Lucca Summer Festival: ripercorriamo alcuni dei concerti più iconici degli ultimi anni

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Il Lucca Summer Festival 2020 non ci sarà, la città perde uno dei momenti più frizzanti ed entusiasmanti dell’anno, un evento che trasforma l’intero scenario lucchese, dispensando emozioni, colori e ricordi indelebili. Una vetrina che nel corso degli anni ha portato a suonare in Piazza Napoleone, e più recentemente, anche intorno alle Mura urbane, artisti internazionali, leggende e icone della musica italiana ed estera. La notizia della rinuncia al Summer Festival, a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, ha abbattuto l’entusiasmo di chi ha nella musica una vera e autentica passione, capace di coinvolgere indistintamente persone di ogni età e provenienza geografica. Lucca, infatti, ha dato il benvenuto e ospitalità a persone di tutto il mondo, facendosi conoscere nella sua bellezza mostrando una serie di concerti nei suoi luoghi più simbolici, in un contesto unico a livello globale. Il palinsesto del 2020 era ricco di artisti con la A maiuscola, ma per sentirci meno orfani di quelle sensazioni ed emozioni che il “Summer” riesce a darci, ripercorriamo la storia di alcune delle esibizioni più belle e fondamentali della rassegna targata D’Alessandro & Galli.

I Rolling Stones sotto le mura

Le “Pietre Rotolanti” si sono esibite in un concerto unico, tenuto nell’ex campo Balilla, il 29 settembre del 2017. Mick Jagger e compagni hanno scelto la tappa lucchese come l’unica meta italiana del loro tour “no filter“. Per chi lo ha vissuto – circa 56mila spettatori – è stato veramente un concerto senza filtri, in cui è stato possibile ballare e lasciarsi andare sotto le note e l’energia di tutte le magnifiche hit del gruppo britannico. Il feeling con la città e il suo pubblico è scattato fin da subito, grazie a Jagger che una volta preso il microfono, ha urlato in italiano: “Ciao Lucca, ciao Italia, come state tutti? Questa è la prima volta che suoniamo in Toscana”. L’inizio è stato folgorante, Sympathy for the devil ha infiammato la folla delirante, ammaliata dal carisma e dal talento di questi veterani del palcoscenico. Poi non sono mancati tutti i favolosi successi del repertorio, da Paint it black, Brown sugar e Satisfaction che sono risuonate ai piedi delle mura rinascimentali. Mick Jagger ha cantato e ballato a suo modo, instancabile e intramontabile, Keith Richards ha mostrato a tutti la sua grande maestria con la chitarra, Ronnie Wood e Charlie Watts hanno completato una formazione che da più di 50 anni è sulla cresta dell’onda. Sicuramente una pagina straordinaria e indimenticabile per la città di Lucca.

Ilaria Betti ha rivissuto i momenti di quel giorno, raccontandoci la sua esperienza, sicuramente memorabile: “Ricordo che il giorno dell’evento siamo entrati verso le 18:30, avevamo il ticket per il Prato B, che mi era stato regalato per il compleanno. Ci siamo posizionati ai piedi della pedana, e in quella zona avevamo tutto lo spazio che ci serviva. Quando sono entrati in scena ed è partita la musica, abbiamo iniziato a ballare e a saltare senza sosta. Vedere Mick muoversi come un folletto ci ha trasmesso una grande energia, una vera carica. È stato davvero bello, loro hanno suonato in modo instancabile, non hanno mai staccato, e quando Mick si è assentato per alcuni minuti, Keith Richards ci ha deliziato con la sua musica. Il tutto è stato vissuto in modo molto intenso. Per quanto mi riguarda, io e la mia compagnia, siamo stati un’attrazione nell’attrazione, perché ci siamo presentati con indosso una mascherina fatta in modo artigianale, che riproduceva alla perfezione la famosa lingua che è il simbolo universale dei Rolling Stones. Un’infinita di persone ci ha chiesto dove fosse possibile recuperarle, ma sono dei pezzi unici. In conclusione, questo concerto ci ha regalato davvero delle emozioni fortissime”.

Nick Cave in Piazza Napoleone

Nick Cave è un cantautore australiano che ha scritto pagine memorabili per quanto riguarda il rock alternativo e sperimentale, con delle influenze punk. Un nome importante della scena internazionale, che più volte ha scelto Lucca e il Summer Festival come palcoscenico in cui dare libero sfogo al suo talento. Piazza Napoleone, con il suo cerchio alberato, è stata l’arena in cui i tanti appassionati sono andati a seguirlo con trepidazione. Cave è un’artista capace di toccare profondamente le corde emotive di chi lo ascolta, e l’atmosfera del centro storico lucchese ha esaltato le sue performance, specialmente in occasione del Tour che lo ha visto protagonista nel 2018. In quell’anno, il rocker australiano stava promuovendo il suo ultimo album, Skeleton Tree, che è stata la grande attrazione della tappa nel cuore di Lucca. Le vicende personali che hanno coinvolto Cave, il quale ha perso un figlio di 15 anni per una tragica fatalità, hanno regalato un pathos unico alle migliaia di spettatori che hanno assistito alle spettacolo sotto al palco di “Piazza Grande”.

Fra questi vi era Mattia Monti, un ragazzo che ha un legame speciale col Summer Festival, avendoci sia lavorato per anni, sia perché la sua grande passione nei confronti della musica, lo ha fatto partecipare a un gran numero di concerti. Per lui, l’esibizione di Nick Cave nell’estate del 2018, è stata una delle più emozionanti della vita: “La definirei un’esperienza mistica, in cui Cave è riuscito a trasmettere al pubblico una grande emotività, un’empatia unica, legata al dolore della scomparsa del figlio. Ha coinvolto direttamente gli spettatori, facendo del contesto anche uno spettacolo teatrale, permettendo ad alcuni fans di salire sul palco. Sulle note della sua musica la gente si è lasciata andare a emozioni forti, facendo commuovere ben più di una persona. Inoltre, Cave è stato bravo, perché ha alternato dei momenti così sentiti, ad altri ricchi di euforia. Davvero indimenticabile”.

Elton John e il suo tour di addio

Una star come Elton John non ha bisogno di presentazioni, il suo nome è conosciuto a ogni latitudine, il suo talento è sconfinato e la sua classe è cristallina, anche se la carta d’identità si fa sempre più ingiallita. Il baronetto inglese è uno dei nomi forti su cui il Summer Festival ha spesso puntato per il suo palinsesto, non venendo mai tradito. Elton ha dimostrato, negli anni, di avere sviluppato un grande legame con questa città unica, e per questo motivo l’ha scelta come ultima tappa italiana del suo tour di addio alle scene musicali, chiamato “Goodbye Yellow Brick Road”. Per un’occasione del genere gli è stato riservato il palcoscenico speciale ai piedi delle mura, che si è riempito in un entusiasmante tutto esaurito il 7 luglio del 2019. Elton John è uno dei più grandi performer della scena mondiale, un vero animale da palcoscenico, capace di regalare emozioni speciali a tutte le generazioni. Nell’ex campo balilla, infatti, erano presenti una nutrita schiera di giovani, ai quali facevano da contraltare i fan di sempre, che lo seguono fin dagli inizi della sua carriera, ormai più di cinquant’anni fa. Da quel palco, da quel pianoforte, suonato con grande forza ed instancabile energia, Elton John e la sua band hanno intonato delle canzoni intramontabili come: Your song, Candle in the wind, Tiny Dancer e tutte quelle hit che hanno contraddistinto la carriera di questo magnifico artista. Ovviamente non sono mancati gli abiti sgargianti, gli occhiali stravaganti e la proverbiale gentilezza che fanno di Elton John una vera leggenda della musica.

Martina Salotti si è avvicinata al concerto con un po’ di tiepidezza, arrivando al concerto soprattutto per far compagnia agli amici, ma la forza e il talento dell’artista inglese l’hanno facilmente conquistata: “Non avevo delle grandi aspettative, non essendo al tempo una fan sfegatata. Ma fin da subito, a partire dal pre-concerto, l’atmosfera è stata molto piacevole. È stato bello trovarsi in mezzo a una grande varietà di persone, tutti molto diversi tra loro, ma ognuno davvero euforico di trovarsi in quel luogo, in quel preciso momento. Quando il concerto è iniziato mi sono fatta trascinare dal carisma dell’artista e dagli effetti grafici che venivano proiettati dagli schermi. Tutto quanto è stato davvero azzeccato. Ma il vero spettacolo è stato lui, non si è mai fermato un attimo, suonando e cantando senza soste per molte ore. Riusciva pure a cambiarsi di abito tra una canzone e l’altra, in poche frazioni di secondo. Il concerto ai piedi delle mura è stato davvero speciale, è stato come essere a casa. Vivere un evento così importante e magnifico in un contesto familiare rappresenta a tutti gli effetti un grande valore aggiunto. Ricorderò questo concerto sempre con grande affetto, e quando sento una canzone di Elton John la mia memoria va direttamente a quella bellissima serata passata su quel prato insieme a miei amici. Sarà per sempre un bel ricordo”.

Tommaso Giacomelli
Tommaso Giacomelli
Giornalista e giurista, le passioni sono per me un vero motore per vivere la vita. Sono alla ricerca inesausta della verità, credo nel giornalismo libero e di qualità. Porterò il mio contributo a "Lo Schermo" perché si batte per essere una voce unica, indipendente e mai ordinaria.

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