Santa Maria Corteorlandini, la Santa Maria Nera

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Lucca è la “città delle cento Chiese”, una nomea che ha oltrepassato i confini locali, per espandersi un po’ dovunque. Quando si passeggia per le vie del centro storico, è facile imbattersi in una di esse, molte delle quali hanno un’origine che risale addirittura al periodo in cui Lucca era una delle città più importanti del regno dei Longobardi. Tra le tantissime Chiese che si possono ammirare nel circuito cittadino, tuttavia, ce n’è una che sfugge spesso ai più, ma che possiede una storia e dei tesori preziosi, come quella di Santa Maria Corteorlandini, detta anche la Chiesa di Santa Maria Nera.

Il nome Corteorlandini deriva dal luogo in cui è stata ubicata originariamente questa Chiesa nel 1188, ovvero sia il terreno della famiglia Rolandinghi, la Curtis Rolandinga, da cui deriva la dicitura attuale. Questa basilica, nella sua moderna conformazione, è legata a doppio filo alla Congregazione dei Chierici Regolari della Madre di Dio, alla quale venne concessa come sede e che diede vita a una serie di interventi per creare degli ambienti conventuali, tra cui una vasta biblioteca. In pochissimo tempo, la Congregazione riuscì a rendere l’intero complesso conventuale il centro culturale più in vista della città. Ancora oggi, qui risiede la Biblioteca statale di Lucca.

Santa Maria Corteorlandini è uno dei pochi luoghi in cui si può ammirare la corrente barocca nella città con capitelli, archi, soffitti dipinti, ornati da affreschi e strucchi attribuibili a Pietro Scorsini. Sono tantissime, inoltre, le opere di grandissimo pregio e opulenza contenute dentro la Chiesa, ma la sua particolarità è un’altra: la Santa Maria Nera. Perché questa Chiesa è conosciuta anche con questo nome? Perché al suo interno è presente una cappella, costruita nel XVII secolo, da cui si accede tramite una porta che si trova lungo la navata sinistra. Il barocco lascia spazio alla sobrietà della pietra che permette di immergersi in un clima di grande spiritualità. Il nome Santa Maria Nera deriva proprio dalla fedele riproduzione della Santa Casa di Loreto, all’interno della quale è venerata la Madonna omonima raffigurata col volto nero.

In questa cappella viene riprodotta la dimora in cui venne concepito Gesù di Nazareth per opera dello Spirito Santo, che fu poi trasportata a Loreto, nelle Marche, da angeli in volo. L’idea era di dare ai fedeli di Lucca la possibilità di vedere con occhio la reliquia riprodotta e avvicinarla a quei fedeli che non potevano affrontare pellegrinaggi lontani. La leggenda dice che proprio un mattone di Loreto sia presente all’interno di questa incredibile opera di Lucca.

Tommaso Giacomelli
Tommaso Giacomelli
Giornalista e giurista, le passioni sono per me un vero motore per vivere la vita. Sono alla ricerca inesausta della verità, credo nel giornalismo libero e di qualità. Porterò il mio contributo a "Lo Schermo" perché si batte per essere una voce unica, indipendente e mai ordinaria.

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