Maresciallo Maggiore Guardia di Finanza Vincenzo Giudice. PRESENTE!

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Bergiola Foscalina, 7 km ad est di Carrara

Le retrovie della Linea Gotica

16 settembre 1944, ore 14.

Una fucilata sporadica, partita da chissà dove, sparata da chissà chi, uccide un soldato tedesco.

Immediata la rappresaglia tedesca; sul posto è presente il magg. Walter Reder detto il Monco, perché nella battaglia di Karlow in Russia ha perduto il braccio sinistro in combattimento.

È un nazista convinto e feroce; ha già dato prova si sé e della criminale efficienza del reparto da lui comandato, la 16° SS Panzergrenadier  Division “Reichsfuher” a Nozzano (LU) uccidendo 69 civili, poi a Sant’Anna di Stazzema (LU) con 560 vittime, a San Terenzo nei Monti (MS) uccidendo 159 civili, a Vinca (MS) con 173 uccisi e 1600 deportati: poi proseguirà fino a Marzabotto (BO) dove riuscirà battere il suo criminale record personale stempiando 1830 civili.

È morto a Vienna nel 1991, non pentito. Il P.M. Pietro Stellacci, nel processo contro Reder, lo definirà “non un soldato, ma un delinquente”.

Bella carogna.

I suoi uomini, criminali delle S.S. e non soldati della Wehrmacht, facevano ampio uso di metanfetamine, il “Pervitin” prodotta dalla farmaceutica Temnler di Berlino, per vincere i morsi della fame, prolungare lo sforzo fisico, diminuire il sonno; solo che questa metanfetamina diminuiva anche la sensazione di paura e aumentava l’ansia e la paranoia.

I soldati tedeschi, accompagnati purtroppo da militi italiani della 40° Brigata Nera di Carrara, alle 16, circondarono il paese con delle autoblindo, e rastrellarono i civili rinchiudendoli nella scuola.

Erano donne e bambini, Gli uomini erano già sfollati sui monti, pensando che i tedeschi non avrebbero toccato persone indifese. 43 donne, 14 bambini, 15 adolescenti.

Pensavan male. Li presero tutti.

Tra i rastrellati c’era la signora Giudice con i suoi due figli. La signora era la consorte del Maresciallo Maggiore della Guardia di Finanza Vincenzo Giudice, un ebolitano (SA) del 1891 che aveva combattuto nella Grande Guerra nel VI battaglione; al termine era transitato nella Finanza e aveva il grado di Maresciallo Maggiore.

Comandava il piccolo distaccamento della Guardia di Finanza di Bergiola.

Avuta notizia del rastrellamento si precipitò sul posto e chiese di parlare al magg. Reder, non sapendo che già la moglie ed i figli erano stati catturati e tenuti prigionieri dentro la scuola.

A questo punto, visto che i suoi sforzi erano inutili, prese una decisione.

Una definitiva.

Etica, da soldato italiano.

Si offrì come volontario per essere fucilato al posto degli ostaggi.

Una legge morale interiore gli indicava questa decisione. Aveva il dovere morale di tutelare la popolazione che lo Stato gli aveva affidato.

Come Salvo d’Acquisto.

Con lui la cosa funzionò, perché aveva di fronte un soldato tedesco che accettò lo scambio. Capendo la situazione.

Ma il Maresciallo Maggiore Vincenzo GIUDICE aveva di fronte un criminale.

E quello non accettò lo scambio argomentando in via generica che la legge tedesca non gli permetteva di accettare lo scambio con un militare.

E allora il Maresciallo Giudice cercando una ulteriore soluzione che permettesse di salvare la vita degli ostaggi, si tolse la giacca dell’uniforme, il berretto e li gettò lontano.

“Ecco, adesso sono un civile, sparate su di me!”

E quelli lo fecero.

Lo uccisero con una raffica.

Solo che quei criminali non si fermarono; non si accontentarono di un singolo sacrificio, ma dopo il Maresciallo Giudice uccisero, utilizzando i lanciafiamme, i civili rastrellati e altri che erano rimasti nelle case. Bruciati vivi, alcuni lasciati agonizzanti e rantolanti.

72 civili uccisi, tra i quali la moglie e i figli del Maresciallo Giudice. 

Il figlio maschio riuscì a scappare, ma fu rincorso e finito con il lanciafiamme in un campo di grano.

Al Maresciallo Maggiore Vincenzo Giudice fu tributata, postuma, la Medaglia d’Oro al Valor Militare-

«Sottufficiale della Guardia di Finanza, avvertito che la rappresaglia tedesca si apprestava a mietere vittime innocenti fra la popolazione civile, si presentava al comandante la formazione SS operante offrendo la propria vita pur che fossero salvi gli ostaggi tra i quali la moglie e i figli. Di fronte all’obiezione essere egli un militare, si liberava prontamente della giubba ed offriva il petto alla vendetta nemica. Crivellato di colpi, precedeva i civili sull’altare del martirio.» — Bergiola Foscalina di Carrara, 16 settembre 1944.

Nel dopoguerra, in suo ricordo,  a Bergiola Foscalina sono stati realizzati un bassorilievo e una targa con la motivazione della ricompensa al valore.

Una lapide lo ricorda a Massa Carrara e una a Cervia.

A Roma è dedicata a lui una strada, all’Aquila la Scuola Sottufficiali della Guardia di Finanza, e molti altri edifici pubblici sono dedicati a lui al suo paese natale.

Onore al Maresciallo Maggiore della Guardia di Finanza Vincenzo Giudice.

Uno degli eroi, dimenticati, nella tragedia della guerra.

Vittorio Lino Biondi
Vittorio Lino Biondi
Sono un Colonnello dell'Esercito Italiano, in Riserva: ho prestato servizio nella Brigata Paracadutisti Folgore e presso il Comando Forze Speciali dell'Esercito. Ho partecipato a varie missioni: Libano, Irak, Somalia, Bosnia, Kosovo Albania Afganistan. Sono infine un cultore di Storia Militare.

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