “liberati”. Fa legittimare lo “IUS PREDAE”!
O come dice meno prosaicamente: “La guerra paga la guerra”

4 brumaio anno IV (26 ott.1795) Francia, il Direttorio… Napoleone in Italia… Pace di Compoformido 17 ott. 1797. «Ius predae»
Commission pour la recherche de obiets des Scienzes et de l’Art, Gaspard Monge 1796. organizza la razzia di molte opere d’arte, libri, incunamboli, manoscritti… Ducato di Modena e Parma, Stato Pontificio, Teritorio Rexplublica Venetia.

La scusa era quella di “accentrare” le maggiori opere d’arte del modo, per… assicurare alla Francia… Patria delle arti, e del genio, della libertà e della uguaglianza, le opere d’arte degli altri paesi…
«I frutti del genio rappresentano l’eredità della libertà, e questa eredità sarà sempre rispettata dall’esercito del popolo. L’armata del Nord si è fatta strada con il ferro e con il fuoco tra i tiranni, e i loro alleati, ma ha costudito con cura le numerose opere d’arte abbandonate dei despoti nella fretta della fuga! Per troppo tempo questi capolavori sono stati insudiciati dalla vista della schiavitù: nel cuore dei popoli liberi ora troveranno pace. Le lacrime degli schiavi sono indegne della loro grandezza, e gli onori resi ai sovrani non fanno che disturbare il loro sonno di morte. Ma adesso queste opere immortali non sono più in terra straniera: oggi esse sono giunte nella patria delle arti e del genio, della libertà e della uguaglianza, nella repubblica francese.»

Il Direttorio francese gli conferisce addirittura una speciale “patente” di saccheggio”:
«Cittadino generale, il Direttorio esecutivo è convinto che per voi la gloria delle belle arti e quella dell’armata ai vostri ordini siano inscindibili. L’Italia deve all’arte la maggior parte delle sue ricchezze e della sua fama; ma è venuto il momento di trasferirne il regno in Francia, per consolidare e abbellire il regno della libertà. Il Museo nazionale deve racchiudere tutti i più celebri monumenti artistici, e voi non mancherete di arricchirlo di quelli che esso si attende dalle attuali conquiste dell’armata d’Italia e da quelle che il futuro le riserva. Questa gloriosa campagna, oltre a porre la Repubblica in grado di offrire la pace ai propri nemici, deve riparare le vandaliche devastazioni interne sommando allo splendore dei trionfi militari l’incanto consolante e benefico dell’arte. Il Direttorio esecutivo vi esorta pertanto a cercare, riunire e far portare a Parigi tutti i più preziosi oggetti di questo genere, e a dare ordini precisi per l’illuminata esecuzione di tali disposizioni.»
«La Repubblica francese, con la sua forza e la superiorità del lume e dei suoi artisti, è l’unico paese al mondo che può dare una dimora sicura a questi capolavori. Tutte le altre nazioni devono venire a prendere in prestito dalla nostra arte.»
(Petizione degli artisti francesi al Direttorio, 1797)
Le idee in materia di ruberie di opere d’arte, i francesi le avevan già ben chiare nel 1797…

E quindi si procede con il Saccheggio di Roma da parte delle truppe di Napoleone legittimato dal trattato di Tolentino 17 febb. 1797.
Il grande scienziato Gaspard Monge, al seguito di Napoleone nella campagna d’Egitto, aveva in proposito le idee molto chiare: …quando avremo portato a termine la nostra missione, nessuno ci farà caso, e tanto meno sarà in grado di ricordare il numero dei pezzi che avremo prelevato (rubato).
In Egitto Napoleone porta via di tutto; sarcofaghi, mummie imbalsamate, piante rare, animali, gioielli preziosi, la pietra con la traduzione dell’egiziano, tutto.

Ma questa continua ruberia e il Saccheggio fu duramente “osteggiata” dalla stessa Francia per senso di disgusto.
Nel luglio 1796 Antòine Chrysostome Quattemèere de Quincy, politico, architetto, uomo di cultura, in un libretto anonimo (A.Q.) prende coscienza della ingiusta ruberia di opere d’arte e scrive in proposito 7 lettere al Gen. Miranda.
Lettrès à Miranda.
…porre le basi di una convenzione internazionale sulla tutela dei beni culturali…
…l’Italia è …una specie di museo generale, un deposito completo di tutti gli oggetti proprio allo studio delle arti…
…spezzettare il museo d’antichità di Roma sarebbe una ben più alta follia, e con conseguenza ben più irrimediabile; gli altri possono essere ricostituiti; quello di Roma non potrebbe più esserlo.
…si sviluppa quindi una concezione UNIVERSALE dell’arte,

Inizia così una lenta operazione di recupero del materiale d’arte sottratto.
Il Papa 1815, PIO VII (Chiaramonti) affida l’incarico a Antonio Canova di recuperare opere d’arte sottratte dai francesi.
Un deputato lucchese, Giovanni ROSADI (che peraltro abitava a casa mia in Via Sant’Andrea 26), fa promulgare la Legge 20 giu 1909 n.36 detta

Legge Rosadi, «sulle antichità e belle arti»:
«…Le tradizioni e tutte le regole del nostro diritto ci consentono di ritenere che una cosa d’arte e di antichità, quando abbia un singolare pregio, se può essere oggetto di proprietà privata, rappresenta un alto e generale interesse della nazione che si sovrappone all’esercizio della proprietà».
Da qui la concezione che l’Arte e la bellezza in genere non posso essere proprietà privata ma appartengono a tutti, all’Umanità e come tali vanno protette e tutelate.

Anche durante la Guerra di Secessione i Comandi Americani avevano avvertito la necessità di provvedere a proteggere i beni culturali:

Il The Lieber Code of April 24, 1863, all . 35. …Classical works of art, libraries, scientific collections, or precious instruments, such as astronomical telescopes… must be secured against all avoidable injury…..
Durante al Grande Guerra, le truppe Austro-Ungariche avevano le idee piuttosto chiare riguardo le opere d’arte; il Bollettino del Regio Esercito Italiano del Comando Supremo del 29 Giugno riporta come “informazione operativa” ai nostri soldati che: …vennero designati degli ufficiali che durante l’invasione nella pianura veneta, avrebbero dovuto marciare al seguito delle truppe e raccogliere gli oggetti più preziosi e le opere d’arte nei nostri musei e nelle chiese per spedirli poi all’interno della Monarchia (A.U.!). Tali ufficiali erano stati persino muniti di Guide Baedeker e di opere della Storia dell’arte!



Proseguendo nei conflitti, uno dei punti svolta della tutela dei beni culturali, fu sicuramente l’inutile e scellerato bombardamento della antica Abbazia di Montecassino, ripiena di manoscritti rari e quadri, il 18 maggio 1944.

Una decisione più politica che strategica; i neozelandesi entrati da poco nel conflitto, allo scopo di risparmiare le vite dei loro soldati sollecitarono ripetutamente il bombardamento, convinti di riuscire poi a conquistare facilmente la posizione. Decisione sbagliata.
La Abbazia era stata evacuata preventivamente dai soldati tedeschi, che avevano anche provveduto a portare il materiale prezioso in salvo in vaticano(!) ed era occupata solo da civili che vi erano rifugiati; il bombardamento ne stempiò 320.

I paracadutisti tedeschi si erano asserragliati all’esterno della Abbazia; poi, quando il bombardamento terminò si arroccarono nelle rovine che fornivano degli eccellenti ripari e resistettero dietro ai possenti muri perimetrali rimasti in piedi: le truppe Alleate “ci presero dieci”, e non riuscirono a conquistare la cima, dovendo obliquare verso il Tirreno per arrivare a Roma.
Tutta l’operazione fu gestita da entrambi gli schieramenti con enfasi mediatica tesa a attribuire la responsabilità dell’inutile distruzione agli altri contrapposti.
Di fatto questo scempio costrinse gli Alleati a una presa di coscienza verso il tema della tutela dei Beni Culturali in Italia;

Lucca, San Martino – Protezioni

Il 29 dicembre 1943 il Gen. Eisenhower Comandante in capo del Teatro Occidentale emette una direttiva operativa classificata “Confidential” nella quale precisa che sarebbe stato fatto di tutto per proteggere gli edifici di interesse storico e religioso in Italia, ma nel suo messaggio ai comandanti alleati sottolineava anche che: «Se dobbiamo scegliere tra la distruzione di un edificio famoso e il sacrificio di nostri uomini, allora vita dei nostri uomini conta infinitamente di più e saranno gli edifici ad andarsene. […] Non può esistere un argomento più forte della necessità militare»
In seguito a questo e sollecitato dalle Autorità religiose Britanniche, in data 26 maggio 1944 emise un’altra direttiva “Segreta” sulla conservazione dei monumenti storici… Al punto 2 della direttiva precisava esplicitamente che era “responsabilità di ogni comandante proteggere e preservare i simboli storici quando possibile… E comunque si riservava la responsabilità di decidere un eventuale attacco quando strettamente indispensabile.
Era già una bella presa di coscienza.


Molte opera d’arte vennero così salvate in Italia. Ma non sempre andava così.

Il Cap. Anthony Clarke, 1944 8th Army U.K. subì un processo sotto la Corte Marziale, perché si era rifiutato di bombardare con i mortai la chiesa di Sansepolcro ad Arezzo, dove sapeva essere conservato il dipinto “La Resurrezione” di Piero della Francesca. Per fortuna riuscì a dimostrare che i tedeschi avevano evacuato l’abitato, e di fatto il bombardamento era inutile!
Fu assolto per il rotto della cuffia dal reato di “disobbedienza in operazioni”; c’è la fucilazione…
Gli Alleati, consci di questo problema, approntarono una unità militare speciale: “I Monuments Men” composta da Direttori di Musei, critici d’arte, artisti, architetti, insegnanti ecc. di tredici nazioni differenti, allo scopo di proteggere i tesori culturali per quanto la guerra lo rendesse possibile.
I tedeschi avevano sottratto enormi quantità di opere d’arte dai paesi invasi…


In Italia il compito di recuperare le nostre opere d’arte fu affidato a Rodolfo Siviero (1911 – 1983), agente segreto italiano, storico dell’arte e intellettuale italiano, che con vari stratagemmi e operazioni spesso al limite della legalità, provvide a recuperare moltissime opere d’arte, in collaborazione con gli Alleati.


Nelle missioni internazionali molta attenzione viene rivolta ai soldati impegnati in operazioni, per sensibilizzarli circa la necessità di evitare inutili distruzioni o spoliazioni delle opere d’arte conservate nei paesi di operazione. Vengono distribuiti manuali e opuscoli e vengono tenute delle apposite lezioni di comportamento etico.
Il 13 dicembre 2015 il Presidente della Repubblica Mattarella…
“un segno di legalità contro le iniziative criminali di trafugare le opere d’arte.
Il nostro Paese ha il privilegio di avere un grande patrimonio culturale, …

Convenzione dell’Aja del 1954.
Bene culturale = cose di interesse artistico e n. storico ex. L. 1 lug.1939 n.1089
- art. 7. …dovere delle FF.AA. “inculcare”… la cultura del rispetto dei beni culturali…
- Strategia del soggetto aggressore: “attacco ai beni culturali” come tentativo di annullare identità e memoria storica del nemico…
- Iconoclastia: lotta contro il culto della immagine da parte integralisti Islam.

I luoghi da tutelare sono identificati con appositi contrassegni, di “protezione generale” e “speciale” apposti allo scopo di:
“salvaguardia” adeguata già dal tempo di pace;
“rispetto” dei beni su tutti i territori;
“astensione” dall’utilizzo bellico;
“illecito trasferimento” dei beni.
Probabilmente sarebbe opportuno pensare a tutelare questi capolavori architettonici della Valle gia da adesso, al fine di preservarli e poterli proteggere nel tempo.


