Seconda Pasquetta in lockdown: quando anche il noioso gruppo WhatsApp ci manca terribilmente

-

Solo, e già, due anni fa oggi saremmo stati tutti in preda ai preparativi della giornata: pic-nic, grigliate, gite fuori porta e gli eterni indecisi del “ora vedo cosa fare”. Pasquetta, come ferragosto, è uno di quei giorni che sulla carta mette tutti di fronte allo stress di dover organizzare qualcosa ma che, oggi, come lo scorso anno ci manca terribilmente. Ci manca addirittura il famigerato gruppo WhtasApp, silenziato ogni anno praticamente da tutti i partecipanti: ci manca perché, dopo due anni, sentiamo l’irrefrenabile bisogno di tornare alla normalità, quella normalità che a tratti non ci ricordiamo nemmeno più.

Strade deserte, spiagge anche, uova di Pasqua scartate in solitudine e nessun pranzo in riva al mare per dare inizio alla stagione estiva: ne usciremo più depressi di prima?
Lo psicologo David Lazzari, Presidente dell’Ordine degli Psicologi, in un’intervista rilasciata ad Affaritaliani, sostiene infatti che il livello di stress che tutti oggi proviamo è lo stesso di quello a inizio pandemia, ma con una differenza: “all’inizio c’era stress e disagio ma c’era anche una forte mobilitazione da parte della gente che stemperava la situazione, ricordiamo tutti i momenti in cui le persone suonavano dai balconi, cantavano e esponevano striscioni con la scritta ‘andrà tutto bene’. Ma è una cosa normale: quando le persone si trovano davanti ad una situazione di emergenza, una delle risposte è quella della cooperazione, fare squadra, fronte comune. Insomma, cerchiamo di fare del nostro meglio. Successivamente è subentrata una sorta di stanchezza”.

Le sensazioni che proviamo in questa seconda Pasqua chiusa, anzi rinchiusa, sono proprio quelle di stanchezza, disagio e smarrimento, come a dire: “abbiamo resistito, ma adesso?” Ripensare a quel famoso “andrà tutto bene”, appeso in ogni abitazione, ci getta inevitabilmente nello sconforto più totale, nella paura e anche nella rabbia. Nessuno poteva immaginarsi di vivere ciò che stiamo vivendo e ora, a distanza di un anno dall’evento che ha sconvolto tutti, siamo sempre più soli e, forse non più impauriti come all’inizio, ma sicuramente stremati.

“Ci troviamo di fronte ad un fenomeno mai visto: la gente sta male in modo trasversale. – continua il Dottor Lazzari –  I bambini, ad esempio, stanno male perché assorbono il disagio presente in famiglia. Gli adolescenti perché sono venute a mancare una serie di dinamiche sociali tipiche di quell’età. I giovani fra i 25/30 anni sono preoccupatissimi per il loro inserimento nel mondo del lavoro. Gli adulti per l’andamento della società e gli anziani perché sono stati i più colpiti. Ogni fascia di età per motivi diversi è stata colpita”.

Se c’è una cosa di cui siamo sicuri, infatti, è che quello che stiamo vivendo riguarda tutti, in modo univoco e spaventoso: ci sono vittime dirette, certamente, ma ci sono anche tutte quelle indirette sovrastate da sensazioni nuove e che spesso si fa fatica a gestire. Non aver più la libertà di uscire senza pensare a che colore è la tua città, dover rinunciare al calore di un genitore che ti abbraccia, a un bacio al tramonto o a una birra con il tuo migliore amico sono esperienze che ci hanno segnato e che, purtroppo, ci porteremo dentro per sempre.

Anche oggi, in questa seconda Pasqua solitaria e immobile, si fa fatica ad avere fiducia nel futuro: quel futuro che sembra impossibile da costruire, quel futuro che è un punto interrogativo e che ci costringe a restare impotenti.

Le problematiche e disturbi relativi alla sfera psicologica sono quindi alle porte, come spiega il Presidente dell’Ordine degli Psicologi: “Ansia, depressione, irritabilità e tutto il corredo che si portano dietro come i disturbi alimentari e del sonno compresi. Rispetto a disturbi specifici, attualmente il quadro prevalente è questo e impatta molto sulla quotidianità e sulla salute. Una situazione di questo tipo, spalmata su un periodo di un anno, diventa importante e provoca una serie di ricadute che colpiscono anche il fisico”.

Tutti vorremmo per un secondo tornare a veder quel telefono suonare, guardare e sbuffare di fronte ai 54 messaggi non letti in cui l’organizzazione della giornata di Pasquetta sembrava più quella di un matrimonio, tutti vorremmo tornare ad avere il solo problema di scegliere oggi tra una festa a base di alcol o una romantica passeggiata in Liguria.
Oggi invece, come ieri e probabilmente come domani, siamo costretti a fare i conti con una realtà che non ci appartiene e non ci piace: che ne sarà di noi?

Foto di WineNews

Bianca Leonardi
Bianca Leonardi
Classe 1992, Lucca. Una laurea in giornalismo e tanta voglia di dar voce a chi troppo spesso resta in silenzio. Lavoro da anni nella comunicazione e nell'organizzazione di eventi, saltando tra musica, teatro e intrattenimento. Perché "Lo Schermo"? Perché siamo giovani, curiosi e affamati di futuro.

Share this article

Recent posts

Popular categories

Recent comments